Confesso che è una trasmissione
che non amo, con il conduttore che ha imparato presto a fare da supporto a
quello stesso mondo politico che fa finta di criticare...
Questi giornalisti pretenderebbero
di convincerci di una cosa palesemente assurda, che essi non siano coinvolti in
tutta questa schifezza di comportamenti che affollano la politica. Ma dove
stavano i giornalisti in questi ultimi venti anni? Quante fette di prosciutto
avevano negli occhi per non vedere i comportamenti criminali di tanti
politicanti? Di cosa parlavano, chi osannavano? Come già espressi altrove, i
giornalisti sono nella stragrande maggioranza parte di questa schifezza, essi,
lungi dall’essere come tentano di atteggiarsi, degli osservatori di una realtà
a loro esterna, si trovano a scrivere fondamentalmente del loro stesso mondo.
In particolare, Formigli, dopo
avere dedicato due puntate a tentare di distruggere il M5S di Grillo, continua
nella sua opera di occultamento sistematico della realtà.
Ieri ad esempio, quando Tremonti
tentava di approfondire le questioni andando al cuore dei problemi dell’economia,
lo interrompeva: che non possa accadere che qualcuno possa cominciare a capirci
qualcosa, tutto deve rimanere in un clima magico, quello che nella stessa
trasmissione evocava il membro del governo presente, credo si trattasse del
ministro Barca.
Sia chiaro, non è che io voglia
schierarmi con Tremonti, ma le accuse che gli rivolgevano erano chiaramente
pretestuose, e le critiche doverose invece non venivano fuori nella
discussione.
Ma quando si parla di come a
giugno è partita la crisi che ha riguardato in prima persona l’Italia, si può
onestamente non convenire con Tremonti che faceva intravedere un piano della grande
finanza per impossessarsi dell’ingente patrimonio dell’Italia e per distruggere
il suo sistema produttivo manifatturiero? E non è forse un fatto che proprio
all’inizio dell’aumento del famoso spread è stata proprio la Deutsche Bank a
riversare sul mercato una gran quantità di titoli di stato italiani che aveva
in portafoglio deprimendone ovviamente il valore ed inducendo comportamenti
analoghi anche in semplici risparmiatori?
A me sembrerebbe che, al fine di
liberarsi di Berlusconi, alcuni personaggi italiani di grande rilevanza per i
loro importanti ruoli, in alcuni casi perfino di tipo istituzionale, non
abbiano esitato un momento ad appoggiare altre nazioni in una manovra contraria
agli interessi del nostro paese.
Innazitutto, Tremonti ha ragione
quando afferma una cosa che dovrebbe apparire perfino ovvia, e cioè che non
sono state rimosse le cause della crisi del 2008, e che quindi le immissioni di
liquidità sia in zona euro che soprattutto in zona sterlina e dollaro servono
solo a comprare tempo per ripetere l’espressione a mio parere efficace da lui
stesso utilizzata.
E come dargli torto quando
afferma che il governo Monti ha peggiorato la situazione stando ai numeri, con
più disoccupazione, meno PIL, più debito e deficit che non riesce a diminuire
malgrado il forte aumento della tassazione.
Soprattutto, un giorno si dovrà
accertare come sono andate le cose a partire dall’estate, se per caso si
accertasse che qualche influente italiano ha tradito il proprio paese
appoggiando attacchi speculativi da parte dei partners europei magari allo
scopo tutto interno a noi di far cadere il governo Berlusconi, questo prima o
poi dovrà essere accertato almeno per due elementi rimasti poco chiari ma
assolutamente decisivi. Il primo è la famosa lettera della BCE scritta non si
sa dove e non si sa da chi, l’altro la vendita da parte della Deutsche Bank di
praticamente l’intero importo di titoli di stato italiani che deteneva proprio
all’inizio dell’impennarsi dello spread, determinandone così una formidabile accelerazione
ed inducendo anche semplici risparmiatori a vendere anche loro. Al ministro
Barca, forse si dovrebbe ricordare che l’unica riduzione dello spread si è
avuta in corrispondenza del maxi prestito da parte della BCE di mille miliardi
di euro alle banche europee, che ha prssto portato lo spread a 270, mentre oggi
si trova a 360, una quota tuttora 250 punti al di sopra di quanto non fosse
prima dell’inizio della crisi: come può il governo Monti mostrarlo come se si
trattasse di un trofeo quando è la dimostrazione dimostrata del fallimento
clamoroso di questo esecutivo proprio in quello che si era posto come obiettivo
prioritario?
Evito di soffermarmi su Fassina,
che deve la sua notorietà e il suo ruolo ala sua fedeltà assoluta a Bersani,
visto che nei fatti è assolutamente incapace di affrontare qualsiasi confronto,
riuscendo al massimo a balbettare facendo affermazioni imbarazzanti.
Non
credevo che sarei mai giunto a tanto, ma davvero l’unico che ne è uscito bene
ieri a mio parere è stato proprio Tremonti, sugli altri è meglio stendere un
pietoso velo.
Pensa a che punto siamo arrivati: Tremonti er mejo!
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