Continuando la serie delle mie riflessioni sulla blogsfera, mi occuperò oggi di uno specifico tipo di blog, e lo farò con un pizzico di ironia, sperando di non irritare più di tanto bloggers che potrebbero identificarsi nelle tipologie che descrivo. Del resto, so di essere un impertinente e lo considero un destino più che una scelta.
Esiste un tipo di blog che viene comunemente considerato una specie di diario. Quest’accostamento a me pare un po’ forzato, perché ciò che caratterizza il diario è la sfera intima che esso rappresenta, si affidano al diario i nostri segreti a volte inconfessabili, fidando proprio sul fatto che nessun’altro oltre noi li leggerà. E’ evidente che la dimensione pubblica del blog, fatto appunto per comunicare in genere potenzialmente all’intero genere umano, esclude questa possibilità.
Se quindi questo accostamento tra blog e diario risulta facilmente contestabile, rimane da capire perché esso sia stato avanzato, ed anzi rappresenti un modo condiviso di riferirsi a una specifica tipologia di blog. La mia spiegazione è che qui si confonda l’intimo con l’intimistico, non esistono blog intimi, che davvero cioè riportino aspetti così intimi di noi stessi, ma ben esistono blog intimistici, anzi direi che abbondino, che costituiscano una tipologia tra le più diffuse, se non in assoluto la più diffusa nella blogsfera.
A questo punto, bisogna che specifichi a quale tipologia di blog mi riferisca. Innanzitutto, sono le donne di gran lunga i bloggers più presenti in questo settore. In genere, ci sta una bella immagine, che può essere eventualmente anche una foto, alcune aggiungono il commento musicale, e riferiscono su un mondo in realtà immaginario. Di prammatica, è che la natura sia bella e buona, quando evidentemente non è così, la natura come sappiamo può essere terribilmente disastrosa, e non è certo un caso che l’uomo abiti in posti protetti chiamati case. Gli avvenimenti personali narrati vengono chiaramente filtrati, selezionando accuratamente quelli di cui non abbiamo ragione di vergognarci. Naturalmente, niente sesso, niente violenze, il mondo che traspare da questi blog è ovattato, e le uniche passioni sembrano essere quelle per un buon film o per un buon libro. I libri in particolare occupano un posto privilegiato, costituendo una pressoché inesauribile fonte di citazioni, che fuori dal contesto in cui originalmente apparivano, sembrano assumere un significato universale, frasi scolpite sul marmo che ci dettano le cose buone, sia come precetti da seguire, che come mezzi per disvelare ciò che oscuramente sentivamo, ma non riuscivamo ad esprimere. Infine, come ulteriore elemento che li caratterizza, l’introspezione, non quella a volte drammatica degli psicoanalisti, ma una versione edulcorata che ci trasmette una visione rassicurante di noi stessi, perché il clima impone buoni sentimenti e pensieri nobili.
Ma la cosa forse più interessante è costituito dai commentatori che scrivono senza dire sostanzialmente nulla che possa aggiungere qualcosa di sostanziale al testo del post a cui si riferiscono. In compenso, abbondano i saluti, i complimenti, le manifestazioni di assenso, che devo dire primeggiano anche in blogs di argomento del tutto differente. Sembra di vedere una piccola comunità attorno a un tavolino, intenta a sorbire lentamente un tè col bricco del latte accanto, come ce li tramanda una certa immagine stereotipata dell’Inghilterra vittoriana, le donne sorridenti con la gonna lunga fino ai piedi, e gli uomini con baffi e basette lunghe perfettamente curate.
Perfino in questi templi del bon ton però, talvolta scoppia un diverbio, ed è interessante osservare come oggetto e decorso del diverbio vengano occultati, tanto che un lettore inconsapevole non capirà nulla di ciò che accade. C’è insomma una cura particolare a preservare quest’ordine così formale, ed anche l’espressione educata di un’opinione difforme, seppure pienamente accettata, non causa dibattito, tanto che viene da immaginare che questa comunità guardi con una certa disapprovazione a simili manifestazioni, quasi come qualcuno che in chiesa parlasse ad alta voce.
ah ah bella l'immagine del tavolinetto! cmq, vincenzo, oltre all'ormai trascurato e banalista occhioclinico (ah bei tempi andati di sano metagiornalismo!), devi sapere che ho un blog personale anche se devo dire non proprio intimista, cui ti invito :) http://nelniflheimr.blogspot.com (e' il diario di bordo della nuova vita nordica). naturalmente niente sesso ne' violenza, ma nemmeno riflessioni o dettagli troppo personali.. pure suoceri e parenti, talvolta, lo leggono!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere da te se il blog può avere un, se pur piccolo, valore educativo, o - quanto meno, la speranza di comunicare qualcosa di positivo. Un diario personale, come scrivi tu, non lo metterei in rete. In effetti ci sono tantissimi blog che si occupano di politica, di economia (anche tu del resto).
RispondiEliminaInsomma dov'è che vuoi arrivare, perché non ho capito bene ....
Ciao Vincenzo,
Lara
E.Sai dirmi dove siamo arrivati?
RispondiEliminaAnt.Ad Atene,ma non sò in quale precisa località.
E.Si,questo ce lo dicevano tutti i passanti.
Ant.Vuoi che vada a domandare il none del luogo?
E.Si,figlia mia,purchè sia abitato.
Edipo a Colono-Sofocle
Daccordo mi piace "impertinente per destino" e la
RispondiEliminavocazione, vogliamo metterla sul piatto?
Hai fatto un'analisi impeccabile della più comune blogosfera ed io vorei rispondere che secondo me tutto questo si fa perchè in fondo siamo tutti narcisisti.
RispondiElimina@ventopiumoso
RispondiEliminaE allora presto verrò a trovarti anche lì :)
@Lara
RispondiEliminaCarissima, in verità non voglio arrivare da nessuna parte, è un post tra il serio e il faceto, ed essere faceti talvolta non mi pare una così brutta cosa. C'è anche del serio, nell'osservare come certe caratteristiche della nostra natura traspaiano anche cambiando mezzo.
Per il resto, sono felice che ci sia in rete tutta questa ricchezza e varietà e che ci sia chi si impegna a praticare l'educazione: fosse sempre così!
@egill
RispondiEliminaMah, preferirei destino a vocazione. Essere chiamati da chi? La vocazione presuppone un soggetto che ti conferisce la missione, e questo confligge con le mie convizioni in proposito :)
@Paola
RispondiEliminaBeh, credo che chi più chi meno, siamo tutti narcisisti. Insomma, non è che volessi criticare questi blogs, voleva essere una benevola ironia, come in passato la feci su altri aspetti della blogsfera. Dirò di più, ho anche incitato i miei pochi lettori a prendere in giro il mio di blog, ma finora nulla. Chissà se ora qualcuno vorrà restituirmi la cortesia... :)
Visto che mi hai messo in confusione, ho scritto un post su questo, almeno in parte. Un post personale, ovviamente :)
RispondiEliminaCiao Vincenzo,
Lara
Non grammaticalmente.Vocazione nell'accezione
RispondiEliminacomune continuare perchè credi sia giusto continuare a percorrere quel sentiero.Chiamato?
da Te!Nulla confligge a mio "vedere".Condivido
la tua critica sul rispondere per cortesia.
:)
RispondiEliminaPer me il blog è pure: " vedere una piccola comunità attorno a un tavolino, intenta a sorbire lentamente un tè col bricco del latte accanto,"...
RispondiEliminaTi ricordo il rispetto altrui.
Ed ora Vincenzo alias (Teseo) come uscirai dal
RispondiEliminalabirinto.Mai far guerra alle donne & company!
Edipo chi ti condurrà a Colono?Comunque non sei
noioso. Non è poco.
@Stella
RispondiEliminaTidirò che sono felice che per te sia anche questo, e che tu abbia l'opportunità di attuarlo. Mi chiedo dove stia il problema. E soprattutto, interpretando la tua ultima proposizione, mi pare di essermi attenuto a un rigoroso rispetto degli altri. A meno che per te rispettare sia non fare osservazioni su quello che gli altri fanno (altra cosa sarebbe se riguardassero quel che gli altri sono).
Del resto, sarebbe buona norma se le regole che rivolgiamo agli altri, provassimo ad applicarle per primi a noi stessi, visto che tu insinui che io sia irrispettoso, e così facendo esprimi un giudizio su di me. Tra l'altro, avevo chiarito già rispondendo al commento di Lara. Però sono contento che tu abbia avuto l'opportunità di farmi la ramanzina, penso che ne avrai ricavato una certa soddisfazione.
No, caro Vincenzo...non è soddisfazione...se lo pensi, ti sbagli, non mi conosci.
RispondiEliminaHo pubblicato un mio post parlando del mio blog e...non di altri e ho invitato i miei lettori a commentarlo... ed è la cosa migliore.
Ero già passata da Lara e ... francamente lì tra le righe mi sono rivista.
Ho tanti lettori, forse questo può dare fastidio?
Le mie storielle melensi le raccontavo pure ai bambini con ottimi risultati educativi...
Nessuna polemica da parte mia, solo un piccolo chiarimento e sfogo.
Anche questo è confronto.
Grazie.