Vorrei qui commentare un post recentemente apparso in uno dei blogs che frequento, sperando di non tirarmi più polemiche di quelle strettamente necessarie. Esso riporta la deliberazione seguita a una riunione di lavoro di un coordinamento di forze di sinistra, che si riconoscono nella sigla Rete@Sinistra.
Ne parlo perché non condivido questo documento che, al contrario, mi appare come sintomo di un grave stato di confusione di quest’area politica. Il modo critico in cui ne parlo nel proseguo, lungi dal volere essere una vuota polemica fine a sé stessa, avrebbe piuttosto lo scopo di portare un po’ di chiarezza, proprio sperando di contribuire a tirar fuori la sinistra dalla confusione in cui si trova.
Innanzitutto, permettetemi di manifestare la mia sorpresa nel leggere un documento in cui non si esprime una posizione politica di merito, che sia una, ma tutta centrata sulle modalità organizzative. D’altra parte, le stesse modalità organizzative “a struttura partecipativa” sembrano suggerire un’organizzazione priva in sé di contenuti, pronta piuttosto a riceverli volta per volta dagli iscritti. Si arriverebbe così alla costruzione della perfetta organizzazione vuota e sensibile all’ultimo alitar di vento.
Proseguendo nel documento, la struttura partecipativa viene contrapposta alla “struttura centralistica e gerarchica, immotivatamente fatta coincidere con un’organizzazione leaderistica. La cosa un po’ curiosa è che più avanti si riconosce l’esigenza di avere un organismo centrale di decisione: come doveva essere ovvio dall’inizio, di una struttura centrale non se ne può fare a meno. Epperò, ci se ne vergogna: è il male inevitabile insomma. Che una decisione assunta dall’organismo centrale prevalga nell’organizzazione configura poi l’esistere della gerarchia. La gerarchia, qui bisogna intendersi, non riguarda le persone ovviamente, ma piuttosto gli organismi.
La mia impressione è che la degenerazione della politica a seguito del crollo dei partiti comunisti, in assenza quindi di idee forti, io direi esplicitamente di ideologie, a seguito della discesa in campo dell’uomo-azienda, voglia essere esorcizzata attraverso la demonizzazione di una efficace struttura decisionale. Visto che è inevitabile avere un organismo centrale di decisione, a cosa serve parlare contro il centralismo? In cosa si sostanzia il centralismo e da cosa si differenzia rispetto all’ovvia esigenza che qualunque organizzazione deve ad un certo punto trovare un punto di coagulo? Il punto è piuttosto come fare in modo di avere il migliore organismo di decisione possibile. La soluzione a chi ha scritto questo documento pare quella del sorteggio, e qui davvero mi fermo impietrito… C’è in questa, che io considero una boutade, quel tarlo libertario della sinistra di questo paese, che si scopre ultra-illuminista, molto più di quelli che lo enunciarono, con un concetto dell’uguaglianza ai limiti del paradosso, quasi che la pari dignità di ogni persona si possa tradurre in un’uniformità. E’ davvero inaccettabile ammettere che ci sono persone che hanno una capacità dirigente maggiore di altre?
D’altra parte, lo stesso insistere sulla possibilità di tutti gli iscritti di essere adeguatamente informati, cosa che ovviamente condivido pienamente, non è infine finalizzata ad avere un voto qualificato? E’ davvero così alta la fiducia nei meccanismi deliberativi della nuova formazione, da lasciare fare piuttosto alla sorte!!!
Naturalmente, ci sono anche cose pienamente condivisibili nel documento, come la rotazione degli incarichi per evitare cristallizzazioni di potere. Stiamo però attenti: consideriamo il caso di D’Alema, che continua a professarsi quale semplice iscritto del PD. Tale posizione però è proprio quella che gli consente di operare con la massima spregiudicatezza, come appare dal recente caso della Puglia.
Io dico allora: partiamo dai contenuti, costruiamo una casa comune che sia condivisa, le cui finalità siano chiare dall’inizio. Alla fine, il solo collante che possa davvero funzionare è la concordanza tra gli iscritti, quella ideologia condivisa che oggi appare irraggiungibile. Senza questa, non ci sarà organizzazione che tenga, se non basata su interessi materiali come è stata Forza Italia, ed è tuttora il PDL.
Ciò che apertamente considero positivo nel documento è il riconoscimento della necessità di stabilire regole chiare e vincolanti nelle organizzazioni politiche, cosa che ho già espresso in precedenti post.
In effetti la proposta di sostituire il sorteggio al voto genera scandalo e incredulità. Però, se si pensa che per esprimere un voto veramente consapevole bisogna innanzitutto essere perfettamente informati sulle caratteristiche e le capacità della persona che si vota e che non sempre questo è possibile, sia per l'inadeguatezza dell'informazione, sia per la scarsa volontà dei singoli di informarsi; se si pensa come in realtà viene acquisito il consenso( voto di scambio, infatuazione demagogica, e via dicendo), forse forse l'idea del sorteggio non è poi così peregrina.
RispondiEliminaE poi il sorteggio dovrebbe avvenire sempre nell'ambito di una lista di candidati, quindi è chiaro che ci dev'essere già una prima selezione.
E poi, devo confessarlo, io non credo alla differenza sostanziale delle capacità individuali, tali da giustificare una struttura sociale prettamente gerarchica. Credo piuttosto ad una differenza qualitativa che quantitativa di potenzialità che possono manifestarsi non appena se ne presenta l'occasione.
Per essere più chiari, io nella mia esperienza scolastica non mi sono mai sentita di poter dire che un ragazzo fosse meno intelligente di un altro: solo, diversamente intelligente.
Forse sbaglio ma continuo a credere nell'uguaglianza sostanziale di tutti gli uomini. Sono un'inguaribile illuminista?
Vincenzo Cucinotta@ Io dico allora: partiamo dai contenuti, costruiamo una casa comune che sia condivisa, le cui finalità siano chiare dall’inizio.
RispondiEliminaNon conosco il documento di cui hai scritto, perché purtroppo ora non ho tempo per informarmi; tuttavia, parlando in generale, concordo con le parole che ho riportato: senza contenuti, non si va da nessuna parte.
Il fatto è che spesso le finalità che ti propongono, all'inizio sembrano anche chiare, ma poi le cambiano strada facendo!
RispondiElimina@Ornella: credo che sia naturale che i contenuti cambino strada facendo, perchè cambia la realtà, ed è a quella che bisognerebbe adeguarsi.
RispondiEliminaQuelli che non dovrebbero cambiare invece sono i PRINCIPI. O forse è meglio chiamarli IDEOLOGIE?
Ci si dovrebbe mettere meglio d'accordo su quest'ultimo termine, perchè alcuni lo caricano di connotazioni negative, paragonandole ai DOGMI ,che non esistono, se non per i cristiani,altri invece vi attribuiscono connotazioni positive (VALORI, PRINCIPI)
Non ci sono più progetti che siano legati a soluzioni condivise per cercare di aiutare il Paese. Non esistono più ideali forse...
RispondiEliminaConcordo sulla contradditorietà del documento e forse di molti di sinistra sul fatto che non si voglia un organo centrale e poi, di fatto, lo si istituisca.
Forse alcuni tendono a confondere l'avere una gerarchia o cmq un organo centrale con l'essere sottomessi a degli imbecilli.
In realtà il problema é che negli organi decisionali ci si dovrebbe mettere gente in gamba e che non abbia come suo scopo realizzare interessi propri.
Quindi il problema non é eliminare un organo direttivo ma avere la capacità e la volontà di insediare in quei posti, persone serie.
Vincenzo...vedo che mi snobi ultimamente! Eheh
RispondiEliminaLa lettura è lunga.Devo prima leggere il post cui fai riferimento.Lo farò prima possibile!
@ Kinnie 51
RispondiEliminaIntendevo dire che in prossimità delle elezioni, quando si fa campagna elettorale, ci vengono proposte finalità che poi, una volta arrivati al governo, non vengono raggiunte. Mi riferisco, in particolare, alla legge sul conflitto d'interessi che la sinistra ci aveva promesso avrebbe risolto, e ne avrebbe avuto la possibilità a suo tempo!. Invece sappiamo bene come è andata a finire ed ora ne paghiamo le amare conseguenze.
@kinnie51
RispondiEliminaDifatti, mi darai atto che io non parlo da nessuna parte di intelligenza. Potremmo dire parafrasandoti che esiste un'intelligenza mirata verso capacità di coordinamento, e intelligenze mirate verso altri compiti qualitativamente non minori. Credo che il vero pregiudizio non sia credere che le persone siano differenti (e meno male!) che è un'evidenza palese a tutti nell'esperienza quotidiana. Il pregiudizio è piuttosto ritenere che ci siano compiti di serie A e compiti di classe inferiore. Se considerassimo tutti i compiti come qualitativamente equivalenti, potremmo liberarci dall'obbligo di far fare a tutti le stesse identiche cose.
@Romina
RispondiEliminaIo ho tentato di leggerlo con attenzione e, pur ammettendo che sia parte di una serie di documenti, trvo comunque incomprensibile isolare l'aspetto organizzativo da quello più ampiamente politico.
@Ornella
RispondiEliminaL'importante sarebbe comunque quello di parlare lo stesso linguaggio, in cui iscrivere punti programmatici, che a questo punto sarebbero parte dello stesso fondamento politico del partito.
@Daniele
RispondiEliminaE' la cultura dominante, in ultima istanza, quella che corrompe le persone. Avere un'ideologia salda e chiara dovrebbe funzionare da antidoto per resisterle.
@Guernica
RispondiEliminaSì, ho trascurato parecchhio i commenti in generale, e me ne scuso. Mai però potrei snobbarti, su questo sbagli.
Carissimo, hai detto bene, è l'ideologia di fondo che non permette una costruzione adeguata organizzativa democratica e rappresentativa.
RispondiEliminaIl fatto è che la politica in generale ha perso la connotazione di interesse sociale ma è diventato solo un mestiere conveniente di apparente fattura ideologica ma che nasconde una poltrona, privilegi, bello stipendio e autorità rasente l'onnipotenza nell'illegalità ( fammi fare un esempio perchè non mi riferisco solo alle legge ad personam ma anche alla condanna della Carlucci onorevole che pagava a nero i suoi assistenti e pensava di passarla liscia, e non è la sola).
Manca la generazione di politici che uniscano la politica alla gente e agli interessi del paese , quindi più che uno schema politico ci vuole una bella rispolverata ai valori come giustizia sociale, democrazia nei servizi, politiche del lavoro e non del capitale da accumulare, condivisione della solidarietà sociale insomma manca l'etica politica e gente che la rappresenti.
E questo, ahimè, credo sia un male difficile da estirpare.
Una nota positiva io ce l'avrei comunque( non demagogica ma basata sui fatti):c'è chi ci crede ancora, come molti, come te e quelli che ti commentano che vedono le cose giuste e sbagliate, e che fanno ancora politica di base e la diffondono, e questo basta a credere ancora.
Un cordialissimo saluto.
Sul fatto che Forza Italia sia stato un partito mosso da soli interessi materiali non sono assolutamente d'accordo. Che al suo interno qualcuno, come ovunque, possa aver avuto i suoi interessi va bene. Ma la maggioranza di chi aderì, in prima persona o anche solo col proprio voto, a quell'esperienza politica era motivata da ideali, anche diversi fra loro, ma comunque profondi.
RispondiEliminaSi fa in fretta a dimenticare cosa fu Forza Italia nel '94, quando ci si avviava ad incredibili elezioni monopartitiche, con la sola sinistra candidata al governo del Paese: Forza Italia fu un partito che garantì elezioni legittime, un partito che rappresentò un'alternativa, un partito che salvò il pluralismo.
Poi, su tutto il resto si può discutere, sulle avventure politiche di Forza italia e su Silvio Berlusconi si può dire di tutto.
Ma il '94 non va scordato.
@Luce
RispondiEliminaTi ringrazio per le parole di speranza con cui chiudi il tuo commento. Ciò che è peculiare di questa nostra era è l'urgenza. Tutto cambia così velocemente che anche le dinamiche politiche devono essere adeguatamente veloci. Se ci fosse tempo a sufficienza, sarei anch'io più ottimista, certo che, dopo il ciclo della vacuità arrivista, verrà il ciclo della saggezza. Purtroppo, non so se si farà in tempo: troppa gente non vuole ascoltare, non sa ascoltare, e non rimane di richiamare la metafora del Titanic, tutti andare incontro al disastro danzando allegramente.
@Old Whig
RispondiEliminaScusami, ma tentiamo di rinfrescarci i ricordi: non fu un uomo che decise di fondare "Forza Italia"? Non fu il signor B., che a tale fine utilizzò la sua azienda? Sei certo di ricordare bene quando parli di una maggioranza mossa da motivazioni ideali? E quali di grazia? Quello di basarsi sulle capacità taumaturgiche di un noto imprenditore? Certamente, c'era l'esigenza pressante per chi non poteva identificarsi nel PDS di trovare una sua casa, e c'è del vero nel verificare il peggioramento progressivo nello stile di quel partito. Però, Forza Italia un vero partito non è mai stato, sempre proprietà del signor B.
A sinistra spesso prevale una sorta di utopismo diffuso, derivato, credo, dal movimento no global che ha avuto molti meriti, ma non certo quello dell'organizzazione. Si voleva contrapporre al "dirigismo" dei "potenti della Terra" una democrazia "dal basso" (guarda quante virgolette, segno che manca una precisa elaborazione teorica)e quindi si sono favoleggiate fantomatiche forme di democrazia partecipate. Non accorgendosi che la democrazia diretta in un mondo in cui la democrazia è tutt'altro che diretta, non è possibile. Può essere un fine, uno scopo, non un mezzo. Anzi si scambiano i fini con i mezzi. La democrazia diretta diventa il mezzo anziché il fine (come io da buon comunista continuo a considerarlo) e il fine si perde, non si sa più quale sia. Come giustamente dici sempre tu non c'è più un'"ideologia", e quindi la sinistra si perde in scarni obiettivi programmatici più o meno disarticolati e disorganici.
RispondiEliminaQuesto utopismo rischia di fare il gioco della destra. Perché la mancanza di realismo nuoce forse più a un rivoluzionario che a un conservatore. Ad esempio si faceva accenno nel documento alla questione del "professionismo" della politica. Questa polemica contro la "politica come professione" per dirla con Max Weber mi sembra molto deleteria per la società italiana. Con essa Berlusconi ha preso il potere. Berlusconi non è un professionista della politica. Questa polemica favorisce la commistione tra politica e interessi privati. Berlinguer, Pertini, Moro, Fanfani, sono esempio di una classe politica "di professione" ma senza dubbio migliore di quella attuale. Non ci si rende conto che i furori di popolo contro "la casta" servono proprio a rinforzare la vera casta ovvero il potere economico e massonico, quello che attraversa solo di passaggio il parlamento che usa come dimora secondaria. Ecco cosa causa questo utopismo di certa sinistra, questo voler avere nel presente, ciò che si può avere solo nel futuro (col risultato di avallare l'idea di coloro che dicono che non si potrà avere MAI)questo scambiare i fini con i mezzi. Con ciò non voglio dire che bisogna ritornare alla struttura gerarchizzata modello Pcus di partito o che i politici devono essere solo professionisti. Gli operai e coloro che provenivano dagli strati inferiori della società andarono in parlamento proprio negli anni del "professionismo" e oggi non ce n'è nemmeno uno. Abbiamo in compenso i Berlusconi, i Calearo, i Colaninno, le Binetti e quant'altro, che di professionismo non hanno neanche l'ombra.
Un commento forse troppo lungo ma non potevo fare altrimenti data la complessità dell'argomento.
@Matteo
RispondiEliminaCapisco che rischio di apparire un fissato, ma qui c'è proprio un problema di fondo, la sostanziale subalternità culturale della sinistra. Per questo, bisognerebbe capovolgere una delle parole d'ordine del '68, che diceva "io sono giusto". Il punto è che purtroppo oggi siamo sostanzialmente sbagliati, perchè plasmati da un pensiero unico che c'ha perfino rubato le parole, come tu dici efficacemente in un recente commento su un altro blog (quello di Daniele, mi pare). Qualunque iniziativa organizzativa che non faccia i conti con la necessità di un "separatismo", della crescita di un gruppo che sia in grado collettivamente di resistere al pensiero dominante, andrà inevitabilmente verso un insuccesso.
-COMMENTO/AVVISO A TUTTI I MIEI LETTORI.SCUSATE L'IMPERSONALITA'-
RispondiEliminaSto per piangere!
Ho modificato link e nome del Blog, ma ignoravo che facendo questo avrei cancellato per sempre tutti i commenti.E dico tutti!...I vostri commenti da due anni a questa parte...Che tristezza...
Se penso che ieri stavo per chiudere il Blog...beh...Mi dico...Forse era destino.Ricominciare tutto da capo.
Meglio sorridere della mia incompetenza vah...eheheh :/
Per chi vuole ancora seguirmi, il mio link nuovo è www.l-ultimadea.blogspot.com
Al mio vecchio indirizzo spiego brevemente il perchè del cambio.
Un bacione e un abbraccio!
@Guernica
RispondiEliminaBeh, ieri era ieri, ed oggi è un nuovo giorno, spero senza i turbamenti di ieri e con le energie della tua giovane età per ricominciare con una nuova esperienza di blog: auguroni! :)