Ma che cosa sta succedendo a
Napolitano? Ormai il Presidente, dopo essere stato protagonista della svolta
che ha portato al succedersi di Monti a Berlusconi, in cui, come sembra a
molti, ha tentato di minimizzare il suo ruolo professando la discrezione e limitando
accuratamente ogni intervento diretto, oggi appare invece come un fiume in
piena, non ha alcuna remora a dire la propria sulla legge elettorale come se
egli fosse una delle parti che deve concorrere a definirla, e, la cosa che
appare più importante, dopo aver sollevato conflitto di attribuzione davanti
alla Consulta, seguita a occuparsi di una questione, che, proprio a seguito del
coinvolgimento di un altro organo istituzionale, non è più nelle sue mani,
almeno non dovrebbe...
Partiamo dunque dalla legge
elettorale. Il piano di Napolitano è evidente, prevede un forte indebolimento
del sistema bipolare verso un sistema proporzionale, in modo che si vada ancora
una volta alla formazione di una grande coalizione, visto che anche l’ultimo
ostacolo sembra eliminato visto che Berlusconi pare si sia messo da parte.
Senza Berlusconi, Napolitano spinge vigorosamente i suoi ex-compagni di partito
estremamente recalcitranti verso l’alleanza con Casini ed una destra la cui
composizione appare oggi come un rebus irrisolvibile.
Proprio in questi giorni, dai
sondaggi sembrerebbe che il M5S di Grillo abbia superato ciò che resta del PDL,
così che una presenza così forte di questo movimento, in caso di sistema
proporzionale, precluderebbe ogni possibilità di maggioranza in parlamento
eccetto quella che unisse almeno PD, UDC e PDL, esattamente quella voluta da
Napolitano in appoggio al suo pupillo Monti. Così, quella che l’anno scorso è
stata presentata come una soluzione di emergenza, riappare come l’emergenza
permanente e l’abbandono del sistema parlamentare basato sulla contrapposizione
tra differenti partiti.
Vendola e Bersani si sbracciano
per dirci questa verità, che un sistema parlamentare non può ulteriormente
tollerare una così severa messa da parte del ruolo dei partiti, dimenticando
tuttavia che rimarrà comunque una sorta di peccato originale dovuto al fatto
che anche se solo per diciotto mesi, un’emergenza è stata dichiarata da chi non
ne aveva titolo istituzionale, e che oggi la rivendicazione di un ruolo più
attivo da parte del PD non appare abbastanza convincente, chi ha rinunciato al
suo ruolo di governo una volta, non può poi fare la voce grossa alla successiva
occasione.
Passiamo ora alla questione del
conflitto di attribuzione. Ormai, Napolitano sembra muoversi come il
proverbiale elefante in un negozio di cristalleria, non esita un singolo
istante a introdurre argomentazioni spurie che non hanno alcuna attinenza con
le questioni del tutto formali che la Consulta dovrà presto affrontare. A chi
interessa che ci sia qualcuno che voglia colpirlo, non è forse nelle cose che
chiunque disponga di un grande potere, sia soggetto ad attacchi interessati?
Già subito dopo il suicidio del suo collaboratore D’Ambrosio, Napolitano ne
fece un martire, anzi il suo personale martire, colpito al suo posto. Ora,
risolleva la stessa tematica citando il loro carteggio, di cui, in verità
potevamo tranquillamente fare a meno, che non modifica in nessun modo la
sostanza delle cose, ma avvelena nel frattempo il clima, rendendo sempre più
ardua la fatica dei giudici della Consulta che, accanto all’esigenza di
pronunciare una sentenza giusta, hanno adesso l’esigenza aggiuntiva di tapparsi
le orecchie e non farsi coinvolgere emotivamente nelle angosce di Napolitano.
Presidente, vorrebbe forse dirci
che se vogliono colpire lei, la Consulta dovrebbe fare un’interpretazione
distorta della costituzione? Per chi questo carteggio così ostentato dovrebbe
costituire un messaggio di qualche rilievo? Possibile che lei non si renda
conto che già avere lei come avversario che è il Capo dello Stato costituisce
un grave handicap, vuole anche aggiungerci un sovrappiù di emotività perché lei
è stato fatto oggetto di attacchi? Davvero ha bisogno di condividere questo
problema, non ha già mezzi adeguati per rintuzzare oppure, il che mi sembra
perfino preferibile, ignorare tali problemi? Di cosa infine ha paura,
Presidente?
Guardi, Presidente, lei ha già la
sua età, inoltre si trova a pochi mesi dalla sua scadenza, ciò che doveva fare
durante la sua presidenza, mi pare l’abbia fatto, non è che si sia risparmiato,
dal 2011 ha poi messo pure il turbo. Il giudizio sul suo settennato è ormai
consegnato alla storia, questi pochi mesi non potrebbero ribaltarlo né in un
senso né nell’altro: posso darle un suggerimento sperando che non appaia
sconveniente? Si tranquillizzi Presidente, che tanto, se lei avesse compiuto
degli errori, saranno altri a piangerseli, i più giovani, non certo lei. Questo
suo eccessivo attivismo mette l’intera nazione in uno stato febbrile che
dovremmo tutti convenire non le giova, non giova alla nostra Italia.
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