venerdì 10 aprile 2009

NOI ITALIANI, MA CHE POPOLO SIAMO? (4)

Non rimane a questo punto che trarre alcune considerazioni conclusive.
Prima domanda; esiste una specificità italiana? Secondo me, sì, ed costituita da un fondo di anarchismo, mescolato con un certo localismo, che ha, devo precisare, anche i suoi aspetti positivi. Nel passato, infatti, questo localismo si è tramutato nella capacità di inventare e perfezionare una serie veramente varia e molteplice di attività artigianali. Si potrebbe dire che non esiste nessuna zona d’Italia che non abbia il suo personale corredo di prodotti artigianali, unici e irripetibili.
Seconda domanda: quali sono le nuove problematiche e i nuovi rischi della situazione contemporanea in Italia e nel mondo?
Da come l’ho formulato, avrete già dedotto che l’Italia si trova a fronteggiare nuovi pericoli, esattamente come altri paesi economicamente avanzati. Questi sono legati alla fiducia cieca nei meccanismi del mercato. Anche le evidenze che la cronaca quotidiana ci porta dei guasti sociali che il mercato causa, vengono sempre imputati a distorsioni del mercato. Come dice Kuhn a proposito delle scienze sperimentali, un modello non lo si abbandona alle prime evidenze sperimentali che ne manifestano gli aspetti negativi. Soltanto quando una nuova ideologia sarà approntata e in qualche misura introiettata, sarà possibile abbandonare l’ideologia corrente. Fino a quel momento, state certi che tutti, dai politici, agli studiosi, ai giornalisti, troveranno sempre una giustificazione per specifiche situazioni che pure evidenzierebbe senza ombra di dubbio la fallacia dell’ideologia del mercato.
E’ certamente un problema che riguarda l’intero globo, ma qui in Italia siamo più avanti. Nei sistemi politici di mercato (dico politici e non economici, perché lo trovo restrittivo, non rende la globalità del fenomeno), chiunque, fosse pure un imbecille o un criminale, se ha adeguati mezzi economici, può indurre agevolmente comportamenti collettivi. Da noi, tra anarchismo strisciante, localismo e aggiungerei cattolicesimo (sarai sempre perdonato), siamo ormai del tutto indifesi rispetto all’ultimo messaggio scaraventato sul mercato dell’informazione. Le famiglie già da un pezzo hanno quasi completamente abdicato al loro ruolo educativo. Le mamme sono troppo impegnate a seguire l’ultimo reality per potersi occupare dei figli e della loro educazione. In tanti casi, è perfino una fortuna, visto quello che sarebbero in grado di insegnare!!!
Purtroppo, anche la scuola sembra arretrare, scricchiolare, sottoposta all’azione accerchiante di alunni di tali genitori, di insegnanti sempre più demotivati e ignoranti, e infine delle istituzioni politiche che pensano soltanto a risparmiare sull’istruzione.
Il risultato è quello di un popolo sempre più maleducato, nella sostanza, di non rispettare il prossimo, ma perfino nella forma.
Altrove, nei paesi nordici, una cultura calvinista, uno spirito nazionale ben più fermo, in qualche modo offrono punti di resistenza al galoppante processo mondiale di omologazione verso il basso. I ceti dirigenti, anche loro, sono sottoposti a un processo di degrado, ma tuttora le competenze ed il merito valgono qualcosa: qui in Italia, sarei portato a dire che non contano già nulla, o quasi.
Se guardiamo al razzismo, anche questo fenomeno non è più legato al colore della pelle: un nero di successo, o anche semplicemente ricco, viene corteggiato, perfino ammirato.
Comprendiamolo bene questo razzismo del terzo millennio, è la discriminazione dei ricchi nei confronti dei poveri. Oggi, con l’imponente processo di migrazione verso i paesi più ricchi, innescato proprio da noi stessi tramite le immagini del nostro benessere diffuse in tutto il mondo, il razzismo sta già nella legislazione così restrittiva verso l’immigrazione. Forse non tutti tra voi sanno che, per chi ne ha pieno diritto, le questure possono anche starci più di un anno a rinnovare il permesso di soggiorno. In questo periodo, gli immigrati hanno soltanto la ricevuta della richiesta di rinnovo, certo sufficiente per potere continuare a vivere in Italia, ma che preclude loro la possibilità di recarsi all’estero, reclusi in Italia. Sapere che in Germania ci stanno giorni invece che mesi mi fa vergognare. Poiché però il razzismo “istituzionale” non è sufficiente, allora ecco la stampa compiacente dare addosso allo straniero, che ormai, quasi per definizione, è un ladro, un rapinatore, un potenziale omicida, e certamente uno stupratore. Si diffonde così un sentimento di rifiuto, che si può alimentare delle menzogne più bieche di condividere piccole e grandi fonti di benessere con loro: questo è il razzismo dell’oggi.
Nel mio libro, dico appunto che l’Italia, per la cultura mafiosa coltivata nel suo seno, e per gli altri fattori già elencati, rappresenta la triste avanguardia di un fenomeno che si andrà sempre più globalizzando, perché appare vincente. Invitiamo studiosi da tutto il mondo ad osservarci, noi italiani quali cavie, e prevedere tutte le terribili conseguenze che questi processi, apparentemente inarrestabili, provocheranno in tutto il mondo. (FINE)

11 commenti:

  1. Difficile commentare in breve l'analisi completa che hai dato, molte cose mi trovano concorde, altre meno, altre per niente. Dico solo che non credo ci prenderanno davvero come esempio di 'sistema vincente', il modello italiano all'estero è molto criticato. Proprio perchè l'italia ha una storia complicata e troppo influenzata e corrotta dai tre veri e unici poteri forti, vaticano-mafia-politici collusi, siamo un mondo a parte che gli altri paesi non riescono a comprendere.
    Ti faccio gli auguri, caro il mio ideologo, mi sa che tu già puoi andare a farti un tuffo.

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  2. Caro Vincenzo, sottoscrivo dalla prima all'ultima parola...

    Buona Pasqua!

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  3. Un saluto e tanti auguri pasquali.

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  4. ho dato una lettura veloce, mi sembra molto interessante; ripasserò con più calma, per ora una serena pasqua.

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  5. noi italiani siamo un castello
    bellissimo ,
    ma creato con la sabbia ..........
    CIAO

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  6. @Aleph
    Tutti i nostri motivi di dissenso sono appunto ideologici. Tu sei sfegatatamente illuminista e, di fronte al crollo in Italia del criterio del consenso (che io chiamo mercato del voto), ti rifugi negli altri stati occidentali. Tuttavia, così ignori l'aspetto contagioso del virus della democrazia che si è tanto sviluppato in Italia. Così, invece di approntare una terapia per salvare il paziente (la democrazia cioè), preferisci farne una questione esclusivamente italiana. La storia dimostra quanto il modello mafioso, dalla Siclia, abbia ornai coinvolto tutta l'Italia. Numerosi sintomi mostrano come già Bruxelles, intesa coem UE, abbia già questi germi dentro. Il punto è che, come dicevo nel post, il modello mafioso è un modello vincente, non perchè qualcuno lo ammiri. L'esempio del virus mi pare chiaro: il virus è vincente non certo in base al gradimento dell'ospite, ma della sua intrinseca capacità contagiosa.
    I tuffi mi sa che sono rinviati, vista la piovosità di questo WE.
    Auguri anche a te, tardo-illuminista :-D

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  7. @Aldo
    Visto che non l'ho fatto nel tuo blog, ricambio sinceramente gli auguri qui :)

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  8. Ciao,
    contraccambio la visita, e ci tengo a dire una cosa, sono una mamma, nn guardo molta tv, meglio il pc, nn trascuro affatto mio figlio, e come in tute le cose io credo che quello che serve sia solo un poco di buonsenso...scusami per l'intromissione...saluti
    azzurra

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  9. @azzurra
    Scusami la semplificazione, mi pare inevitabile: certo che ci sono mamme che noi tutti dobbiamo ammirare, io parlavo di un fenomeno che purtroppo ha dimensioni numeriche ragguardevoli.
    Il buon senso, che tu giustamente citi, purtroppo si è in gran parte perso. Alcuni fanno confusione tra buon senso e senso comune: ecco, direi che il senso comune si discosta sempre più dal buon senso.
    Grazie della visita, ciao!

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  10. @Gio
    Commento complesso il tuo.
    Io, al contrario di Freud, ho perso ogni speranza che sia possibile, nella generalità delle persone, suscitare una razionalità. Questo ovviamente non significa che tutto quanto è possibile fare in questa direzione, soprattutto secondo me tramite l'educazione e l'istruzione, non vada comunque fatto.
    Io temo che, anche nelle condizioni migliori, il risultato sarà abbastanza insoddisfacente.
    Credo che nella storia dell'umanità le decisioni alla fine sono sempre state assunte da pochi, la famosa classe dirigente. Tutta la mia impostazione del problema da parte mia è quindi concentrata nel selezionare la migliore classe dirigente possibile. Non ho risposte precise attraverso quali forme, e in realtà non ne ho neanche le competenze, per esempio, quelle di natura giuridica. Ciò a cui sono pervenuto è che il principio del consenso vada contemperato con il principio delle competenze. Inoltre, non credo che il principio di autorità vada demonizzato. Ciò che va evitato è la personalizzazione del potere, il potere deve essere quanto più possibile anonimo, e così l'autorità a cui dobbiamo sentirci sottomessi è quella impersonale dello stato, quale legittimo rappresentante dell'intera comunità.
    Mi hai fatto condensare buona parte dell'ultimo capitolo del mio libro, non so però quanta comprensibilità sia rimasta (ma il libro l'hai poi ordinato?)

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  11. @Gio
    Te ne farei volentieri dono, ma dovrei sapere dove mandarlo. Non sta bene chiedere l'indirizzo a una donna, da parte di un uomo, tra l'altro anziano :-D
    Se lo credi, mandami il tuo indirizzo a cucen9@yahoo.it

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