lunedì 26 maggio 2014

RIFLESSIONI ESTEMPORANEE SULLE ELEZIONI DI IERI

Alcune riflessioni estemporanee sulle elezioni di ieri, in attesa di trarre conclusioni più meditate, anche sulla base di una migliore conoscenza dei dati grezzi, non ancora del tutto disponibili, e comunque da me ancora non analizzati in dettaglio...

Una prima riflessione riguarda il voto complessivo europeo. Si nota un avanzamento dei cosiddetti partiti euroscettici, con l'eccezione significativa della Germania, dove comunque la formazione euroscettica riesce a mandare propri rappresentanti a Strasburgo. Nello stesso tempo, si osserva una tenuta nell'affluenza alle urne, sostanzialmente costante rispetto alle precedenti.
Ne deduco che il voto di protesta si è diviso, in parte ha continuato ad utilizzare l'arma dell'astensione, in parte ha preferito indicare esplicitamente una formazione politica. Paradossalmente quindi, l'avanzata dei partiti euroscettici ha indebolito il segnale derivante dalla percentuale di astenuti, la cui centralità secondo me non è stata sufficientemente apprezzata in questo fronte. Si è preferito mandare qualche rappresentante in più euroscettico, senza apparentemente comprendere come questo dato non sposti nulla data la modestia dei poteri del parlamento europeo. Non è un caso che tutti gli eurocrati si siano affrettati a segnalare questa tenuta nella partecipazione elettorale. Il risultato è che per i partiti coinvolti, in primis il fronte nazionale della Le Pen, si aprono prospettive molto promettenti sul piano della politica nazionale, ma viene a mancare un elemento che poteva risultare decisivo nella condanna della struttura dirigente dell'unione europea.  

Una seconda riflessione riguarda casa nostra e non può che riferirsi al trionfo (perchè di questo si tratta, è inutile negarlo) di Renzi. badate, di Renzi e non del PD. Oggi, ci sarà tutto un ceto politico tradizionale del PD che celebrerà i propri funerali, altro che festeggiare! Stavolta, direi che gli spostamenti verso Renzi, hanno una provenienza non localizzata, vengono un po' da tutti gli altri partiti. Tuttavia, è possibile riscontrare invece una specificità sulla parte d'Italia coinvolta. Al sud e nelle isole, ha prevalso lo strumento dell'astensione, e difatti in Sicilia si è perfettamente in linea con le percentuali europee complessive (circa il 43%). Un discorso differente vale per il centro, dove la partecipazione al voto ha raggiunto vette superiori a qualsiasi altro luogo di Europa, e dove le percentuali ottenute dal PD sono a livello bulgaro, cose che neanche il PCI di Berlinguer è riuscito in passato a raggiungere. Infine, il nord mi pare si sia diviso, con il Veneto che si è comportato in maniera abbastanza simile al centro, mentre il resto del nord ha tenuto un comportamento elettorale intermedio, premiando sia Renzi che la Lega di Salvini, abilmente arroccatasi contro l'euro, assumendo perfino un atteggiamento patriottico davvero strabiliante rispetto alla tradizione della Lega.

Una terza riflessione riguarda i perdenti. innanzitutto, la destra, fatta eccezione per la Lega, che, in attesa di un vero successore a Berlusconi, si è in parte consistente buttata nelle braccia di Renzi, e dall'altra parte il M5S che sembra giunto alla conclusione del suo viaggio. Mi pare che l'errore stia nel non comprendere come il voto di protesta sia sempre esistito, e si chiama astensione. Se vuoi essre votato, non basta dichiarare di volere distruggere il ceto politico esistente, rinviando a quando avrai la maggioranza assoluta il momento propositivo, questa cosa non funziona. Ci sarà sempre un Renzi qualsiasi che saprà dare agli italiani ciò che vogliono, la speranza, fosse anche sogno, di avere un futuro migliore. 

La quarta riflessione riguarda le prospettive politiche. Direi che Renzi ha ora tutte le condizioni per decidere da sè cosa vada fatto, una specie di dittatore con pieni poteri che tutti temeranno di contraddire. Oggi, egli può agitare veementemente l'arma delle elezioni anticipate, e così i suoi alleati sconfitti dovranno appoggiarlo ad occhi chiusi. Anche FI non oserà contraddirlo, mentre la forza di opposizione dei grillini ne esce mortificata. 
Io penso tutto il male possibile di Renzi, ma non sono preoccupato di questo risultato. Renzi ha raggiunto il suo massimo, ottenuto per la congiunzione della disperazione degli italiani che si sarebbero aggrappati anche alla madonna pur di sperare e della brevità del suo governo. Quando sarà chiaro che i vincoli europei impediranno a chiunque di farci uscire dalla crisi, cosa che avverrà presto, Renzi si sgonfierà altrettanto velocemente di come si è gonfiato. Ciò che temo è che egli imponga nuove elezioni che potrebbero cristallizzare questa situazione anche nel parlamento italiano, e che riesca oggi il piano di riforme costituzionali, quelle sì in grado di condizionare un futuro molto lungo della nostra nazione. 

Per il momento, mi fermo qui, ma spero di tornarci presto in maggiore dettaglio.

1 commento:

  1. Dimenticavo un'ulteriore osservazione che mi pare di un certo interesse. Dal tipo di scostamento tra sondaggi e risultati, sembrerebbe che stavolta gli Italiani votino il PD vergognandosene, lo votano, ma non lo dichiarano (altre volte invece esibivano questa scelta elettorale). Davvero un voto di paura, di prossimità alla disperazione.

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