venerdì 4 febbraio 2011

E' L'ORA DI NAPOLITANO

Non v’è dubbio che ieri Berlusconi, che viveva in apnea da qualche settimana, abbia avuto la possibilità di riprendere fiato. Da questo punto, che l’abbia fatto a suo modo, facendo scrivere al parlamento italiano una delle sue pagine più vergognose, non è poi così rilevante. E’ vero, il parlamento ha dichiarato, senza tra l’altro che gli fosse richiesto, che Berlusconi ha davvero creduto che Karima fosse nipote di Mubarak, ponendo così due questioni enormi sulla stessa capacità di intendere e di volere del premier, che evidentemente è così credulone,e inoltre ignora quali siano le modalità interne alla diplomazia per risolvere simili questioni. E’ certamente anche vero che Berlusconi ha esportato un po’ della sua crisi verso la Lega, che, in seguito alla vicenda della mancata approvazione in commissione bicamerale del federalismo municipale, adesso vive giornate agitate sia nei rapporti con la sua stessa base elettorale, che all’interno stesso dei suoi dirigenti, con una chiara incrinatura nell’egemonia dello stesso Bossi. Sul merito del provvedimento, mi ero già pronunciato in un post precedente, e quindi non aggiungerò null’altro in proposito.

Pur quindi non volendo sottovalutare questi due elementi che offuscano per la maggioranza una giornata altrimenti positiva, Berlusconi ha ripreso l’iniziativa e potrà continuare a emettere i suoi proclami riformatori senza attuare alcunché che non siano i suoi personali interessi, ma avendo comunque altre carte per mantenere la sua quota di consenso elettorale.

Si vocifera nei palazzi che ci sia già l’accordo Berlusconi – Bossi per elezioni nella prossima primavera. Questa ipotesi è meno peregrina di come potrebbe apparire, perché l’incapacità ampiamente verificata del governo ad affrontare una crisi per metà importata e per l’altra metà endogena, accoppiata alla malferma maggioranza alla camera, renderebbe questo governo sempre più inviso a un corpo elettorale certo inebetito ma comunque attento al proprio portafoglio. L’ovvia considerazione del perché Berlusconi non si sia dimesso subito rinviando quest’atto di pochi mesi ha anch’esso una risposta possibile, che una cosa è andare a casa per richiesta delle opposizioni, e un’altra sceglierlo da sé in un momento più calmo o comunque meno agitato. A volte, questi apparenti dettagli possono essere decisivi per l’esito delle elezioni, cosa che apparentemente l’opposizione non è in grado di comprendere.

Ancora una volta sembrerebbe che l’opposizione abbia perso un’ulteriore occasione per mettere il crisi gli avversari, di cui ora deve subire l’iniziativa, fosse anche solo mediatica.

Per questo, qui sostengo che sia l’ora di Napolitano. La questione che si è posta con la vicenda del federalismo municipale è certamente complessa, come ha giustamente detto Fini, è senza precedenti, e credo che anche i più quotati esperti di diritto amministrativo abbiano difficoltà a esprimere un giudizio sulla correttezza dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di ieri. Ciò in ogni caso da’ spazio al Capo dello Stato per non firmare il provvedimento, se non altro di fronte all’irrittualità e ai dubbi che tutti lecitamente possono manifestare.

Stavolta quindi, io stesso, da semplice cittadino, tiro per la giacca il Presidente, ma vorrei sostenere che questo Napolitano lo deve al paese perché per due volte, apparentemente solo per errore, ha fornito ossigeno al premier. La prima volta, quella più evidente, è stato quando ha chiesto alle opposizioni, incluso il Presidente della Camera, di rinviare la calendarizzazione della mozione di sfiducia al governo a dopo l’approvazione della finanziaria. Come tutti sanno, quel mesetto regalato a Berlusconi, gli ha consentito di conquistare alcuni parlamentari, il cosiddetto gruppo Moffa in primis, che hanno capovolto l’esito della votazione, regalandogli la bocciatura della sfiducia del 14 dicembre. Al 99%, l’esito sarebbe stato opposto se si fosse votato in novembre, non avendo in quel caso il premier il tempo di organizzare il mercato delle vacche che continua ancora oggi.

Ma anche più di recente, i continui e pressanti inviti di Napolitano ad abbassare i toni, hanno senza dubbio permesso a Berlusconi di iniziare la manovra per uscire dall’angolo, poi perfezionatasi ieri con la conquista di altri due parlamentari.

In altre parole, chi ha fatto la frittata, adesso ci metta la pezza. Mi sente, Presidente?

10 commenti:

  1. È quello che dico io da un bel po' ormai. Questa situazione non è sostenibile. Napolitano deve fare qualcosa. Credo che nella Costituzione ci siano le chiavi giuste, e che per trovarle non occorra scavare molto.

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  2. «Il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall’art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. Pertanto, il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo».

    Direi che sei stato ascoltato!:-)
    Luposelvatico

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  3. Sì, ma io vorrei che qualcuno mi spiegasse se il rifiuto di Napolitano di firmare il dl è solo un rinvio o l'affossamento del suddetto dl? Perchè Bossi, dalle sue prime dichiarazioni, è come volesse far capire che si tratta di un semplice slittamento di qualche giorno e che quindi, una volta riferito alle Camere, il decreto passerà tranquillamente. E' così o sta bleffando?

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  4. No, purtroppo Bossi non sta bleffando:sarà sufficiente un passaggio di comunicazione alle Camere, dopodichè il decreto sarà "ricevibile" e firmabile. La legge 42 è chiara al riguardo, e se rispettarla serve ai loro scopi lo faranno (vantandosene pure).

    Luposelvatico

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  5. E allora siamo fottuti! :-(

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  6. ornella da mo' che siamo fottuti

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  7. NAPOLITANO E' IL PRESIDENTE DELLA REBUBLICA ITALIANA. Sarebbe il caso di prendere una
    posizione magari elidendo la padronanza del
    linguaggio (benvenuta,sempre)Dicendo un semlice
    NO che tutti capiranno senza fraintendimenti!
    E'questo che mi aspetto dal mio PRESIDENTE,della Republica Italiana Giorgio Napolitano.

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  8. Stavolta sono stato profetico :-D
    In realtà, non è che fosse così difficile prevedere questa evoluzione.
    Sui futuri sviluppi, non sarei così certo, visto che in un tale quadro politico si naviga a vista.

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  9. Bisogna riconoscertelo, Vincenzo.
    Sei stato profetico.
    Ma, come dice Ornella, siamo fottuti!
    Ciao e buona giornata,
    Lara

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