lunedì 8 ottobre 2012

SULLE REGOLE ELETTORALI

Riporto qui di seguito un commento sulle regole elettorali che ho inserito qui.
Le difficoltà che sperimentiamo in Italia sulle regole elettorali, da quando il sistema politico imperniato sulla DC è crollato, dipendono primariamente da due fattori preliminari...

L’uno è che i padri costituenti non le hanno incluso in costituzione, il che le fa diventare parte significativa dei mezzi utilizzati dai partiti per sopravvivere ed andare al governo. Questa cosa è palesemente assurda, e davvero non si capisce come un’assemblea costituente che ha per altri versi lavorato così bene, abbia potuto avere una dimenticanza così grave.
La seconda cosa è che ancora oggi a livello legislativo, i partiti sono come delle associazioni di amici, e pertanto non vincolati in alcun modo a dettami di legge che ne garantiscano la trasparenza, la liceità delle norme di designazione degli organi direttivi. Qui in Italia, un partito può svolgere il congresso quando vuole, e c’è chi è stato decenni senza mai convocarlo. Con questa situazione di fatto, è evidente che si facilita la frammentazione, in quanto solo in un piccolo gruppo la carenza di norme può talvolta non dare luogo a danni, i famosi partiti personali.
La mia conclusione è pertanto che solo rimuovendo questi due ostacoli, è possibile ipotizzare la fine dei problemi delle regole elettorali, sennò sarà sempre terreno di rissa e le soluzioni adottate saranno necessariamente le peggiori. Potrei aggiungere che non trovo questa prospettiva minimamente realistica, a quindi mi sa tanto che discuteremo ancora di questi argomenti in ogni periodo che precede nuove consultazioni elettorali: facciamocene una ragione.
Per questa ragione, le regole elettorali non mi appassionano, sono solo un eleemnto di dibattito politico, dello scontro su chi dvee comandare.
Nel caso del tutto improbabile che queste cose si facessero, sono assolutamente convinto della necessità di avere un sistema maggioritario. Si vota non per esprimere una opzione politica di principio, ma per definire chi governerà, e questo è tanto più vero quanto più esiste un’omologazione di pensiero nella società. Ciò che andrebbe curato, è l’assicurare la possibilità di svolgere attività politica in maniera adeguatamente significativa a quelle forze che non hanno i numeri per andare in parlamento, nessuno impone di limitare la politica ai parlamentari, trovo anzi aberrante che sia così. Tutti i cittadini indistintamente devono trovare modi per potere fare conoscere ai propri concittadini le loro opinioni politiche. L’essere rappresentati in parlamento non deve costituire titolo per l’accesso a privilegi, e sicuramente sono contro qualsiasi forma di finanziamento, soprattutto se misurato sulla base dei consensi: se hai consenso, che paghi chi te lo concede, se ne hai molti di consensi, avrai anche tanti contributi liberi dai tuoi iscritti e da chi ti vota. Al contrario, bisognerebbe in qualche misura aiutare proprio chi risulta fortemente minoritario, per una forma di compensazione.
Se le cose stessero come propongo, i sistemi maggioritari andrebbero certamente preferiti (mi rendo conto che però non abbiamo queste condizioni).
Proseguendo in questa linea ipotetica, l’unico modo per favorire il sistema maggioritario, è l’istituzione di collegi uninominali dove vince semplicemente chi prende più voti.
Devo vigorosamente dissentire sulla confusione tra un sistema di questo tipo e il sistema di nomina da parte delle segreterie previste dalle norme in vigore. Oggi, chi si presenta, non ci mette la faccia, se ha i mezzi per essere capolista, sarà eletto anche se si trattasse di un emerito idiota. Nel caso dei collegi uninominali, chi viene proposto da un determinato partito, rappresenta con la sua propria faccia quel partito. Le cose si capovolgono, non solo il candidato non si può nascondere dietro il simbolo di partito, ma addirittura è il partito che finisce in secondo piano perchè l’elettore primariamente vota la persona proposta, e se questa non gli garba, non voterà neanche il partito.
Ciò semplificherebbe il sistema elettorale. L’unica cosa che si potrebbe discutere è l’eventuale istituzione del doppio turno, che non credo cambierebbe comunque di molto le cose.

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