sabato 25 aprile 2015

IL 25 APRILE NELL'ANNO 2015

Oggi ricorre il settantesimo ammiversario della liberazione della città di Milano dai nazifascisti, data presa come simbolo dell'intera liberazione dell'Italia.
Questa data è così importante perchè è stata assunta come data fondativa della repubblica italiana. .
A partire dall'otto settembre 1943, quando contemporaneamente si estromette Mussolini e il regime fascista dalla stato italiano, e ci si schiera nella guerra contro i nazisti invece che da loro alleati come si era fatto fino ad allora, la parte migliore dell'Italia tenta e riesce nel tentativo di riscatto della nostra nazione dopo la vergognosa lunga parentesi del regime fascista.

Così, questa data sancisce due risultati, la ritrovata indipendenza nazionale rispetto a quella che era diventata l'occupazione da parte di un paese straniero ed ostile, e il fatto che la guerra civile tutta italiana tra fascisti ed antifascisti si era risolta con la vittoria di questi ultimi...
Ho voluto così dettagliatamente ristabilire ciò che è avvenuto nel bienno 1943-45, tra i più cruciali della nostra storia, e che viene ricordato e festeggiato ogni 25 aprile, perchè trovo errato che molti ricordino bene la vittoria dell'antifascismo, ma dimentichino che oggi si festeggia anche la ritrovata indipendenza nazionale.
Il mio punto di vista è esattamente opposto, cosa sia l'indipendenza di una nazione è cosa che dovrebbe essere chiara ed univoca, cosa sia essere oggi antifascisti non è purtroppo altrettanto ovvio perchè in politica settanta anni sono un periodo abbastanza lungo da far cambiare non solo gli orientamenti politici, ma lo stesso suo quadro terminologico.
Malgrado, ancora oggi in Europa siamo costretti di tanto in tanto ad aver a che fare con i simboli del nazifascismo così come storicamente si è presentato, è soprattutto in un modo più subdolo che questo pensiero si ripresenta, fino a trasparire nelle politiche concrete che gruppi politici dichiaratamente antifascisti attuano.
Non dico che gli aspetti simbolici siano irrilevanti, dico piuttosto che non possiamo limitarci ad i simboli che pure hanno la loro importanza, ma che dobbiamo anche guardare più in profondità per evitare che riemergano sotto mentite spoglie.
 

La mia tesi è che oggi essere antifascisti stia nel difendere i valori presenti nella nostra costituzione, il testo costituzionale come definizione dell'antifascismo. Su cosa dica davvero la costituzione, non c'è l'esigenza dell'unanimità, esso rappresenta il corretto campo su cui svolgere dibattito politico pubblico.

Ieri il Presidente Mattarella ha detto che la costituzione è una cosa viva e che non è qualcosa che vada messa sotto teca.
A me pare che le parole del presidente contengano una certa dose di ambiguità, perchè le cose si mettono sotto teca sia per evitare di usarle, sia per mantenerla inalterate nel corso del tempo.
Ecco, io credo che la costituzione debba essere praticata, ma non credo che che sia pacifica la liceità di qualsiasi tipo di modifica. Le costituzioni non sono fatte per essere continuamente aggiornate, anche se talvolta qualche marginale aggiustamento può rendersi necessario, questo è ciò che va fatto con le misure legislative. Poichè la costituzione stabilisce i limiti di ciò che può essere lecitamente legiferato, un furore revisionista a livello costituzionale implica la determinazione di una determinata maggioranza a voler legiferare senza vincoli, e così di fatto trasformare un sistema istituzionale di tipo democratico, in un sistema dispotico, in cui chi comanda può fare tutto ciò che vuole. La costituzione obbliga chi ha il governo a mantenersi dentro determinati limiti. Se rendiamo agevoli le modifiche costituzionali, il risultato che ottieniamo è di legiferare senza più limite alcuno, basta che egli preliminarmente stabilisca dei limiti così larghi che essi smettano di svolgere la loro funzione di salvaguardia del quadro fondativo della repubblica.
Forse Mattarella potrebbe meglio precisare il suo parere in proposito, fare chiarezza credo sia assolutamente necessario.

Non vi dovrebbe invece essere dubbio alcuno sul fatto che l'indipendeza e l'unità della nostra nazione sia un valore della resistenza. Sembrano cose ovvie, ma v'è una sinistra del nostro paese che sembra averlo dimenticato, e da' del nazionalista a chiunque ricordi l'importanza di riconoscerci come cittadini di uno stato sovrano, il cui governo e il cui parlamento non hanno alcun diritto di cedere pezzi di sovranità.

Pertanto, io oggi non andrò a sfilare in un corteo commemorativo perchè mantenere la memoria oggi non significa più rischierarsi dalla parte giusta accogliendone i simboli, ma preferisco farlo con questo post che mi permette di ridefinire lo stesos significato della parola liberazione e quindi anche dei compiti politici dell'oggi, questo mi appare come il compito prioritario.

2 commenti:

  1. Se Mattarella avesse voluto, sarebbe già intervenuto.
    http://www.pleonastico.it/blog/mattarella-il-cane-che-si-morde-la-coda/113836

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  2. Concordo con te, oggi rispettare questa ricorrenza significa difendere e riconquistare la libertà che vogliono sottrarci e soprattutto vogliono soffocare cancellando la Costituzione Italiana. A questo aggiungiamo che stanno provando di nuovo ad imbavagliare i blog...

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