Oggi, con un certo ritardo, dovuto ai molteplici impegni im cui sono coinvolto, parlerò dei due pezzi più grossi del parterre dei partiti, il PD e il M5S...
Come vedete, non scrivo Renzi, scrivo PD, Renzi o un altro conta abbastanza poco, ciò che realmente conta è che stiamo parlando di una formazione politica che esiste già da tanti anni, tantissimi se risaliamo alla storia dell'evoluzione della politica in Italia. Del resto, dopo avere agitato la parola d'ordine della rottamazione per farsi largo a gomitate nel suo partito, Renzi ha nei comportamenti concreti, sicuramente da quando è diventato premier, sposato tutte le scelte strategiche del suo partito, facendone prassi quotidiana.
Parliamoci chiaro, senza nasconderci dietro menzogne o disattenzioni più o meno grandi, da quando gli eredi del PCI sono andati al governo, hanno costantemente e pervicacemente perseguito una politica che asseconda l'onda montante neoliberista del globalismo mondiale. La frase che meglio qualifica questo partito nella sua versione più recente recita "dobbiamo prima fare i compiti".
Essa nella sua sinteticità, esprime l'atteggiamento servile di questo pezzo di classe dirigente che pensa quindi che dobbiamo comportarci come scolari in attesa di essere esaminati dall'insegnante. Questi eredi snaturati ddel PCI non sanno fare nei confronti della UE quello che Togliatti fece nei confronti dell'URSS, con la via nazionale al socialismo, una forma originale di patriottismo che riusciva a tenerlo assieme ai legami internazionali con i propri referenti politici. Questi invece si sono totalmente sbragati, e in sostanza operano come agenti del gruppo egemone della UE, raccolto attorno alla Germania.
Potremmo riconsiderare tanti atti politici del PD anche in piena politica interna, ma ho voluto riferirmi al contesto europeo, quello stesso contesto per cui si vota domenica.
Con queste premesse, chi voterà PD non ha più giustificazione alcuna, deve essere convinto che sia giusto sostenere e collaborare con la finanza internazionale per imporre il globalismo neoliberista. Chiunque è quindi giustificato a considerarlo complice dei disastri che la politica economica che c'hanno imposto, ha causato in Italia. Quinta bocciatura, impossibile neanche turandosi il naso (e soprattutto le orecchie, direi), è possibile dare ancora credito a chi ha allegramente preso in giro i suoi elettori, sfruttando l'eredità ideale del PCI per schierarsi indubitabilmente con il peggio del capitalismo mondiale.
E siamo così' arrivati al M5S, la formazione politica che tende a raccogliere tutti gli scontenti dei partiti tradizionali.
Le adesioni a questo movimento hanno le motivazioni più svariate, ma si può comunque riscontrare un fil rouge che le unisce, costituito dall'odio verso la classe politica tradizionale.
Il punto è che qui non si vota contro qualcosa, e così la protesta contro la classe politica, per altro del tutto condivisibile, non ha in effetti un modo di essere espressa con la scheda elettorale. Su qeusto dobbiamo essere chairi, un voto al M5S nonè, non può essere un voto contro qualcuno, scordatevelo, se votate M5S, voatte quel movimento, votate Grillo, Casaleggio, e le cose che essi fanno.
Ma cosa fanno, davvero essi praticano una politica differente? Mi pare che dobbiamo ammettere che non è così, che, soprattutto dal punto di vista della comunicazione politica, il M5S è un vero concentrato del peggio dei partiti tradizionali. Innazitutto, la spettacolarizzazione della politica che trova nelle performances di Grillo il suo apice, un programam striminzito che non fa una politica, va bene per quattro giovani che leggono il suo blog senza avere alcuna reale preparazione politica. Anocra, questa buffonata dei sondaggi, delle primarie, delel votazio ni di ogni genere in rete, che coinvolgono poche decine di migliaia di persone, non si cpaisce come rappresentative dell'universo degli elettori del M5S, che stanno tre ordini di grandezza sopra (dieci milioni in confronto a diecimila, non so se mi spiego).
La mia conclusione è che anche il M5S sta tutto dentro i vizi del sistema politico che magari molti dei suoi elettori vorrebbe superare. Sesta bocciatura.
Non rimane a questo punto, assodato che si vota solo a favore, e nessuno può chiedere di votare per qualcuno che stia sotto il livello della decenza, che l'astensione. In questo caso, l'astensione è estremamente dannosa per coloro che vogliono mandarci al macello europeo, perchè è inevitabile il confronto con le elezioni politiche. Se l'astensione è molto maggiore, se fosse dell'ordine del 60%, tanto per fare una cifra, beh, qualcosa significherebbe, non credo che sarebbe così facile oscurarne il senso antisistema. L'astensione rappresenta simbolicamente una sfiducia sia verso il ceto politico, sia verso l'unione europea molto più efficacemente del voto a Grillo, manda un messaggio che forse può ancora essere ignorato, ma che rimane lì ad eterna testimonianza di questo rifiuto totale.
Vorrei a questo punto smentire una tesi che vedo essere molto frequentata in rete, secondo cui il risultato di queste elezioni non solo avrebeb un indubbio impatto politico generale, e su questo naturalmente convengo, è così perfino per la più secondaria elezione amministrativa, qui lo sarebbe molto più, ma che avrebeb addirittura effetti sul governo e perfino sulla permanenza di napolitano al colle.
A me pare tutto il contrario, proprio tanto più verrà fuori un odio verso la classe politica, più questa si difenderà compattandosi, minimizzando difdferenze e conflitti interni per fronteggiare questa marea che tende a sommergerli. In effetti, se davvero Napolitano e Renzi si dimettessero esi andase a nuove elezioni, ciò eqwuivarrebbe ad arrendersi, questi politicanti che hanno in tante occasioni dimostrato di non voler rinunciare ad i propri privilegi, dovrebbero, proprio nel momento di maggiore pericolo, spianare la strada all'avversario, comese in una città assediata si decidesse di aprire le porte e lasciarsi invadere dal nemico senza opporre resistenza. del resto, il tasso di democraticità, di volontà di rappresentare i cittadini di quetsa classe politica è bassissimo, i tre governi inventati da Napolitano sono lì a testimoniarlo, non v'è occasione in cui costoro abbiano seguito un criterio differente dal puro e semplice rinserrarsi per difendersi dall'opinione pubblica, facendosi scudo dei propri privilegi.
insomma, sono convinto che la caduta di costoro avverrà col botto, davvero buttati fuori dal parlamento con i forconi o con qualche arma più efficace, cadranno solo con la forza, non cederanno per chissà quale scrupolo istituzionale.
Ho così tentato di illustrare perchè mi astengo, e devo aggiungere che in verità non ne sono contento, ma ho anche nel mio piccolo tentato di mettere su una lista antiglobalizzazione: purtroppo, non ho riscontrato adesioni, la strada verso la piena comprensione di cosa sta succedendo nel mondo e di come dobbiamo reagire è tuttora molto modesta.
Essere contro la globalizzazione è cosa ben diversa dall'essere contro l'euro, ed essere contro l'euro è a sua volta molto diverso dall'essere contro l'unione europea. L'uscita dall'euro che anche io sostengo non può rappresnetare l'emblema di uno schieramento, se poi non si capisce cosa facciamo della UE, se non capiamo come ci rapportiamo alla finanzairizzazione selvaggia dell'economia, se non prendiamo coscienza di come questa crisi del capitalismo si combina con la impossibilità della crescita infinita e quindi con la necessità di accedere ad una politica basata sulla sostenibilità. Questa crisi ci interroga nel profondo sui grandi temi della politica, ed è frustrante verificare come i più fieri oppositori dell'attuale ceto dominante si ritengano soddisfatti della prospettiva di uscita dall'euro.
Il PD ringrazia tutti gli astenuti. Il comportamento di costoro potrebbe rendere più facile il mantenimento delle poltrone e relativi benefizi.
RispondiEliminaBeh, anonimo, questo stesso ringraziamento potrebbero porlo anche gli altri partiti e per gli stessi motivi. Pure, mi pare che costoro si siano sgolati ad incitare a votare, chiunque ma votare. Astenersi è comunque un voto contro l'Europa, rozzo e magari anche strumentalizzabile come del resto qualsiasi voto (come commentare appropriatamente un semplice segno su un simbolo?)
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