sabato 13 febbraio 2010

LA PAR CONDICIO

Da dove si voglia prenderla, la questione della “par condicio” rimane inevitabilmente controversa. Se vogliamo fare un po’ di storia, la legge è stata approvata quando il centrosinistra stava al governo, con l’esplicito intento di impedire gli spot elettorali a pagamento che naturalmente il signor B. utilizzava a tappeto sulle sue stesse TV. Ora invece, la Commissione di Vigilanza ha assunto un provvedimento che è interamente riferito alla RAI, apparentemente un effetto paradossale perché, imponendo solo alla RAI il rispetto di certe regole, indirettamente finisce col favorire le TV private, segnatamente proprio il gruppo Mediaset. Ciò è sufficiente per spiegare il voto favorevole del centrodestra al provvedimento. Rimane da capire perché il membro del partito radicale abbia aggiunto il proprio voto a quelli del centrodestra, determinandone l’approvazione, visto che proprio quel voto era fondamentale per raggiungere la maggioranza.

In sostanza, dalle parole che la Bonino ha pronunciato all’ultima puntata di “Annozero”, sembra trasparire quella che io definirei la nostalgia della comunicazione politica come elemento di massima rilevanza nella programmazione TV. La Bonino si lamentava, credo a ragione, dello spazio angusto e marginale che nelle ultime tornate elettorali è stato assegnato alla comunicazione politica, intesa come partecipazione diretta ed ufficiale dei partiti.

Il problema però è ben più vasto, riguarda, credo, cosa è diventata ai nostri giorni la TV. Se la comunicazione politica viene relegata in fasce orarie marginali, ciò non è certo dovuto a una cattiveria da parte della RAI, è dovuta alla necessità di fronteggiare la spietata concorrenza delle TV private. E chi in prima serata si va a seguire la tribuna elettorale? Così, le tradizionali ripartizioni tra informazione, spettacolo, politica e tutto il resto non reggono più, e in particolare anche l’informazione politica finisce per diventare spettacolo, ed attraverso ciò, ascolti. E’ evidente che un determinato programma di informazione politica, con un determinato conduttore, è in grado di determinare una certa influenza negli ascoltatori, ma da qui sembra impossibile uscirne in una maniera regolamentata rigidamente. D’altra parte, considerato il tutto con maggiore attenzione, nessun programma o quasi sembra potersi chiamare fuori. Basti pensare ai notiziari, ormai diventati anch’essi spettacoli, senza più neanche fingere di rappresentare veicoli di informazione in qualche modo imparziale.

Alla fine, la mia conclusione è che l’unica soluzione starebbe nel proibire le trasmissioni TV nella loro globalità, d’imperio. Naturalmente, è una decisione così impopolare e così contraria agli interessi dei potenti, che non ha alcuna possibilità di trovare attuazione alcuna. Non ci resta a questo punto che subire gli effetti nefasti della TV, inevitabili sia in presenza della par condicio che in sua assenza.

13 commenti:

  1. ...tanto, nel caso le "maggiori" tv private non osservassero (facendo magari fare propaganda ai conduttori direttamente, come già è successo) eventuali auto-disposizioni anche nei propri confronti, ha(nno) sempre quel popo' di miliardi per pagare le multe (o no? cioè, no che non le pagano, non che non hanno i miliardi!)

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  2. Io trovo assurdo che abbiano annullato la trasmissione su Bachelet per il solo fatto che vi era compresa un'intervista al figlio, appartenente al PD! Ma quanti di noi sapevano che il figlio di Bachelet è del PD? Io no, per esempio. E poi avrebbe parlato del suo rapporto col padre, non di politica!

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  3. dico, ma vogliamo scherzare???? annullata una trasmissione religiosa perchè c'era il figlio di Bachelet? ma che cacchio di tv è???
    allora la prossima volta cosa faranno? non trasmetteranno una messa perchè Ponzio Pilato non può replicare a Cristo???
    maandasseroaffanculova!!!
    scusa lo sfogo ma non so se sbellicarmi dalle risa o piangere...

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  4. p.s. Bachelet tra l'altro fu ucciso dalle BR! non penso che ciò porti milioni di voti alla sinistra!

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  5. Difatti il problema è molto più strutturato ed affligge le fondamenta della comunicazione televisiva: una grandissima porzione del pubblico televisivo non nutre un grandissimo interesse verso l'approfondimento giornalistico.
    Ed è vero, come afferma l'onorevole Bonino, che l'informazione politica oramai è relegata agli spazi angusti. E che spesso assume l'aspetto prevalente dello spettacolo più che della reale "possibilità di informazione".

    Mi chiedo solo se lei crede, davvero così in buona fede, di aver dato un aiuto in questo senso con il voto espresso in Commissione di Vigilanza Rai.

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  6. I più giovani non se la ricorderanno, ma una volta c'era "Tribuna Politica": pallosissima, ma di reale approfondimento. Un politico sottoposto al fuoco di fila delle domande dei giornalisti. Ho pensato a quella trasmissione, in questi giorni. E sono contenta di non essere stata la sola.

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  7. @Angie
    Sul fatto che sarà coinvolta solo la RAI, mi pare che convengano tutti senza eccezioni.

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  8. @Ornella
    A me pare una più o meno garbata polenmica della RAI verso la Vigilanza, per mostrare l'assurdità della delibera di applicazione della par condicio. Stavolta, non si sono messi d'accordo e si fanno i dispetti, magari ai nostri danni.

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  9. @Fabio
    Come dicevo ad Ornella, la trasmissione con Bachelet ha finito per fare da capro espiatorio della polemica RAI - Commissione di Vigilanza

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  10. @Alessandro
    Mettendo da parte la mia ipotesi evidentemente provocatoria di spegnere tutte le TV, non rimane che arricchire l'offerta televisiva sul terreno dell'informazione. Questo non garantisce un'informazione davvero pluralista, e confligge con le esigenze di audience e delle risorse finanziarie collegate. Infatti, avere tanti talk-show politici ne ridurrebbe inevitabilmente l'appetibilità (chi si sorbirebbe venti di queste trasmissioni in una settimana?).
    Io davvero non so se queste trasmissioni informino o disinformino, e quindi continuo a non vedere nessuna soluzione all'orizzonte (tranne quella provocatoria iniziale).

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  11. @BC
    Le tribune politiche di una volta facevano parte di una TV didattica come ho già detto da qualche parte su questo blog. Pensare che ci sia tanta gente che voglia seguirle oggi, da parte di un pubblico cresciuto da Costanzo e dalla De Filippi, mi pare una pia illusione.

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  12. Di fatto abolisci la tv tutta intera LOL! Si potrebbe fare, ma qualcosina di sky lo lasciamo :-)))?

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  13. @Daniele
    Sì, abolirò tutte le Tv quando diventerò il dittatore dello stato libero di Bananas :-D

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