sabato 13 ottobre 2012

IL NOBEL PER LA PACE A CHI?

Certo che questa scelta del Nobel per la pace all'Unione Europea è davvero una cosa da dementi...
La motivazione addotta, a quanto se ne sa, riguarda il ruolo che essa ha svolto nei sessanta anni di sua vita, nel promuovere la pace in un continente che nella sua millenaria storia aveva sperimentato tanti conflitti armati, soprattuttto i due tremendi conflitti mondiali. 
Sembra una motivazione adeguata, che non giustificherebbe certo il giudizio drasticamente negativo che ho espresso con la prima frase. 
Tuttavia, a me pare che un'analisi meno superficiale deve necessariamente portare alle mie conclusioni. 
Partiamo dal soggetto che riceve il premio. In genere, si tratta di singole persone, più raramente gruppi di persone. In qualche caso, si è arrivato a premiare intere organizzazioni, premiandone in tal caso i loro fini istituzionali, come ad esempio "Amnesty International", il cui fine fondativo stesso ha una forte ed univoca caratterizzazione. 
Questo passaggio da un premio alle persone fisiche alle organizzazioni era già una prima forzatura della stessa natura della premiazione, un cambiamento che ne alterava i caratteri. Oggi, ad Oslo è stato compiuto un ulteriore passo di snaturamento dello stesso premio, sia nei termini di consistenza numerica dell'organizzazione premiata, che, soprattutto dal mio punto di vista, nel passare da un'organizzazione a fine univocamente determinato, a una semplice congrega di stati uniti da un trattato fragile in quanto frutto di una semplice trattativa interstatale.
Agli accademici norvegesi sembra sfuggire che l'Unione Europea in sè non può costituire nè un rafforzamento nè un indebolimento della pace, visto che sono gli atti specifici e concreti che nella e attraverso l'unione avvengono, a determinare effetti di un certo specifico tipo.
Mi pare che questo premio si iscriva così in questo processo di acceccamento delle menti europee, incapaci di vedere come la convivenza in una comune struttura organizzativa possa d'improvviso trasformarsi in una sede di rancori ed odio. Su questo ho scritto, facendo l'esempio del matrimonio, e di come la separazione sia in molti casi il male minore, e non mi ci soffermerò oltre. 
Infine, il punto è che premiando una entità così sfuggente come nella sostanza un accordo tra stati per altro tuttora sovrani, si finisce per premiare la burocrazia europea, Chi andrà materialmente a ritirare il premio? Presumo lo farà Barroso e la sua commissione. Ora, premiare questi eurocrati in un momento in cui il ruolo che essi svolgono nell'approfondimento della gravissima crisi economica che attraversa il mondo, rappresenta implicitamente aldilà delle intenzioni di chi l'ha concesso, uno schierarsi al loro fianco, e non tacerò che penso che effettivamente questo premio sia stato sollecitato da un vertice europeo che si trova nell'occhio del ciclone per le gravi responsabilità che gli vengono a ragione attribuite nella gestione di questa fase così drammatica. 
In questa situazione, essi si danno molto da fare (ricordo l'intervento del tutto fuori luogo di Napolitano ieri sulla questione dei regolamenti elettorali) di qua e di là per tamponare, per bloccare, per arginare ogni protesta popolare, che ad ogni buon conto essi liquidano sprezzatamente come populista: dopodichè, le ragioni della proteste rimangono lì in tutta la loro validità. 
Purtroppo, un potere sempre più centralizzato, sempre più incapace di guardare oltre il proprio naso ed i propri interessi contingenti, ha oggi con la concessione di questo premio Nobel, messo in crisi quelli che una volta apparivano delle certezze, dei capisaldi di valori unanimi dell'umanità. 
In chiusura, mi chiedo se non sarebbe stato meglio concedere un premio postumo ai grandi statisti che nei lontani anni cinquanta lanciarono questo progetto. Allora sì che si sarebbe trattata di una scelta condivisa.

6 commenti:

  1. ventopiumoso13/10/12, 11:27

    dai, è andata bene.
    avrebbero potuto assegnarlo alla BCE.
    ;)

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  2. Dopo averlo assegnato a Obama, credo che questi Nobel non abbiano più motivi di essere presi sul serio.

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    1. Io riflettevo però su come si riduca sempre più lo spazio della condivisione. Questi sono pronti a qualsiasi nefandezza pur di favorire i propri interessi.

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  3. essendo un premio in denaro come cittadino europeo aspetto un centesimo,
    non so come avviare la mia legittima richiesta
    ciao

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  4. Eh, Francesco, forse è meglio che aspetti Godot piuttosto...

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