mercoledì 17 ottobre 2012

COSA STA SUCCEDENDO AL NOSTRO PRESIDENTE?



Ma che cosa sta succedendo a Napolitano? Ormai il Presidente, dopo essere stato protagonista della svolta che ha portato al succedersi di Monti a Berlusconi, in cui, come sembra a molti, ha tentato di minimizzare il suo ruolo professando la discrezione e limitando accuratamente ogni intervento diretto, oggi appare invece come un fiume in piena, non ha alcuna remora a dire la propria sulla legge elettorale come se egli fosse una delle parti che deve concorrere a definirla, e, la cosa che appare più importante, dopo aver sollevato conflitto di attribuzione davanti alla Consulta, seguita a occuparsi di una questione, che, proprio a seguito del coinvolgimento di un altro organo istituzionale, non è più nelle sue mani, almeno non dovrebbe...

Partiamo dunque dalla legge elettorale. Il piano di Napolitano è evidente, prevede un forte indebolimento del sistema bipolare verso un sistema proporzionale, in modo che si vada ancora una volta alla formazione di una grande coalizione, visto che anche l’ultimo ostacolo sembra eliminato visto che Berlusconi pare si sia messo da parte. Senza Berlusconi, Napolitano spinge vigorosamente i suoi ex-compagni di partito estremamente recalcitranti verso l’alleanza con Casini ed una destra la cui composizione appare oggi come un rebus irrisolvibile.
Proprio in questi giorni, dai sondaggi sembrerebbe che il M5S di Grillo abbia superato ciò che resta del PDL, così che una presenza così forte di questo movimento, in caso di sistema proporzionale, precluderebbe ogni possibilità di maggioranza in parlamento eccetto quella che unisse almeno PD, UDC e PDL, esattamente quella voluta da Napolitano in appoggio al suo pupillo Monti. Così, quella che l’anno scorso è stata presentata come una soluzione di emergenza, riappare come l’emergenza permanente e l’abbandono del sistema parlamentare basato sulla contrapposizione tra differenti partiti.
Vendola e Bersani si sbracciano per dirci questa verità, che un sistema parlamentare non può ulteriormente tollerare una così severa messa da parte del ruolo dei partiti, dimenticando tuttavia che rimarrà comunque una sorta di peccato originale dovuto al fatto che anche se solo per diciotto mesi, un’emergenza è stata dichiarata da chi non ne aveva titolo istituzionale, e che oggi la rivendicazione di un ruolo più attivo da parte del PD non appare abbastanza convincente, chi ha rinunciato al suo ruolo di governo una volta, non può poi fare la voce grossa alla successiva occasione.
Passiamo ora alla questione del conflitto di attribuzione. Ormai, Napolitano sembra muoversi come il proverbiale elefante in un negozio di cristalleria, non esita un singolo istante a introdurre argomentazioni spurie che non hanno alcuna attinenza con le questioni del tutto formali che la Consulta dovrà presto affrontare. A chi interessa che ci sia qualcuno che voglia colpirlo, non è forse nelle cose che chiunque disponga di un grande potere, sia soggetto ad attacchi interessati? Già subito dopo il suicidio del suo collaboratore D’Ambrosio, Napolitano ne fece un martire, anzi il suo personale martire, colpito al suo posto. Ora, risolleva la stessa tematica citando il loro carteggio, di cui, in verità potevamo tranquillamente fare a meno, che non modifica in nessun modo la sostanza delle cose, ma avvelena nel frattempo il clima, rendendo sempre più ardua la fatica dei giudici della Consulta che, accanto all’esigenza di pronunciare una sentenza giusta, hanno adesso l’esigenza aggiuntiva di tapparsi le orecchie e non farsi coinvolgere emotivamente nelle angosce di Napolitano.
Presidente, vorrebbe forse dirci che se vogliono colpire lei, la Consulta dovrebbe fare un’interpretazione distorta della costituzione? Per chi questo carteggio così ostentato dovrebbe costituire un messaggio di qualche rilievo? Possibile che lei non si renda conto che già avere lei come avversario che è il Capo dello Stato costituisce un grave handicap, vuole anche aggiungerci un sovrappiù di emotività perché lei è stato fatto oggetto di attacchi? Davvero ha bisogno di condividere questo problema, non ha già mezzi adeguati per rintuzzare oppure, il che mi sembra perfino preferibile, ignorare tali problemi? Di cosa infine ha paura, Presidente?
Guardi, Presidente, lei ha già la sua età, inoltre si trova a pochi mesi dalla sua scadenza, ciò che doveva fare durante la sua presidenza, mi pare l’abbia fatto, non è che si sia risparmiato, dal 2011 ha poi messo pure il turbo. Il giudizio sul suo settennato è ormai consegnato alla storia, questi pochi mesi non potrebbero ribaltarlo né in un senso né nell’altro: posso darle un suggerimento sperando che non appaia sconveniente? Si tranquillizzi Presidente, che tanto, se lei avesse compiuto degli errori, saranno altri a piangerseli, i più giovani, non certo lei. Questo suo eccessivo attivismo mette l’intera nazione in uno stato febbrile che dovremmo tutti convenire non le giova, non giova alla nostra Italia.

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