venerdì 11 dicembre 2009

RUBRICA DI POLITICA INTERNA N. 18: UN APPELLO

Ormai la situazione appare in tutta la sua evidenza: il signor B. non arretrerà di un pollice dalle sue posizioni, ed è disposto a sacrificare lo stesso sistema istituzionale italiano ai propri interessi politici, economici e giudiziari. Abbiamo, ed io forse più di altri, a lungo analizzato i vari passaggi che sempre più sembravano metterlo in un angolo e, pur consapevoli della natura del personaggio, sembrava che egli dovesse ad un certo punto prendere atto della situazione in cui egli stesso si era cacciato. Ora è chiaro che non è così. Ieri non ha esitato ad attaccare Corte costituzionale, giudici, Capo dello Stato, e successivamente anche Presidente della Camera. Questo atteggiamento ci pone in una fase di obiettiva emergenza, e che per l’appunto richiede a quanti in questo paese hanno un atteggiamento tuttora responsabile di assumere comportamenti adeguati alla gravità degli attacchi portati alla Repubblica nata dalla Resistenza. Qui, naturalmente, poco importa che tali attacchi provengano da una persona che tuttora riscuote un notevole consenso: questo consenso non può essere utilizzato per giustificare comportamenti che ormai pongono il signor B. al di fuori dell’ordinamento istituzionale costituzionale.

Vorrei innanzitutto rivolgere un appello a coloro che per il loro ruolo istituzionale possono svolgere un ruolo adeguato ad assumere decisioni all’altezza del momento. Partirei dalla massima autorità che finora ha mostrato un comportamento del tutto insoddisfacente ai fini del contenimento dell’azione potenzialmente eversiva del signor B. Mi chiedo se ora, dopo che i suoi tentativi di mediazioni, invero non condivisibili da tanti di noi, quel volere gettare acqua sul fuoco ad ogni costo, quello che a taluni è apparsa come un’acquiescenza al premier, sono chiaramente falliti, ora che malgrado questi precedenti il signor B. non ha esitato un istante a sferrare un attacco frontale alla stessa sua persona, Napolitano voglia svolgere con consequenzialità e senza calcoli di opportunità politica contingente il ruolo che la Costituzione gli assegna: mi pare che sarebbe ora, Presidente!

Mi chiedo ancora se tra i parlamentari della maggioranza ci sia ancora qualcuno che ritenga di potere esprimere un’opinione ed abbia una residua sensibilità verso questa Repubblica, senza obbedire ciecamente al signor B., o al suo sodale Bossi. Mi chiedo se anche nel mondo dell’informazione sia possibile usare l’arma sistematica della menzogna e dell’occultamento dei fatti senza sentire di avere tradito la propria professione, i propri lettori, lo stesso senso della propria vita. Mi chiedo ancora se esistono imprenditori, istituzioni finanziarie, che colgano le implicazioni che la dittatura sostanziale che il signor B. vuole imporre all’Italia, possono avere sullo stesso comparto economico, sulla loro tanta amata libertà di mercato.

A coloro che, come me, sono privi di poteri specifici, chiedo di svolgere il ruolo più importante, di dare la spallata che è necessaria per disarcionare il signor B., con la speranza che molti altri siano disarcionati nella stessa fase. Questo forse costituisce l’ostacolo più grosso, la paura di vassalli e servitori vari di essere coinvolti nella rovinosa caduta del loro capo. Ebbene, questa paura non puà essere vinta tranquillizzandoli, moderando la forza dell’attacco, e rendendolo più mirato. Ciò è quello che finora si è fatto con scarso successo: non resta adesso che usare il terrore, fare capire loro che se non si smarcano da subito dal signor B., la loro sorte sarà triste, perché dovranno pagare per i tutti i danni procurati a questo paese da iniziative da loro condivise a vario livello di responsabilità.

Non è più tempo di passeggiate per le strade delle nostre città, la vera azione va svolta lì dove si opera, bloccando l’attività in scuole, università, settore trasporti, fabbriche, uffici pubblici, banche. E’ il tempo che chi lo sente, si svegli, e riprenda il protagonismo che compete a ciascun cittadino di uno stato democratico. Che il paese venga bloccato, paralizzato! Se si lotta, lo si deve fare per vincere, non è più tempo di atti dimostrativi, di segnali da mandare. I segnali sono arrivati chiari e forti, ma non sortiscono alcun effetto, questo è ormai chiaro. Ci vuole una vera e propria rivolta civile, un rifiuto assoluto di svolgere i propri compiti ordinari in presenza di un attacco di questa portata alle nostre istituzioni democratiche. Speriamo che Il Presidente della Repubblica non chieda ancora una volta un armistizio, speriamo che ciò che ha così tanto tardato a capire, gli sia a questo punto chiaro ed esplicito. Ci vuole una lotta che non può che essere la lotta finale, perché è chiaro che non abbiamo più nulla da perdere, la pervicacia con cui il signor B. coltiva i suoi personali disegni eversivi toglie ogni dubbio sull’ipotesi che egli possa pacificamente venire a più miti consigli. Questo è un appello che lancio da questo blog, sperando che venga raccolto e amplificato adeguatamente, per giungere alla fine a una platea abbastanza ampia, almeno alcuni milioni di persone.

36 commenti:

  1. Sottoscrivo in toto il tuo appello ma è una caratteristica di molti italiani quella dell' "Armiamoci e partite!" Cioè ci si aspetta sempre che siano gli altri ad esporsi, salvo poi godere dei frutti raccolti. Sai quante incazzature a scuola quando veniva proclamato uno sciopero e ci ritrovavamo in 3 o 4 a parteciparvi su 60 docenti! Questo perchè, pur condividendone i motivi, non volevano però perdere i soldi. Tu lo sai, con me sfondi una porta aperta, io ho sottoscritto con tanto di nome e cognome tutti gli appelli apparsi nei vari giornali, non ultimo quello di Saviano, in difesa delle istituzione e della libertà di stampa. Ormai da 2 anni sono pensionata e di più non posso fare, a parte quello di divulgare il tuo appello e scendere in piazza se si organizzasse una manifestazione di protesta. Tu dici che li dobbiamo terrorizzare, purtroppo quella ad essere terrorizzata sono io!

    RispondiElimina
  2. Mi pare che il No bday, partito dalla rete, sia stato già un buon inizio. Oltre che con le parole e le manifestazioni, le cose si cambiano soprattutto con le azioni e le scelte quotidiane di ogni singolo.

    RispondiElimina
  3. Giusto. Solo che il panorama é di totale decadenza. Un po' come quando la Repubblica di Roma ed il Senato Romano erano in totale sfacelo e corruzione. Presto si arrivò all'Imperatore all'uomo forte ed al cambiamento delle regole. Difficile trovare nell'arco politico-isitutuzionale attuale qualcuno che possa difendere le istituzioni. Mi spiace dirlo ma Napolitano é solo un passacarte e nell'opposizione c'é un marasma tale che nessuno più ascolta nessuno.

    La gente.... molti sono cmq affascinati da chi fa quello che oggi molti vorrebbero fare perché figli di una cultura oramai allo sbando, e cioé: " i cazzi propri" (scusa l'espressione colorita) senza minimamente curarsi del prossimo.

    Ecco perché se non proprio il 68% di consensi siscuramente non é sotto il 40%

    Ed anche questo deve farci riflettere....

    RispondiElimina
  4. Non ho ben capito cosa vuoi fare: la guerra civile? La rivoluzione? Lo sciopero della fame? E di quale terrore parli?? A me già la parola terrore mi terrorizza.
    Lanci un appello affinchè le persone "normali" si rifiutino di adempiere ai propri compiti... E poi? Che faccio, domani non cucino e non lavo e non pulisco e giro per casa con un cartello "go home Berlu"? Già i miei figli mi danno della sfasata, non peggioriamo le cose. Che fare? Bho!!
    Aspetto istruzioni più concrete.

    RispondiElimina
  5. @Ornella
    Io sono preoccupato, timoroso, ma decisamente non terrorizzato: è una differenza importante, perchè il terrore paralizza, il timore stimola al contrario a reagire per salvarsi.
    La tesi che propongo è quella di una grande rivolta civile che parta dal basso, non certo dai partiti che, se dovessimo fare un'analisi puntuale formazione per formazione non potremmo che dirne il peggio senza eccezioni.
    E' un fatto che esistono in Italia almeno alcuni milioni di persone che ritengono incompatibile con l'ordinamento uscito dalla Resistenza l'attuale governo e segnatamente il suo premier.
    Io parterei da qui. Non v'è dubbio che si tratti di una minoranza, ma rappresentiamo comunque una significativa minoranza, in grado, se lo volesse, di paralizzare il paese. Secondo me, è quello che dovremmo fare, ritenere l'attuale governo, l'attuale legge elettorale e il Parlamento così eletto incompatibili con la nostra concezione della democrazia. Forse riusciamo a svegliare tanti altri Italiani che, imbambolati dai messaggi TV, sarebbero in grado di uscire dallo stato di ipnosi in cui sono immersi. L'ambizione cioè è quella di diventare maggioranza, di innescare un processo i cui sviluppi non sono a tuttoggi prevedibili, ma nella situazione data mi pare che si rischi davvero poco.

    RispondiElimina
  6. @Lucien
    Delle azioni dei singoli, finchè rimangono individuali, mi pare che sia evidente che ai potenti non importano. Quello che mi pare di scorgere è che anche le passeggiate di ogni colore lascino il tempo che trovano. Forse non si misura ancora nell'opinione pubblica democratica la gravità del gesto politico del signor B. a Bonn, un attacco delle cui violenza e volgarità non se ne ha alcuna memoria dalla fondazione della nostra Repubblica. E' un colpo di cannone a cui non possiamo rispondere con un lancio di pietre, la risposta deve necessariamente essere adeguatamente forte, pena la sua inutilità.
    Personalmente, non sono disposto a spendere neanche un minuto del mio tempo per lottare se non vedo una strategia vincente. Quella che io vedo è appunto una vera e propria rivolta civile, una paralisi delle attività nel nostro paese che apra gli occhi di persone ormai rese cieche. tanto da non percepire che siamo già fuori da un regime democratico, incamminati verso una dittatura, magari anomala, ma sempre di dittatura si tratta.

    RispondiElimina
  7. @Daniele
    Come dicevo altrove, non v'è dubbio che siamo in minoranza, ma comunque abbastanza da paralizzare l'attività del nostro paese. Questa sottospèecie di normalità con cui viviamo il tempo presente, sempre più condizionati, sempre più poveri, sempre meno felici, dev'essere spezzata. Dobbiamo dire a quelli attorno a noi che ci stanno rubando tutto ciò che conta, e non a parole, ma dobbiamo dirlo con i fatti.

    RispondiElimina
  8. @Fuma
    Chi lavora a casa, si prepari adeguatamente ad un periodo d'emergenza. Chi lavora, entri in sciopero, come primo passo. L'importante è che ci sia una parola d'ordine unificante: fuori gli attuali governanti. Si potrebbe poi andare a un governo d'emergenza che avesse un unico compito: cambiare la legge elettorale, e poi subito al voto, possibilmente con formazioni politiche nuove e con persone nuove.

    RispondiElimina
  9. Tu cosa stai organizzando, nel tuo ambiente, per dare questa spallata?
    Non credo che tu sia il tipo da dire: "Armiamoci e partite":-D

    RispondiElimina
  10. Sottoscrivo in toto il tuo appello, parola per parola.
    E mi permetto anche di aggiungere una doverosa dissertazione su ciò che riguarda il diritto di critica o di appunto alle istituzioni.

    Un appello come questo, in un altro contesto, in un altro momento, qualcuno non avrebbe esitato troppo a definirlo ancora una volta "attacco all'istituzione della Presidenza della Repubblica".
    In questo paese in troppi fanno ancora fatica a distinguere il regolare, civile e rispettoso diritto di critica all'operato anche della massima autorità dello Stato e, dall'altra parte, l'attacco all'istituzione in quanto tale, con tanto di minaccia di modifiche costituzionali.

    Il problema è che ad avallare questa confusione sono stati in primis quelli che avrebbero dovuto fare appelli come il tuo, sedendo tra i banchi dell'opposizione. E che non l'hanno mai fatto, occupandosi esclusivamente di colpire allo stesso modo "appelli" e "minacce".

    RispondiElimina
  11. questo monocratico essere sta facendo correre agli italiani, compresi quelli che lo appoggiano, il gravissimo rischio di ereditare un paese in pezzi... va spazzato via, e quello che tu auspichi dovrebbe assumere reali sembianze.

    RispondiElimina
  12. D'accordo, Vincenzo. Mr B. non arretrerà di un pollice e - pervicacemente - perseguirà il suo ormai scoperto obiettivo di sovvertire questa nostra povera Repubblica.
    D'accordo: sono certa che anche nella maggioranza, nel mondo dell'informazione, della finanza e dell'imprenditoria ci siano persone che hanno capito il suo sporco gioco, e che vogliono dire "basta!".

    E ora veniamo a noi.
    Supponiamo di essere in milioni ad incrociare le braccia, riuscendo a paralizzare la vita civile del paese. E dopo? Che succederà? Napolitano scioglierà le Camere? Indirà nuove elezioni? O chiamerà qualcuno a formare un governo "tecnico", come si diceva una volta?
    O darà l'incarico ad un politico per un nuovo governo politico? E a chi, Vincenzo?
    A Fini, cui parte della sinistra non perdona il proprio passato? A Draghi, già conteso in Europa per altri incarichi? A Luca Cordero? A Bersani? O si opterà per una grosse Koalition come in Germania? O ad un governo tipo "Comitato di Salute Publica" post rivoluzione francese?

    La tragedia dell'Italia è sicuramente Mr. B..
    Ma disgrazia più grande è - a mio parere - non riuscire a vedere un possibile "dopo B.". I padri fondatori della nostra Repubblica e gli estensori della Costituzione, dopo l'esperienza del fascismo e della guerra, riuscirono, nonostante provenissero da schieramenti ideologici diversissimi, a lavorare insieme per il bene dell'Italia: leggiamo i loro nomi e - ti prego - prova a sostituirli con nomi di "politici" attuali che possano lavorare insieme con lo stesso spirito di servizio dimostrato dai loro predecessori.
    Io non ci sono riuscita.

    E scusa la prolissità del commento: ma "mi ami" (??) nonostante...

    RispondiElimina
  13. @Kinnie51
    Io nel mio ambiente tento di mantenere la mia coerenza e ti assicuro che non è cosa facile, se si vuole continuare a fare davvero la propria professione. Un ambientaccio il mio, ed io sono conosciuto ed isolato per le mie idee. Mantengo quel livello minimo di comunicazione che mi permette di condividere le strutture per lo svolgimento della mia ricerca a cui tengo tanto.

    RispondiElimina
  14. @Alessandro
    Spero proprio che esprimere il proprio dissenso rispetto ad alcuni atti di Napolitano non possa considerarsi una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Trovo molto meno rispettoso tacere fingendo di condividerli.

    RispondiElimina
  15. @Maria Rosaria
    Sì, il monocratico essere, come appropriatamente lo chiami tu, ha compiuto con le sue recenti dichiarazioni, un salto in avanti verso l'esplicita messa a repentaglio degli equilibri istituzionali di questo paese. Non capisco cos'altro dovrebbe fare per suscitare una reazione generalizzata.

    RispondiElimina
  16. @BC
    Potrei dire che ti amo innanzitutto per il tuo prezioso contributo, per niente prolisso :)
    La mia ipotesi è, come ho scritto in un commento precedente, di avere un governo di emergenza per permettere di fare una legge elettorale. Il mio modello è quello dei collegi uninominali, ma si può anche tornare alle preferenze. L'importante è cambiare quella attuale che non permette di eleggere i parlamentari, nominati dai loro "padroni".
    Cambiata la legge elettorale, si dovrebbe andare a nuove elezioni, sperando che tutto questo processo nell'emergenza rinsavisca un po' dei nostri concittadini.
    Chi dovrebbe essere il Capo di questo governo non è così importante, visti i compiti limitati, potrebbe andare bene Fini, o anche Tabacci, diciamo che il requisito minimo è che sia una persona educata, ciò sarebbe sufficiente, io credo.
    Per il resto concordo con te sul fatto che il signor B. è il sintomo, non la malattia dell'Italia, un effetto, non la causa. La mia speranza quindi sta tutta nell'ipotesi di suscitare un processo di crescita culturale e politica della nostra nazione: è successo nella storia in fasi di emergenza, abbiamo diritto a sperare che possa avvenire anche oggi.

    RispondiElimina
  17. Perché allora non continuiamo questa "lista" e non le diamo voce e visibilità? Ai nomi che hai fatto, aggiungo quello di Furio Colombo.
    Prova a far tirar fuori qualche altra proposta dai tuoi aficionados: magari poi potremmo fare un appello vero e proprio!

    RispondiElimina
  18. Sono d'accordo praticamente con tutto quello che hai detto. Ti risparmio il solito distinguo sul Presidente della Repubblica, sai come la penso. Allo stato è rimasto l'ultimo baluardo al regime. Reggerà da sola la Presidenza della Repubblica? Non lo so, temo di no. La situazione si è incancrenita, il lavoro fatto ai fianchi della società sta dando i suoi marci frutti, vedo l'Italia come un paese stanco molto stanco, stremato che non ha più forza di reagire. Reagirà infine quando lo staranno soffocando, quando mancherà il respiro. Non credo di essere melodrammatico anche se vorrei esserlo. Sto pensando, sto temendo la guerra civile, gli scontri di piazza ed i morti. Sto pensando che la Costituzione la devono difendere in caso di attacco le persone. Il problema è che non ci sono persone all'altezza. Temo veramente, e non sono un ragazzetto esaltato che se qualcuno non si prende le sue repsonsabilità l'alternativa sarà la difesa per le strade. Ora sarebbe giunto il momento di smentire Gramsci quando parlava di sovversivismo delle classi dirigenti. In questo momento la classe dirigente è chiamata alla difesa del sistema, è la prima volta che le capita nella storia una responsabilità democratica così drammatica, sarà all'altezza? Ho letto con piacere e con un certo sollievo l'attacco frontale al premier fatto da Bertelli (amministratore delegato del gruppo Prada) certo se è l'inizio di un risveglio è importantissimo. Ci spero caro Vincenzo che siano rimasti degli anticorpi nella classe dirigente. Ora o mai più. Quanto al popolo, stiamo metà e metà e siamo tutti stanchi e sfiduciati. Certo prima del diluvio c'è l'Europa, ci aiuteranno se la situazione precipita ma non so fino a che punto potranno spingersi. Certo c'è la Presidenza americana, ma qui entriamo in scenari di fantapolitica anche se le ripercussioni di un'Italia sotto golpe sarebbero a livello mondiale e porterebbero degli strascichi drammatici e livello economico per tutta l'europa ed anche fuori...
    ciao, silvano.

    RispondiElimina
  19. @BC
    Bene, datevi da fare allora, come sollecitato da BC, sollecitazione che faccio anche mia :)

    RispondiElimina
  20. @Silvano
    Sì, anch'io sono stato alquanto rinfrancato dalle parole di Bertelli. Sai, io penso che non abbiamo il diritto di essere sfiduciati. Sembra una cosa paradossale, ma penso davvero che abbiamo dei doveri, soprattutto direi verso le nuove generazioni. Forse il nostro dovere è regolare i conti con le nostre generazioni, e poi lasciare ai più giovani l'iniziativa per la ricostruzione. Dico noi, ma tu certo sei molto più giovane di me. Ma almeno questo vecchio di 73 anni che si ritiene eterno, questo bisognerà farlo uscire dai posti di comando.

    RispondiElimina
  21. ciao sono roberto,ho visto il tuo blog tramite quello di 31 canzoni...olto interessante..ho una casa editrice,piccola,ma distribuiamo a livello nazionale.se ti va fatti un giro nel mio blog..è musicale..

    RispondiElimina
  22. @brazzz
    Benvenuto Roberto nel blog, spero di vederti qui spesso. Come si desume dal mio blog, ho scritto un libro, e altri spero di scriverne. Chissà che non possa contare sulla tua casa editrice per la pubblicazione :)

    RispondiElimina
  23. Personificando un po' la situazione attuale di questo nostro Paese che io amo tanto, mi stanno bene anche i Tabacci e i Furio Colombo ma se non ci sbrighiamo temo che verrà lasciato alle generazioni più giovani un paese scassato in tutti i sensi.
    Mi sono venuti in mente Masaniello e Ciceruacchio
    chissà perché.
    Escluso ogni riferimento alle due persone prima citate.
    ps. Mi dispiace non saper aggiungere valide argomentazioni a questa interessante discussione.

    RispondiElimina
  24. La reazione è quasi sempre sterile... indica comunque "dipendenza" da chi agisce... in questo caso il nano di arcore
    Quello di cui abbiamo bisogno è un progetto di società che coinvolga e aggreghi un blocco sociale che sia alternativo al berlusconismo....
    Le proteste, anche se sacrosante, sono sempre contro mai a favore di qualcosa...

    Buon tutto

    mirco

    RispondiElimina
  25. Faccio mio tutte le tue cosiderazioni, e faccio rilevare, come intelligentemente ha fatto un mio amico blogger, Anellidifum0, cheil nostro capo del Governo dovrebbe essere denunciato per vilipendio alla Costituzione,ma nessuno si è permesso di farlo.
    La verità è che pochi hanno capito il peso delle sue terribili e scandalose dichiarazioni, assuefatti alle "bravate" dei nostri politici, quelle verbali, che non fanno più notizia e oramai disamorati del nostro paese allo sbando.
    Io un'idea ce l'avrei per smouvere le cose,una cosa piccola, un pò dispendiosa ma forse concreta:sommergere con lettere ( non email, badate ma prorpio lettere con tanto di francobollo e tanta, tanta carta...)gli indirizzi privati e pubblici del capo del Governo e di chi per lui con una frase ad effetto da studiare e 5 proposte per migliorare l'Italia; ma concrete ovviamente, e fargli vedere concretamente che esiste un Italia che è ancora dignitosa e amorevole.
    Chissà, forse la cosa potrebbe servire...era a questo che alludevo quando intendevo intitolare l'iniziativa "Caro Presidente"
    Che ne pensi?
    Un cortese e caro saluto.

    RispondiElimina
  26. @Aldo
    Grazie delle tue parole che mostrano una consonanza tra noi.

    RispondiElimina
  27. @Mirco
    Io un progetto di politica e società alternativa ce l'ho, ed ho scritto anche un libro su questo argomento. Io dico allora: creiamo una situazione dinamica, di grandi cambiamenti, e in questa fase io metterò le mie convinzioni, come altri faranno con le loro, e poi si vedrà. Oggi come oggi, non vedo crescere attorno a quelle che sono le mie idee quel consenso, ma soprattutto quella entità collettiva che possa farne un elemento di attualità. Non si tratta quindi di una reazione passiva, ma di innescare un processo virtuoso, partendo dal simbolo stesso della menzogna sistematica che caratterizza le moderne società sedicenti democratiche.

    RispondiElimina
  28. @Luce
    Con la mia solita franchezza, ti devo dire che l'iniziativa che prospetti non mi pare adeguata. Non è più tempo di gesti dimostrativi, dicevo. Se si coagula una volontà di rivolta democratica, allora sarò disposto a spendere grandi energie su questo rpogetto, ma in caso contrario, lo dico esplicitamente, neanche un minuto. Continuerò ad analizzare la situazione politica, mettendo a disposizione le mie riflessioni a chi le ritiene in qualche modo utili, ma niente passeggiate, nè gesti dimostrativi e simbolici. L'unica via mi pare impedirgli fisicamente, bloccando ogni attività sociale, di governare.

    RispondiElimina
  29. Per me va bene, è ora di dire basta.

    RispondiElimina
  30. Bene allora facciamolo... Diciamo basta.
    Ma in quanti ci seguiranno? Gli italiani sono ancora in grado di lottare per la democrazia....?

    RispondiElimina
  31. Allora, facciamo così: io mi posso impegnare a scrivere un appello formale, ma poi ci dovremmo impegnare a raccogliere tutti quanti le firme, a dargli visibilità: perchè, sia chiaro, se non arriva sulla stampa nazionale, è come se non avessimo fatto niente.

    RispondiElimina
  32. Io sono con te Vincenzo, scrivi e vediamo, l'importante è fare qualcosa, io sono sempre per la democrazia delle parole e dei fatti civili
    Poi dopo ieri io sono abbastanza spaventata.
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  33. @Luce
    Grazie della tua disponibilità. Come dicevo, nella bolgia che è seguita al pugno al premier, non ci si raccapezza più, per cui siamo in standby: forse le acque si calmano un po' e possiamo finirla di occuparci di gesti che io giudico semplicemente di cronaca nera.

    RispondiElimina
  34. Purtroppo non ho tempo per commentare adeguatamente, ma sono d'accordo con quanto hai scritto.
    Come uomo, dico che preferisco Tabacci a Fini. E' persona con alto senso della democrazia e dello Stato, un uomo dignitoso e intelligente. Il contrario del premier, insomma.

    RispondiElimina
  35. Adesso sono in ufficio, mi guardo intorno, sento i discorsi, e mi pare difficile vedere queste stesse facce in piazza a manifestare e scioperare per i propri diritti.
    Nella mia azienda, su un migliaio di dipendenti, all'ultimo sciopero dei metalmeccanici abbiamo scioperato in 10.
    Ma non è neanche il numero a mettere tristezza, ma la sensazione di essere "additato" dagli stessi colleghi.

    Quello che voglio dire è che finchè l'italiano medio additerà l'onesto e premierà il furbo ed il disonesto, ci saranno sempre tanti craxi e berlusconi al governo.
    Continuando cosi arriveremo alla guerra civile, probabilmente, ma se l'italia non cambia la marcia culturale passeremo soltanto da un potere ad un altro, più furbo ed opportunista del precedente.

    Non fraintendetemi, non voglio dire che non serva scioperare, ci mancherebbe!
    ma non credo sia sufficiente, se non si cambia stile di vita, cosa difficile ma tutt'altro che impossibile.

    RispondiElimina
  36. @Gigi
    Io sono d'accordo con te: c'è una devastazione culturale che rende difficile ogni inziativa politica, la situazione è obiettivamente complessa, ma non bisogna arrendersi.

    RispondiElimina