giovedì 24 febbraio 2011

L'EUROPA DI FRONTE AL FUOCO CHE DIVAMPA IN NORD AFRICA

E’ difficile scrivere su quanto sta accadendo in queste ultime settimane nel nord africa, una regione così prossima a dove io abito, in maniera adeguata all’importanza degli eventi. Che si tratti di vere e proprie rivoluzioni, credo sia difficile negarlo. Detto ciò, ci mancano troppi dati, sappiamo troppo poco per potere analizzare correttamente il fenomeno, e temo che i grandi mezzi di comunicazione di massa non abbiano poi questo grande interesse a farci sapere davvero come stanno le cose, troppi interessi in gioco per non tentare di influenzare l’opinione pubblica mondiale con silenzi e palesi falsità. Quantomeno, dovremmo attendere un lasso di tempo non trascurabile, il diradarsi di nebbie di ogni tipo e di ogni provenienza perché i fatti si mostrino nella loro evidenza.

Quello che mi pare di osservare è che alla base della protesta ci stia essenzialmente quello che è l’ingrediente principale, piaccia o non piaccia, delle rivoluzioni, la fame. Questi vergognosi regimi dittatoriali che sono succeduti all’epoca coloniale, che tanto sono stati graditi e in fondo favoriti dall’occidente sviluppato, non solo hanno tradito le rivoluzioni di allora nella distribuzione del potere, ma non hanno esitato a costituire uno stato fondato sulla corruzione, spinta al punto da affamare il loro popolo.

Una seconda cosa che osservo è che a livello squisitamente politico non vi sia un’unicità di ispirazione, che cioè convivano all’interno dei rivoltosi differenti ispirazioni, in cui si potrebbero individuare una di matrice occidentale, quella su cui si è tanto scritto del ruolo svolto dalla comunicazione e dal desiderio stesso di comunicare, ed un’altra di matrice musulmana. Detto questo, non è che si dica ancora granchè, perché dovremmo sapere che dimensione numerica ognuna di esse abbia, la specifica tipicizzazione di ciascuna di queste e se non ci siano altre ispirazioni che magari ci sfuggono.

In particolare, rimane da capire che ruolo potrebbe svolgere il fondamentalismo islamico, ma soprattutto se le categorie che utilizziamo nell’analizzare la politica occidentale possano applicarsi tal quali a quei paesi. Insomma, la nebbia è tuttora fitta anche per quanto riguarda Tunisia ed Egitto, le uniche che sono venute già fuori dal passato dittatoriale.

Di fronte alla drammaticità degli avvenimenti in corso, da questa sponda del Mediterraneo ci confrontiamo con una politica vergognosa da parte del nostro ducetto, che ancora fino a ieri non ha sentito il bisogno di condannare gli atti criminali compiuti da Gheddafi (non bisogna disturbarlo quando stermina la sua popolazione), e, a fronte di una generica condanna della violenza, ha sentito l’unica e sola esigenza di agitare il pericolo islamista. Del resto, cosa potevamo onestamente aspettarci dal nostro governo, da un uomo ormai preda delle sue ossessioni senili, e da un ministro degli esteri inesistente, che interpreta il suo ruolo come supporto al suo capo e ai suoi personali interessi?

Stamane ho sentito un passo della conferenza stampa di Maroni, e devo dire che le due proposte che ha avanzato all’Europa sui problemi dell’esodo di massa che dovremmo attenderci a seguito degli avvenimenti di cui parliamo, mi sembrano del tutto ragionevoli, una distribuzione dei profughi tra le nazioni europee, e lo stanziamento di un fondo finalizzato a questo specifico problema. Non sono certo tenero verso la Lega e neanche specificamente verso Maroni, ma non posso non convenire che queste due iniziative, seppure probabilmente insufficienti da sole ad affrontare un problema di queste dimensioni, sarebbero opportune e darebbero almeno uno spiraglio di soluzione alla situazione che con tutta verosimiglianza dovremo presto affrontare (giustamente, si è detto che le condizioni meteo c’hanno concesso tempo per predisporre un piano d’emergenza).

Il punto centrale riguarda secondo me l’Europa, apparentemente incapace di affrontare con la necessaria tempestività ed a un livello quantitativamente adeguato questi avvenimenti. L’Europa balbetta, condanna senza minacciare, guarda con fiducia ma non predispone soluzioni, e, naturalmente è più che mai divisa, ognuno a soppesare vantaggi e svantaggi per la propria nazione. Leggevo che a Modane, al confine tra Italia e Francia, sono stati mandati per rinforzo un gran numero di guardie di confine, e che nei fatti il trattato di Schengen è stato sospeso unilateralmente dalla Francia, la cui prima preoccupazione appare quello di non farsi invadere da nord-africani, con lo scopo evidentemente di lasciarli tutti qui in Italia: come politica collettiva europea non mi sembra male!!!

In realtà, questa manifesta inadeguatezza dei governi europei a fronteggiare le situazioni che si vanno sviluppando nel mondo è ormai palese, e corrisponde a comportamenti ripetuti nel tempo in una pluralità di occasioni. L’Europa, nata come partner critico degli USA, così orgogliosa del suo welfare, in grado di offrire ad altri paesi una propria visione della società, è ormai incamminata in un processo di declino che appare inarrestabile. La politica è diventata l’ancella dell’economia, e la politica economica ormai la UE la scrive sotto dettatura da parte della cupola affaristico-mafiosa che domina il mondo. Incapace di rappresentare una qualsivoglia alternativa all’economia globalizzata dei titoli-spazzatura, all’interventismo dell’America di Bush a cui lo stesso Obama non è in grado di offrire svolte significative, trova il suo massimo equilibrio in un immobilismo in definitiva masochistico.

Sarà vero ciò che alcuni scrivono, che il fattore anagrafico è quello fondamentale per definire la vitalità di un popolo, e che l’Europa dei vecchi (e non la vecchia Europa…) dovrà inevitabilmente soccombere a nazioni di giovani, come quelli che ci stanno di fronte a meno di mille chilometri di distanza?

3 commenti:

  1. L'elezione di Obama è stato teatro,riscatto dopo
    Bush,come a voler dire visto noi USA,come siamo
    avanti.Di seguito qualcuno tiene a far sapere al mondo che Il ragazzo abbronzato aveva una nonna bianca?Era importante?
    Che non sarebbe cambiato nulla mi era parso subito chiarissimo.Dopo "codaselvatica"?Niente.
    .L'america gendarme del mondo interviene,solo quando c'è da scatenarle a tavolino le guerre perchè esiste un "ricavo".Ora Obama che stà
    facendo?A cosa stà "drio"?

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  2. Questo testimonia ancora una volta l'enorme distanza dalla realtà da parte della classe politica,
    solitamente ci riferiamo a quella italiana, ma evidentemente anche quella europea non è messa meglio.
    Si sente forte la mancanza di opinioni concrete, che vadano aldilà degli slogan pro-democrazia e contro la violenza.

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  3. Non mancano opinioni concrete,ma azioni concrete.
    Tutta la società in blocco persegue solo potere
    profitti,una corsa continua sgomitando o peggio.
    E' nella natura umana,che in assenza di valori
    e ritornata alla barbarie.L'anima,la coscienza
    ha necessità di cura per formarsi,al rispetto dell'altro.E' un masso rotolante giù per il
    pendio,e ninte se non le persone possono fermare
    questo.Ma quasi tutti si prendono cura del proprio orticello,e non cambierà niente.Avevo già scritto,solo tre giorni di inazione e forse
    un risultato.Manca però l'unità tra le persone,e
    l'assenza,di valori,che nasce a scuola in famiglia,comunque si voglia configurarla.Ma il campionato di calcio occupa le coscienze più della visione di un paese che và a rotoli.

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