Ritorno brevemente sulle elezioni, ma non tanto per analizzarle in maggior dettaglio, perchè in realtà le cosa mi sembrano abbastanza chiare ed univoche, quanto per soffermarmi sulle reazioni sul web, soprattutto negli ambienti che frequento perchè sento più prossimi a me...
Il successo sicuramente di grande portata di Renzi a mio parere deriva dalla bassa qualità dell'offerta politica. Quando le possibilità di voto vengono considerate modeste, o si fa come me e ci si astiene, oppure si finisce per premiare chi è già più forte, aggrappandosi così a quegli elementi che appaiono offrire una qualche speranza di uscire da questo periodo vissuto in maniera drammatica, secondo me a piena ragione, dagli italiani.
Vorrei sapere dove stia la sorpresa, a meno di credere ciecamente ai sondaggi. Anche qui, perfino i più fieri oppositori di questo sistema politico finiscono per affidarsi totalmente ai sondaggi, col risultato paradossale che la realtà evidenziata dai sondaggi diventa la vera realtà, e la realtà dei numeri che con tutta evidenza dovrebbe essere considerata l'unica vera realtà, viene considerata come inattesa, e qualcuno si spintge anche fino a credere che i risultati siano altri e siano stati manipolati. Io gli direi pacatamente che l'unico manipolato è lui, ma non dai dati elettorlai ufficiali, ma dai sondaggi e dai sondaggisti.
Così, se mettiamo da parte i sondaggi, se compiamo questa operazione, dove starebbe la sorpresa? Non v'è motivo alcuno di sopresa, vi è un risultato scontato che conferma il successo di chi afferma perentoriamente di sapere come uscire dalla crisi, tant'è che la Lega dal versante opposto recupera un po' dei suoi passati fasti bossiani, avendo astutamente deciso di sposare la posizione dell'uscita dall'euro. Per un partito relativamente piccolo, farsi alfiere di una posizione tra quelle in gioco, è naturalmente vantaggioso dal punto di vista elettorale, perchè polarizza su di sè una parte dell'elettorato, e ciò rende quando non sei nel gruppo dei partiti più votati, perchè ti proietta come protagonista su una questione che è stata già oggetto di tanto dibattito.
Berlusconi ha fatto una pessima campagna elettorale, in quanto nella sua delicata posizione, non ha avuto il coraggio di inseguire Salvini sulla strada delle scelte radicali in ambito europeo, nè poteva, dopo l'uscita dal governo di Enrico Letta a suo tempo, assumere una posizione del tipo del NCD. Ha tentato insomma di essere radicale ma non troppo, come se di fatto si sentisse sotto ricatto da parte di qualcuno che poteva danneggiarlo personalmente e patrimonialmente.
Grillo ha fatto quello che aveva fatto anche prima, supponendo che si possa giustificare l'esistenza ed il consenso ad un partito, soltanto perchè questo vuole l'affossamento del ceto politico. Questa è una roba da intellettuali, credere che un fine sicuramente nobile come questo, possa essere perseguito come unico e solo obiettivo, rinviando ad un futuro non meglio determinato il merito dei provvedimenti economici. Al contrario, è ottenendo consenso sui provvedimenti che intendi promuovere che riesci a seppellire il ceto politico dominante, è qualcosa che ottieni solo come effetto collaterale nella lotta per obiettivi specifici in un progetto di modifica rivoluzionaria del tuo paese. Pensare di fare la rivoluzione aizzando l'opinione pubblica su privilegi ed imbrogli dei politicanti è davvero una cosa senza senso, un'idea davvero bislacca.
Come prospettive future, a me pare che si debba ascrivere al passato il M5S, un esperimento sicuramente interessante ma che si è dimostrato inadeguato non in un singolo aspetto ma in ciò che risulta l'asse portante del movimento. Analogalmente, non vedo prospettive per FI, Berlusconi sarà sempre più vecchio, sempre più prigioniero dei suoi personali interessi, e il suo fascino sembra ormai tramontato nella maggior parte del suo elettorato.
Renzi al contrario ha oggi il suo momento magico, e dovrebbe ragionevolmente utilizzarlo pienamente al più presto, perchè egli rischia di essere una meteora. Molti commentatori hanno fatto notare il risultato in veneto, dove Renzi ha portato il PD a percentuali mai prima raggiunte. In veneto, c'è tutta una parte di cittadini molto concreti e molto reattivi, costituito in larga parte di piccoli imprenditori, che hanno deciso io dico per disperazione di affidarsi a Renzi, senza capire granchè di Unione europea, di euro, di economia politica, non abbastanza per capire che lo spazio politico di Renzi è pressocchè inesistente. Teoricamente sprovveduti, sono tuttavia persone molto leste a capire come i propri interessi vengano gestiti dal governo, e non passerà molto tempo prima che si accorgano che spostare soldi da una voce di bilancio ad un'altra non può costituire un mezzo per potere uscire dalla crisi.
I fatti cambieranno le cose malgrado i comportamenti elettorali, creando voragini politiche in gran parte del quadro dei partiti esistenti secondo evoluzioni al momento imprevedibili. Tuttavia, la scelta così codarda degli italiani ci evidenzia come l'uscita dalla crisi non sarà nè veloce nè tantomeno indolore. Senza un'organizzazione politica all'altezza delle sfide dell'oggi, e senza il coraggio della semplice rivolta, così presi dal compito di difendere quei meschini privilegi che ancora pensiamo di avere, ci attende una lunga agonia economica, ancora preda di interessi stranieri e senza un governo che ci difenda.
In Francia ed in UK abbiamo assistito a ben altro movimento dell'elettorato, e quindi qualcosa di grosso nell'unione avverrà malgrado Renzi e gli italiani. Tuttavia, la cosa non mi tranquillizza, perchè non è una prospettiva ideale quella che vede decisioni divergenti, probabilmente unilaterali, che tende a polarizzare le scelte tra paesi separatisti e paesi come la Germania e l'Italia che continuano a promuovere unioni sempre più strette (come gli utili idioti della lista Tsipras). E' un quadro geopolitico che potrebbe richiamare certi scenari del recente passato, di quegli schieramenti opposti l'uno all'altro che condussero ad esempio al primo conflitto mondiale.
Renzi è senz'altro una meteora, ma potrebbe causare problemi spaventosi, in politica interna, portando perfino ad una riscrittura sotto dettatura del capitalismo globalizzatore, ed in politca estera con questa contrapposizione quando in Ucraina già le armi sono diventate protagoniste.
Sarà il caso nel prossimo futuro di dedicare più attenzione ad eventi internazionali.
Archiviare l'errore di tutti (tutti) i sondaggisti senza un minimo di spiegazione non è logico. Mi dicono che i modelli sono passati, dovrebbero aggiornarli. E com'è che nessun sondaggista abbozza una parola? Non so: "abbiamo sbagliato" oppure: "volevano orientare il voto contro il difensore dei poteri forti". (Figurarsi!) Se lo dico sono complottista, dietrologo ecc. Quindi non lo dico ma i sondaggisti dicano qualcosa.
RispondiEliminap.s. chissà se li chiameranno ancora e siccome li chiameranno, se cambieranno i metodi di rilevazione.
Sì, in effetti è abbastanza inquietante questa faccenda dei sondaggi. D'altra parte, sono certo che alle porssime elezioni staranno tutti attaccati egualmente ai sondaggi, ormai è una moda che non tramonterà presto.
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