domenica 5 giugno 2011

MARCHIONNE, OVVERO I REPLICANTI

Gente come Marchionne io li chiamo replicanti.
Stanno sempre a dire la stessa cosa, più concorrenza, più efficienza, più produzione e ricchezza.
Il messaggio è elementare, ed anche efficace perchè sfrutta la tendenza spontanea degli animali, a partire dal cane che mangia tutto ciò che trova anche aldilà delle proprie esigenze vitali, e magari sotterra anche l'osso che proprio gli avanza.
L'obesità che impera in tutto l'occidente, come sempre a partire dagli USA, ma gli europei hanno imparato presto, è la vera bandiera di questo capitalismo che produce e consuma senza alcun criterio di ragionevolezza, in cui insomma questo ciclo del consumo crescente è ormai un processo automatico fuori controllo.
Seppure tutte le evidenze ci portino a concludere che avere più oggetti non migliora per niente la qualità della nostra vita, che in ogni caso questo ritmo di sfruttamento delle risorse non sia sostenibile, che presto continuando così il nostro pianeta diverrà inospitale, siamo pieni di potenti che si alternano al microfono del sistema mediatico per dire che questa è la strada da perseguire.
Marchionne cede la parola a Trichet, Trichet a Draghi, Draghi a Tremonti, e così via, ma dicono, appunto come replicanti, sempre la stessa cosa. Cambia sì qualche dettaglio tecnico, ma alla fine il messaggio è identico, e quindi l'unico modo corretto di definirli è replicanti. Basterebbe sostituire un pupazzo a cui si ricarica la molla dando la corda (ma forse i più giovani non mi capiranno, non avendo mai giocato con giocattoli senza alimentazione a pile).
Che tacciano una buona volta, ripetono gli stessi concetti, ma nello stesso tempo devono dare per scontato che questa sia la strada giusta, senza mai giustificare questa scelta del consumio dissennato.

3 commenti:

  1. Ciao,Vincenzo,conosco i giocattoli a corda,ho l'età per valutare l'idea del consumo dissennatto,conclusione del tuo post, interessante come sempre.
    Prima si costruiva perchè gli oggetti durassero,sempre assolvendo alla loro funzione.Si riparavano anche.
    Perchè mancavamo di tutto:le materie prime ed il lavoro,le professionalità e le abilità servivano per continuare a produrre beni e servizi che miglioravano la vita.
    Poi si è arrivati alla saturazione,per contunuare a produrre,bisogna consumare,in un vorticoso gioco di prodotti scadenti consumi dissennati stress,insodduisfazioni personali,crolli di piccoli e grandi imperi.
    Ne usciremo?forse si,con le ossa rotte,ma hai ragione,siamo stanchi di sentire i soliti soloni che ci dicono cosa dovremmo fare,come dovremmo regolarci.Perchè mentre loro disquisiscono,noi restiamo sommersi da scarti di consumi,depressi davanti a sberluccicanti vetrine di vanità,irragiungibili ai più,incapaci di ascoltare anche la richiesta più banale ed umana di un nostro nipote o figlio,perchè stanchi,impossibilitati a fermarci per una riflessione sul valore delle nostre esistenze,perchè ormai siamo in corsa e se ci fermiamo,qualcuno ci schiaccia..
    Non ho il dono della sintesi..
    Ciao

    RispondiElimina
  2. @chicchina
    Grazie del commento, secondo me, siamo d'accordo, ma tu lo dici meglio :)

    RispondiElimina
  3. Marchionne dovrebbe provare la catena di montaggio...

    RispondiElimina