sabato 19 novembre 2011

MONTI. OPERAZIONE COMPIUTA

Vorrei oggi analizzare gli aspetti fondamentali che la formazione del governo Monti comporterà per la prassi dei sistemi istituzionali di tipo liberaldemocratico.
Il primo aspetto che vedo è l'ennesima conferma, oggi forse definitiva, di ciò che chiamo l'economicismo. Con tale termine, intendo lo spodestamento della politica dal suo trono da parte dell'economia che non diventa più oggetto di scelte discrezionali e quindi non costituisce oggetto di dibattito, ma al contrario assume il ruolo di un dispositivo tecnico valido di per sè, con un suo meccanismo automatico di funzionamento su cui non si può intervenire. Il governo di una nazione diventa dunque l'esercizio di una competenza tecnica atta a raggiungere l'obiettivo dato per scontato di un continuo aumento del PIL.
Inoltre, nel caso di Monti, tale divinizzato aumento del PIL deve essere perseguito all'interno di un sistema economico globalizzato assunto tale e quale com'è oggi.
Questa è una dei punti più importanti che vengono fuori dalle sue dichiarazioni programmatiche, colpevolmente ignorate dalla grande stampa. Nel suo discorso, Monti ha delineato la situazione presente come se ci fosse un malato, l'Italia, che per uscire da casa deve guarire, mettere a posto l'infezione di cui soffre, riacquistare la capacità di camminare.
Questa è appunto una visione deformata della realtà, perchè ignora la natura globale della crisi e più di tutto la sua reale origine, oltre ad ignorare ovviamente le deficienze istituzionali dell'Europa così come è stata costruita, un'Europa che è la peggior nemica di sè stessa, il reale ostacolo a qualsiasi progetto di reale federalismo europeo.
A cosa serve che io mi metta nel migliore stato di salute se fuori c'è un'epidemia di peste bubbonica, o peggio se fuori è in corso un fall-out radioattivo?
Al di fuori della metafora, non serve a nulla rimettere a posto i propri conti, cosa comunque da fare ma soltanto all'interno di una logica completamente diversa, se poi gli USA continuano imperterriti a invadere i mercati globali con una quamtità spropositata di liquidità.
Qualunque esecutivo che ignori la vera natura dei mercati finanziari, del fatto che chi lì opera si trova in uno stato di enorme difficoltà e per tentare di districarsene mena frendenti a destra e manca senza badare ai danni che arreca, finisce col diventare oggettivamente, e quindi lasciamo perdere le polemiche sul complottismo, di quegli stessi mercati da cui il nostro governo dovrebbe difenderci: abbiamo affidato lo spegnimento dell'incendio al piromane, come efficacemente si dice.
L'unica reale cosa che Monti avrebbe dovuto dire, e non l'ha fatto, non è respingere la tesi che egli rappresenti i poteri forti (cos'altro mai avrebbe potuto dire a proposito?), era assicurarci sul fatto che egli individui i mercati come il problema e non come il nostro supremo giudice. Non facendo una affermazione di questo tipo, egli conferma di credere che la politica economica deve individuare nel gradimento del mercato l'unico criterio di giudizio, e da questo punto di vista risulta ininfluente che egli faccia parte di un gruppo organico di potenti che detta l'agenda ai governi di tutto il mondo: basta in verità che egli la pensi come ho detto, la complicità sta nei fatti.

Passiamo ora al secondo aspetto, che rende da questo punto di vista questo governo come quello più politico degli ultimi decenni. Badate, dico politico e non democratico, e lo specifico perchè stranamente si è diffusa la moda di parlare di sospensione della politica, ma non della democrazia, come se potesse esistere una democrazia senza politica. Invece, è certamente possibile il contrario, una politica non democratica, e difatti politica è inevitabilmente una categoria più vasta di democrazia.
Ciò che io osservo è la continuazione di un processo che ha visto Berlusconi e il suo gruppo come protagonista, e consiste nella svalutazione del parlamento e del suo ruolo come definito nella nostra costituzione.
Così, mentre tale governo rappresenta una discontinuità netta passando da una logica bipolare ad una monopolare, rimane il fatto che il parlamento continuerà a limitare il suo ruolo alla ratifica pura e semplice delle iniziative governative: ancora una volta, abbiamo una coincidenza tra potere esecutivo e potere legislativo.
Che l'attuale parlamento abbia da tempo dimostrato senza alcun ombra di dubbio il suo basso livello qualitativo, non sposta comunque più di tanto la sostanza della questione. Ci troviamo cioè da una parte nell'impossibilità del sistema istituzionale a dare risposte adeguate alle presunte emergenze internazionali, dall'altra le forze politiche si affidano senza riserve al salvatore della patria, pronte anche, di colpo e senza nessuna apparente motivazione ideale, a convivere nella stessa maggioranza con quelli che fino al giorno prima più che avversari, apparivano come nemici.
Non solo quindi il parlamento decide anche in questa fase di abdicare alle proprie prerogative legislative, ma dimostra inoltre di non possedere alcuna capacità di autoriforma.
Se la questione riguardasse esclusivamente gli attusali parlamentari, la cosa sarebbe di interesse limitato: purtroppo, è l'istituzione stessa che ne riceve un grave danno apparentemente permanente.
Ciò è dovuto alla infelice scelta di Napolitano di sponsorizzare platealmente un governo interamente costituito al di fuori del parlamento. Se al contrario egli avesse manovrato verso lo scioglimento del parlamento e l'indizione di nuove elezioni, allora sì che sarebbe stato svalutato soltanto l'attuale parlamento, e si sarebbe potuti andare davanti al corpo elettorale ponendo in grande evidenza proprio la questione critica del ruolo del parlamento.
Per inciso, oggi non vi è alcuna certezza sulla possibilità di riforma elettorale, mentre nulla vietava al Presidente di varare comunque un suo governo, con il mandato limitato di gestire le elezioni, magari affrontando il problema della riforma elettorale, un governo insomma per tenere aperto il parlamento magari soltanto per il mese necessario per votarla.
Vorrei ancora aggiungere qualcosa sulla oscena campoagna lanciata da taluni settori del centrodestra che arrivano a gridare al golpe: peccato che il golpe si era già consumato da tempo, da quando Berlusconi accettò che Verdini procedesse allo shopping di deputati per ottenere la fiducia il 14 dicembre 2010: da allora, il parlamento ha perso qualsiasi forma di legittimazione. Ed ancora oggi, senza il voto determinante del PDL, mai si sarebbe potuto insediare il governo Monti: di sospensione di democrazia possono parlare tutti con ottimi argomenti, tranne coloro che, attraverso la concessione del loro determinante voto, hanno consentito questa operazione, che risultano a tutti gli effetti complici. Non sappiamo forse che Berlusconi ha accettato di rinunciare a quelle due settimane di governo che gli rimanevano perchè Mediaset aveva perso il 12% del suo valore? Il conflitto d'interessi colpisce ancora!
La mia impressione è che tutta questa cagnara di fatto di stampo elettorale inscenata da talune forze politiche, non avrà successo. Lo dico perchè sento l'odore dei miei polli, cioè dei miei colleghi docenti universitari. La politica universitaria agisce in un modo ben più raffinato della politica partitica, e non mi meraviglio perciò per niente dell'abilità già dimostrata da Monti nel fronteggiare le piccole polemiche che gli sono state lanciate contro: presto, vedremo che anche i suoi ministri hanno ca
pacità acrobatiche di fronteggiare questi giochetti di palazzo a cui la politica si è ridotta.

2 commenti:

  1. Ti leggo sempre con molta attenzione ed interesse, lo sai, e ribadisco per l'ennesima volta che non ho la preparazione adatta per avvalorare o contrastare le tue affermazioni circa l'operato di Monti o quello di Napolitano. Una cosa però so per certo ( e sottoscrivo mille volte):hai perfettamente ragione quando sostieni che se fosse caduto il governo Berlusconi il 14 dicembre scorso, saremmo già andati a nuove elezioni ed avremmo potuto rinnovare la vergognosa composizione di questo Parlamento e con tutta probabilità non saremmo caduti nel baratro ( perchè non siamo sull'orlo, ci siamo proprio dentro!) come invece è successo ora!
    Sono pronta a fare sacrifici per tentare di salvare il nostro Paese e soprattutto per cercare di dare un futuro meno nero ai nostri giovani. Per ora voglio sperare che Monti riesca in qualche modo a farcela, di sicuro Berlusconi ci avrebbe non solo calati nel baratro ma portati fino agli inferi! Ecco perchè, quando finalmente è andato a dimettersi, ho cantato l'Alleluia con quanto fiato avevo in gola!

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  2. @Ornella
    Le responsabilità storica di Berlusconi e della sua corte sono fuori da ogni ragionevole dubbio :)

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