lunedì 22 febbraio 2016

LA FIDUCIA SU CIO' CHE RESTA DEL DDL CIRINNA', LA CAMPANA A MORTO DELLA DEMOCRAZIA

Nel disinteresse generale, nel vocio petulante di quelli che qualsiasi procedura è giustificata dal fine per loro prezioso di eliminare le discriminazioni (quali?), il parlamento scompare come organo di rilevanza costituzionale. 

Solo pochissimi giorni fa, postavo sulla incompatibilità del PD con il testo costituzionale vigente, ieri un ultimo, forse a questo punto definitivo, colpo viene assestato all'ordine costituzionale con la dichiarazione di Renzi che si dice pronto a mettere la fiducia su ciò che rimane del DDL Cirinnà dopo avere contrattato nella maggioranza. 
Tutto ciò si svolge di fronte agli occhi compiacenti del presidente del senato che addirittura si dice sia pronto a rifiutare gli emendamenti canguro, senza apparentemente rendersi conto che così si autocontraddice, visto che è un'intera legislatura che le leggi passano mediante appunto l'uso di emendamenti canguro.

Ciò equivale, nè più nè meno, a rendere il parlamento un organo superfluo, destinato solo ad apporre bolli su documenti già definiti nei minimi particolari dal governo. Così, i partiti divengono organizzazioni leaderistiche, tale leader definisce le liste elettorali e chi deve essere eletto, e quindi costruisce un parlamento compiacente ai propri voleri, i regolamenti parlamentari vengono stilati in modo da fornire al governo una precedenza assoluta e totale a presentare ddl o decreti legge, un parlamento siffatto elegge presidenti compiacenti col leader di maggioranza, che non obiettano a nessuna richiesta del governo fosse anche la più incostituzionale, e così si realizza una dittatura mediante elezioni.  

L'altro giorno dovevo leggere dal sito di un movimento politico che il referendum sulla revisione costituzionale andava impostata come un referendum sulla persona di Renzi (e le mie obiezioni, naturalmente, da questi indomiti eroi dell'opposizione sono state censurate), il che chiude il cerchio, delle regole non importa niente a nessuno, e quindi se qualcuno ritiene nella sua coscienza di avere un progetto da portare avanti perchè tale progetto è buono e giusto, deve fare di tutto per farlo passare senza porsi alcun problema sui mezzi da utilizzare. 

Peccato che tale atteggiamento costituisce proprio la premessa della fine della democrazia, perchè la democrazia è in ultima istanza una procedura, e pertanto violare le procedure significa conculcare la democrazia. 

Spero tanto che la lotta per far vincere il no al referendum del prossimo autunno possa ancora costituire una formidabile opportunità per richiamare questi concetti e far rivivere la democrazia in questo derelitto paese.

1 commento:

  1. non andranno Quelli che andranno a votare si, lo faranno pensando di salvarsi.

    RispondiElimina