martedì 30 ottobre 2012

BREVI NOTE SUL VOTO IN SICILIA

Un velocissimo giudizio sul voto siciliano. Di tipico del luogo, c'è il trasformismo più esasperato dei politicanti...
Prendiamo i partners della neovittoriosa coalizione PD-UDC. Bene, nella passata legislatura, il PD stava in giunta con Lombardo (che era il loro avversario per il ruolo di presidente della regione) e l'UDC stava all'opposizione, ora si ritrovano allegramente assieme, ed è sbalorditivo il ruolo svolto dal PD che passa così allegramente dalle alleanze in sede nazionale, all'appoggio all'avversario (sarebbe stato simile ad appoggiare Berlusconi in parlamento), a una coalizione con chi, pur cpollocandosi prossimo a Lombardo (area di centro), era uno dei partiti più fieramente all'opposizione. 
Tralasciando queste miserie, rimane òl'elemento che siciliano non è, e si può riasumere con l'espressione "presenza di una domanda politica insoddisfatta". 
Il PD può anche gioire per la sua vittoria, ma dovrebbe credo riflettere che Crocetta, neopresidente, governerà con circa il consenso di circa il 14% del corpo elettorale. Si vcapisce che rispetto al crollo del PDL, uno possa tirare un sospiro di sollievo, ma forse dopo aver respirato, dovrebbe riflettere (e dovrebbe riflettere, ma ormai è già tardi, Vendola, che ha collezionato un altro clamoroso insuccesso che gli dovrebbe dimostrare che è il PD a logorarlo, non il contrario). 
Facendo un rapido calcolo, se togliamo il 15% del M5S al 47% dei voti, andiamo al 32% (ma non so quante siano di queste le schede bianche, le trascurerò). Quindi, l'arco dei partiti tradizionali, non arriva a coprire neanche un terzo degli aventi diritto al voto. Non significa allora che due elettori su tre non trova per chi votare, tranne quella frazione che da fiducia alla nuova formazione grillina? 
A chi si lamenta continuamente dell'inerzia della gente, direi di leggersi i risultati, e non occorre neanche essere troppo attenti nel farlo, è evidente che la gwente sta già ampiamente fuori da ciò che offre il quadro politico. Manca appunto un'offerta all'altezza, manca un quadro intermewdio che traduca in attività politica, iniziative, rappresentanze, proposte che traducano ipotesi politiche teoriche in pratica di ogni giorno, senza questa capacità organizzativa non si va da nessuna parte, anzi si va a fondo. 
In chimica siamo abituati a distinguere sempre tra aspetti termodinamici e aspetti cinetici. Il diamante ad esempio, pur essendo termodinamicamente instabile, si trasforma così lentamente in grafite che in condizioni ordinarie ciò non avviene neanche in un'intera era geologica. Così, la situazione politica è certamente instabile, e quindi potenzialmente rivoluzionaria, ma la velocità con cui evolve può risultare così bassa che potrebbe non bastare un'intera generazione per creare un nuovo ceto politico rivoluzionario. Poichè i fattori obiettivi evolvono comunque velocemente, avremo il crollo dell'esistente prima che si configuri un modello sostitutivo, e non mi pare una bella prospettiva.
MENTE INSTABILE, E QUINDI POTENZIOALMENTE RIVOLUZIONARIA, MA LA VELOCITà CON CUI ESSA EVOLVE è

3 commenti:

  1. Come al solito in Italia sembra che tutto cambi per non cambiare niente!

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  2. Quella percentuale che ha deciso di "schifare" il voto, mi fa pensare che non basteranno più e più generazioni per tornare a sentirsi parte della politica intesa in senso lato, ossia come cellule attive e potenzialmente decisionali.
    Non è tanto lo sfascio economico che ha allontanato la gente dal voto, quanto il maccheronismo camaleontico di tutta la politica attuale, anzi, meglio, di tutti i politici attuali.
    In Sicilia sono stati offerti agli elettori piatti talmente astrusi che la buona parte di essi li ha rifiutati in toto, avendo capito che sarebbero stati immangiabili.
    Se queste sono le premesse per le elezioni del 2013, cominciamo già fin d'ora a ridere, poiché saranno la più grande buffonata dacché l'Italia esiste. O piangere, per lo stesso motivo.
    Ciao.

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  3. Poiché ho un ricordo di una Sicilia immobile, vedere un possibile cambiamento non mi dispiace. Il movimento 5 stelle primo partito non è cosa di poco conto. L'appunto che hai fatto a Vendola penso che sia prezioso. Riguardo all'astensionismo può essere necessaria anche una considerazione di questo tipo: c'è chi si è astenuto per protesta; poi c'è chi si è astenuto per "chi se ne frega"; poi c'è chi si è astenuto perché non sapeva cosa fare. Non è facile dire in quale proporzione si esprimono i diversi tipi di astensione. Certo è che abbiamo bisogno di una partecipazione nuova, continua, consapevole; e non il solito voto espresso senza minimamente capire cosa si sta facendo ... ciao

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