I risultati delle elezioni greche ci restituiscono un quadro desolante...
Le scelte compiute da Tsipras non hanno convinto il popolo greco, ma, invece di tradursi in una caduta di consenso a
ciò che è rimasto di Syriza dopo la scissione, hanno provocato una
caduta generale di fiducia nella possibilità di modificare la situazione
politica tramite il voto. Così, assistiamo oggi ad una diminuzione
verticale nella partecipazione al voto, fino ad arrivare ad una
percentuale del 50%.
Contemporaneamente, la nuova lista che raccoglie i
dissidenti di Syriza ed altri della sinistra antieuro, non ha neanche raggiunto la soglia minima prevista per avere seggi parlamentari. A caldo, direi che gli scissionisti hanno pagato per la loro storia
pregressa, per essere stati solidali con Tsipras, per avere creduto che
fosse possibile praticare una politica filoeuropea e nello stesso tempo
antiliberista, cosa che sappiamo bene essere del tutto impossibile.
Non
sono stati votati insomma non per ciò che dicono oggi, ma per ciò che
hanno fatto in passato. Non si può in effetti chiedere alla gente di
entrare nelle più minute dinamiche degli schieramenti politici.
Ecco, se qualcuno ancora non l'aveva capito, oggi abbiamo la prova
provata che la politica di Tsipras ha dato luogo a un atteggiamento di
negazione stessa della politica, in una sfiducia nella democrazia,
allontanando così sempre più la possibilità che il popolo possa farsi
protagonista di una nuova stagione europea che sostituisca ad una guida
autoritaria da parte di funzionari mai legittimati da un consenso
popolare, una iniziativa dal basso. Dopo Tsipras, tutto ciò si allontana, questo riassume davvero l'effetto del suo governo più di tante altre parole vuote.
Oggi, possiamo quindi concludere che il secondo Tsipras, quello capace nel giro di poche ore di sconfessare il risultato di un referendum da lui stesso indetto, è un novello Renzi. Come Renzi usa una sua pregressa storia per accreditarsi come rappresentante della sinistra e praticare poi una spietata politica neoliberista.
Se avesta ancora dubbi in proposito, vi prego di leggere il titolone di prima pagina che oggi ha scelto "L'Unità", ovvero il bollettino governativo, che festeggia clamorosamente la vittoria elettorale di Tsipras.
Purtroppo,
la botta per il fronte antieuro c'è e sarebbe infantile negarlo, e ciò
comporta che nel processo di progressiva dissoluzione dell'unione
europea (qualcuno ha scritto che l'euro è l'unica cosa che oggi resiste
in un'unione per altro già dissolta), invece di prevalere una politica
differente ben delineata e programmata, prevarrà un clima di caos, e
come si sa dal caos non è possibile prevedere cosa verrà fuori.
Non
è insomma che la UE si salverà con questo voto, crollerà egualmente, ma
senza che si sia costituita una classe dirigente alternativa che goda
di un livelo di consenso accettabile, e quindi in grado di dettare una
politica con principii ed obiettivi ben delineati.
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