mercoledì 16 febbraio 2011

BERSANI OVVERO COME AIUTARE L'AVVERSARIO E RESTARE SEMPRE ALL'OPPOSIZIONE

Oggi, nell’occhio del ciclone della politica italiana, ci sta la Lega. Il patto scellerato tra Bossi e Berlusconi rischia di provocare i danni più consistenti, oltre che a tutti noi come cittadini italiani, alla Lega. Si osservano già ampie crepe all’interno del gruppo dirigente, come appare più esplicitamente nel caso di Maroni, che non nasconde di propendere per la caduta dell’attuale governo, e tali crepe rischiano di propagarsi parallelamente dal vertice alla base dei leghisti, a cui è sempre più difficile spiegare questa ostinazione a supportare un personaggio ormai così squalificato come Berlusconi. La favola del federalismo diventa sempre più impresentabile per l’evidente gap tra le pompose affermazioni che ne vorrebbero fare quasi una prefigurazione di una secessione di là da venire, e la realtà misera che ne fa semplicemente un cambiamento nella politica dei trasferimenti. Come già dissi in un precedente post, la Lega gioca pienamente nella confusione tra due questioni del tutto differenti, da una parte una radicale revisione nei trasferimenti di risorse tra regioni ricche e regioni povere, cosa pienamente perseguita dal governo, e dall’altra una presunta autonomia impositiva che dovrebbe sancire un progetto autenticamente federalista, e che invece i decreti attuativi elaborati da Tremonti negano, costituendo piuttosto un furbesco aumento delle tasse occultato costringendo gli enti locali a fare il lavoro sporco.

Voglio insomma dire che esistono elementi oggettivi di contraddizione che non potranno essere ignorati ancora a lungo all’interno della Lega.

Cosa ti fa allora Bersani? Io definirei l’intervista rilasciata a Radio padana un decisivo aiuto alla Lega, che le permette di uscire dall’angolo in cui i recenti eventi a carico di Berlusconi l’avevano collocata.

Io non dico che con la Lega non si devono tentare accordi, e che si poteva anche proporre un do ut des tra caduta del governo e federalismo, ma farlo pubblicamente, questo fa assumere all’operazione tutto un altro aspetto. In un sol colpo Bersani ha spiazzato le proprie truppe, una specie di contrordine sulla guerra sinora fatta alla Lega, e nello stesso tempo ha legittimato la dirigenza della Lega nei confronti dei propri iscritti. Non era Bersani che appena poche settimane fa rivendicava il PD come il vero partito federalista, e sconfessava la denotazione di federalismo per i decreti emessi dal governo? Ebbene, concedere il federalismo non significa invece ammettere implicitamente che la Lega vi sta lavorando, che essa esprima un’autentica volontà di introdurre reali elementi di autonomia decentrata? Una contraddizione totale come si vede.

C’è un ulteriore elemento che qualifica negativamente l’operazione di Bersani, ed è quella di ridare centralità a dei dirigenti che l’avevano persa nell’andare a traino alle esigenze dell’alleato. Oggi, un elettore leghista può dire che i suoi dirigenti hanno tante carte da giocare, se perfino l’avversario di sempre offre un patto e lo fa nella maniera più esplicita e pubblicamente. Caro Bersani, chi appare la parte debole e chi quella forte in questa operazione? Bersani afferma che è stato lui a chiedere di essere intervistato. Io, ovviamente, non lo so, ma qualche dubbio che gli sia stata sollecitata lo mantengo. In un caso o l’altro comunque Bersani è caduto in un tranello, o da solo, o spintovi dalla stessa Lega.

Niente da fare, questi dirigenti pare che non riescano a capire che non si possono togliere le castagne dal fuoco agli avversari. Prima, quella netta presa di posizione a favore di Fini nella sua contesa con Berlusconi, ora questa rilegittimazione di un gruppo dirigente leghista assai provato dalle intemperanze dell’alleato, tutto converge nel rendere più difficile un successo elettorale del centrosinistra.

Sarà un semplice errore tattico, o Bersani agisce sotto dettatura di un potere finanziario che scalpita per avere finalmente un governo che governi?

2 commenti:

  1. Per l'Italia al governo TUTTIACASA o SUPERMARIO.
    Però Anche Sant'anche Lei.Non sò che scrivere io
    ho molto rispetto per quel che scrivi Ma a sto'
    punto,vivo lo scenario:-paura,comica non finale
    (purtoppo).Il mio stato d'animo di questo momento.
    E' piena di galantuomini la scena.Eppoi ciò che
    conta è che "Non è per nulla preoccupato".Conterà
    sul carisma forense di Ghidini?ECCETTOLAQUALUNQUE!

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  2. il pd continua a sbagliare non se ne esce...

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