venerdì 4 novembre 2011

IL DELITTO PERFETTO AI DANNI DELLA DEMOCRAZIA

In questi ultimi giorni, nei piani alti del potere internazionale si è compiuto il delitto perfetto nei confronti delle democrazie. Potremmo forse più appropriatamente parlare di perfezionamento di delitti già da lungo tempo organizzati, preparati ed in molti aspetti anticipato. Non v'è dubbio che però proprio in questi giorni il delitto si è completato.
Iniziamo dalla vicenda greca. Non voglio entrare nel merito delle motivazioni di Papandreu, ma la decisione di indire un referendum per fare pronunciare i greci sull'adozione dei provvedimenti di austerity proposti dall'Europa non può che essere giudicata un esercizio salutare di democrazia.
La domanda che sorge spontanea è cosa mai i suoi partners europei hanno fatto a Papandreu da determinare un cambio di opinione e l'affossamento del referendum.
Ma anche mettendo da parte ipotesi complottiste, che comunque non mi sento di escludere, i dirigenti europei dovrebbero giustificare il loro schierarsi così apertamente contro un momento democratico come ovviamente un referendum dovrebbe apparire.
Significativo è a questo proposito il titolo apparso sul Financial Times, che paragonava l'iniziativa referendaria al chiedere a un tacchino il suo parere sull'essere cotto al forno.
Dunque, per questi giornalisti il popolo greco deve essere cotto a puntino, ma senza che se ne accorga, questa è la nuova etica della classe dirigente europea.
Una situazione analoga, ma direi per certi aspetti perfino più inquietante si sta ora verificando per l'Italia. Il nostro premier ha dichiarato che saremo certificati periodicamente dal FMI, e di questa grnade opportunità dovremo ringraziare Napolitano che ha diviso con lui la decisione, contribuendo in modo determinante al suo ottenimento (e di questo lo ringraziava pubblicamente).
Questa dichiarazione è palesemente priva di senso, soprattutto detta da chi ha almeno teoricamente il massimo potere decisionale. La certificazione del FMI si traduce in controllo. tecnicamente detto monitoraggio, dell'attività del governo italiano, e quindi dlelo stesso Berlusconi. Che egli possa valutare positivamente l'essere messo sotto osservazione e tutela è del tutto insensato, dal che siamo costretti a dedurre che sta mentendo e che nei fatti abbia dovuto subire questo diktat con annessa condizione di mentire a proposito.
Un altro aspetto incomprensibile della faccenda è costituita dal fatto che un controllo FMI si può giustificare solo nel caso che ci sia stata da parte sua la concessione di un prestito, cosa esclusa esplicitamente da Berlusconi che dice di averla rifiutata.
Ora, se il FMI non ci da' nulla, non avrebbe senso che pretendesse qualcosa, e quindi ci deve essere qualche potere italiano che l'abbia immaginato e voluto, costringendo Berlusconi ad accettarlo. I nomi possibili non è che siano tanti, probabilmente Tremonti, forse anche Draghi, e naturalmente viene in tutta evidenza l'pipotesi che il regista dell'operazione il Presidente Napolitano, anche perchè così chiaramente chiamato in causa da Berlusconi, che peraltro non è stato smentito.
Io spero tuttora che non sia così, che almeno il Presidente non abbia violato gli obblighi di autolimitazione a un compito di controllo e di garanzia costituzionale. Nello stesso tempo, sarebbe gravissimo che proprio il Presidente abbia di fatto tradito il proprio paese, sottoponendoci a un potere estraneo e incontrollabile, e che quindi non può che assumere un significato antidemocratico.
Bisogna infine considerare che tale dichiarazione di stare sotto tutela peggiora oggettivamente la nostra situazione di affidabilità e ci espone a maggiori attacchi speculativi, come se nei conti italiani ci fosse un difetto non esplicitato che minasse la nostra affidabilità finanziaria.
Mi chiedo chi se non qualcuno che odia il nostro paese magari da un posto di comando, poteva architettare una situazione per noi così negativa sia sul versante di ciò che apparirà ai mercati che in generale come difesa dell'orgoglio nazionale.
In comune con ciò che sta succedendo al referendum greco questa situazione italiana ha la segretezza e il mistero in cui entrambe le vicende sono immerse.
Ecco perchè questi giorni passeranno alla storia come un caso di delitto perfetto della democrazia, dove si attua con successo il colpo di stato perpetuato dai potenti del mondo con l'evidente complicità di un pezzo della stessa italia, a seguito del quale ogni parvenza di democrazia è stata definitivamente affossata.

2 commenti:

  1. Queste istituzioni non sono democratiche, quindi temono gli esercizi di democrazia.
    Mi dispiace deluderti circa Napolitano, ma lui è totalmente dalla parte di questi poteri e per nulla da quella dei cittadini: quindi, gli interessi nostri non li difenderà mai.
    Il fatto che tutte le forze politiche cosiddette "di sinistra" esultino per ogni boiata che dice, oppure ne esaltino sempre il ruolo di "guida", mi pare dovrebbe preoccupare sempre di più tutti noi...

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  2. @BC
    Se mi leggi con attenzione, vedi che io non escludo affatto una responsabilità di Napolitano. Al contrario, non oso accettare questa ipotesi per tanti versi verosimile, perchè configurerebbe un crimine terribile, esplicitamente previsto dalla nostra costituzione, l'alto tradimento, con conseguente processo davanti alla Corte Costituzionale.
    E' una prospwettiva che preferisco per ovvii motivi lasciare in secondo piano sperando che prima o poi il Presidente voglia meglio chiarire il suo ruolo nella vicenda.

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