giovedì 18 ottobre 2012

D'ALEMA DALLA GRUBER

Certo che D’Alema in TV non si può proprio più guardare...

Innanzitutto, c’è l’elemento relativo all’aspetto fisico, D’Alema ha superato i sessanta anni e non invecchia bene, da’ l’idea di una vera e propria decadenza fisica.
D’altra parte, sembra in qualche misura la macchietta di sé stesso anche nel modo di argomentare, non riesce più a fare risaltare quella forma di retorica basata su una padronanza notevole della logica che gli è stata sempre riconosciuta. E tutto ciò avviene non perché D’Alema si sia dato un nuovo look, no, la sua tendenza all’arroganza continua a persistere, quelle smorfie da primo della classe continua a farle, ma nello stesso tempo tutta questa rappresentazione è compiuta da un attore che non riesce a dissimulare la stanchezza.
Non so se sia un destino ineluttabile degli uomini di potere, ma capisco che per costoro invecchiare sia una cosa difficile. Pensate un attimo a Berlusconi che a tuttoggi pretende di nascondere gli anni dietro maschere improbabili che il chirurgo di turno gli confeziona sul suo stesso viso, dandogli poi un aspetto quasi inumano, una vera schifezza, molto peggio di ciò che può apparire un viso semplicemente invecchiato e pertanto al contrario estremamente umano. Per inciso, sono al contrario convinto che Prodi sia uno che invecchia molto bene, mostrando tutti i propri anni, ma con uno stile che tende a sottolineare come un suo distanziarsi dal primo piano.
Alla fine credo che D’Alema appaia così ko perché non ha saputo fare i conti né con la propria storia e con le sue innegabili responsabilità nel favorire l’instaurarsi dell’era Berlusconi, né con la propria età e di conseguenza non è in grado di darsi un ruolo differente da quello recitato fino ad allora.
Ieri sera dalla Gruber, D’Alema è davvero sembrato un ex, e tanto più egli si affrettava a sottolineare quanto egli sia importante, di quanto credito egli disponga da parte di ambienti importanti, tanto più appariva out. Nel presente contesto, la sua gestione della questione della sua ricandidatura alle politiche è stata una vera e propria frana. Al contrario di Veltroni, il suo avversario di sempre, che ha colto la palla al balzo, egli, evidentemente combattuto tra le due opposte ipotesi, ha perso il momento, e la decisione lì annunciata di non ricandidarsi è apparsa del tutto intempestiva, assolutamente tardiva, dando così l’impressione di averla subita. Non solo, questo condizionare la decisione all’esito delle primarie appare indifendibile, derubrica una scelta che dovrebbe riguardare la sua vita, una delle cose fondamentali che un uomo decide in solitudine e lontano da condizionamenti, a una delle tante mosse politiche a sua disposizione, rende cioè una scelta con profonde implicazioni di carattere umano una mossa basata su convenienze politiche di carattere contingente.
Possibile che D’Alema, un uomo che passa per raffinato politico, non capisce che così egli si mostra condizionabile dall’esterno anche nei suoi aspetti più intimi? La rinuncia avrebbe dovuto essere tempestiva ed incondizionata, non essendo né l’uno né l’altro appare come la risposta dovuta a una situazione a lui esterna.
Così, D’Alema conferma di volere stare ancora nell’arena a combattere, non ha fatto un passo indietro per svolgere un nuovo ruolo più consono alla sua età, ma soltanto perché così può acquistare più slancio per il prossimo assalto.

7 commenti:

  1. Proprio perché abbiamo pietà di lui e di tanti altri come lui, la cosa migliore è: per regola di legge (e non di partito) nelle cariche politiche istituzionali, dopo il secondo mandato BASTA !

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    1. Difatti, d'accordo con te, io sono per regolamentare i partiti legislativamente. E' una vergogna questo considerare i partiti come fossero associazioni di amici, il che obiettivamente favorisce il proliferare di partiti personali e spesso microscopici.

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  2. E' mai possibile che questi politici non si rendano conto di quanto siano diventati patetici? Ma davvero questi non si rendono conto della realtà che li crconda? Ma davvero davvero questi vivono in un mondo tutto loro, rifiutando di guardare la verità in faccia! D'Alema, come dici tu, è stato da sempre odioso, ma ormai con la sua insopportabile spocchia è diventato la caricatura di se stesso!

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    1. Il fatto è che la fonte stessa del loro potere non sta nel gradimento individuale, ma nei rapporti di prossimità, in quelle reti di conoscenz<e ufficiose per cui la sorte dell'uno reisulta inestricabilmente legata a quella di tanti altri. Del resto, D'Alema si vantava di non essere che un semplice iscritto del PD, lo diceva con lo stesso tono con cui si racconta una barzelletta, un motto di spirito. Perchè uno come lui non ha bisogno di rivestire un ruolo istituzionale, è importante a prescindere.

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  3. Ah Vincenzo , su questo non ti posso dar ragione. Non so quanti anni hai, ma ti trovo molto attivo e affascinante del fascino delle persone intelligenti e creative. Anche io non ho venti anni e quando esco per le mie " riunioni politiche " e chiedo a mio figlio di partecipare , di trovare un ruolo attivo nella città e nella società alla fine mi pare che i giovani di ieri , che hanno vissuto negli anni 70 quel clima pieno di cultura politica, storica ed etica abbia assorbito quella spinta culturale che da loro una marcia in più e la voglia e la capacità di continuare ad occuparsi della società. io D'Alema l'ho trovato strabiliante... quel piglio più cauto dei vecchi e con quella saggezza stratificata da anni di lavoro che qualcosa deve aver appunto generato. Conclusione: i vecchi hanno qualità acquisite con l'esperienza, gli errori, la sofferenza e la paura della morte.

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    1. Antonella, io ti ringrazio per le tue gentili parole nei miei ocnfronti, ma per favore non confrontarmi con D'Alema.
      Sì, siamo entrambi anziani, ma io non sono uomo di potere, tento a mio modo di coltivare la saggezza ed ho un rapporto così positivo con me stesso che non ho bisogno di ricevere conferme dagli altri. Non è stato sempre così, anch'io quand'ero più giovane, dubitavo delle mie possibilità, magari saltuariamente. La vecchiaia dovrebbe appunto traghettarci verso questo rapporto più sereno col mondo, e per questi motivi ritengo che questi vecchi che si dilaniano sull'arena come D'Alema siano in fondo degli eterni bambini.

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  4. Non ho mai capito dove sta l'intelligenza di cui ammantano il sig Dalema. Non che lo contesti, ma non l'hanno mai spiegato. O forse mi sono perso le spiegazioni. Non lo dico in senso ironico, è che proprio mi manca l'informazione. Mi sembra come quelle cose che si tramandano e che "così è se vi pare". Se adesso uno mi chiede di associare qualcosa al personaggio, mi viene in mente solo la vice presidenza dell'internazionale socialista(da comunista, coerentemente) e una delle recenti guerre a cui l'Italia ha (attivamente)partecipato (negando anche ai quei poveretti uraniati almeno le cure necessarie. Come fecero gli americani con i soldati ritornati vivi dal Vietnam: rimossi in quanto scomodi). Però, forse è solo colpa mia e della mia poca informazione.

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