lunedì 21 novembre 2011

LE ELEZIONI SPAGNOLE E L'IMPOSSIBILITA' DELLA DEMOCRAZIA

L’esito delle elezioni spagnole costituisce l’ennesima puntata della soap-opera intitolata “L’Europa e la democrazia impossibile”.

Perché questo trionfo della destra in Europa cos’altro rappresenta se non il fatto che la socialdemocrazia non può più esistere, non ha proprio alcuna possibile collocazione, nell’ormai trionfante dilemma “populismo-tecnocrazia”? E’ ciò che c’hanno servito dalle cucine del PD, il partito che possiamo considerare più prossimo alle socialdemocrazie continentali, in questi ultimi mesi, il loro essere un partito non di parte, ma piuttosto il solo ed autentico partito (DOC) dell’interesse generale. A costo di ripetermi, il punto è proprio questo, se l’interesse generale è un dato di fatto e non più oggetto di dibattito politico, allora la democrazia è finita. L’unica alternativa a governi che possano bellamente prescindere dal consenso popolare potrà essere costituito soltanto da chi concorda nel mettere in crisi il meccanismo di rappresentanza parlamentare, ma lo fa da un punto di vista populista, richiamando sempre la sovranità del popolo ed ignorando così i meccanismi dei nostri sistemi istituzionali, che prevedono un meccanismo di delega a propri rappresentanti.

Di fronte quindi a una tecnocrazia basata sull’economicismo, sulla priorità delle esigenze dell’economia a cui la politica deve necessariamente inchinarsi, ed ad un populismo che pretende di coincidere con la volontà popolare più che di rappresentarla, il parlamento come istituzione rischia di perdere ogni ruolo: una vera rivoluzione in un continente che del parlamentarismo ha fatto la sua religione politica almeno da mezzo secolo.

Di fronte a questa crisi, si può quindi assumere due distinti atteggiamenti, quello di far finta di nulla, di minimizzare i colpi dati al sistema istituzionale, o quello invece di considerarlo un’opportunità di cambiamento.

Nel primo caso, avremo fatto il funerale alle democrazie continentali, nel secondo potremmo fare il funerale al liberalismo tentando di salvare la democrazia, separare i loro destini finora così intrecciati, e scegliere la democrazia a danno del liberalismo.

4 commenti:

  1. ventopiumoso21/11/11, 13:23

    d'accordo come sai su questi temi, e mi sono ormai convinto che esistano due sole forme di governo genuino: la dittatura (qualcosa che si conosce ma mai del tutto, ad esempio il sistema che si sta imponendo oggi in europa è proprio questo) oppure la democrazia diretta e partecipativa (che però richiede un enorme coinvolgimento, impegno e consapevolezza da parte dei cittadini, cosa che non vedo da quasi alcuna parte). tutto il resto ormai è fuffa. e mi chiedo anche se vi siano vie usualmente dette "democratiche" per cambiare questo sistema di cose. un sistema retto e voluto da persone ultrapotenti, economicamente, mediaticamente e militarmente -ce lo dimentichiamo sempre-, inumano ma che solletica i più bassi e beceri (e "comodi") istinti umani, come può essere sconfitto. con la sola parola? non so se tu sperimenti quello che sperimento io, un continuo vorticare oltre l'orizzonte degli eventi di un buco nero globale che inghiotta tutto, menti comprese. una indefessa perdita di tempo.
    infine, su destra e sinistra, pensa (ma credo che tu lo sappia già) che questo dualismo destra populista-destra tecnocratica (al posto proprio di destra-sinistra) lo fece già bobbio nel lontano 1994. da allora né la dirigenza né la base della sinistra ha saputo porvi rimedio.

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  2. Ottimi spunti per avviare una riflessione.
    Per come stanno le cose potrebbero fare un parlamento dove viene eletto solo un rappresentante di partito che si presenta con la sua quota azionaria (percentuale di voti ricevuti); con una quindicina di “personaggi” si risolve la “stupidera” di questa decadente democrazia delegata.
    Penso sia necessaria una riflessione storica, politica e culturale con una vasta partecipazione. In questo momento mi pare che tanti parlano di poteri forti e di strategie complottiste; penso che occorre parlare del perché della nostra debolezza e di qualche idea da portare a compimento.
    saluti

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  3. @vp
    Sarebbe probabilmente ora di finirla con questa stantia distinzione tra destra e sinistra, perchè polarizza la contesa politica su un aspetto che non è più adeguato, ma il discorso diventa lungo e complesso.

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  4. @Francesco
    Ci vorrebbe una nuova politica, una forma di organizzazione ben più ferrea di ciò che si vede in giro. Purtroppo, non ho la stoffa del politico, e non ho neanche più l'età per farlo, tento di socializzare le mie considerazioni sperando che possano tornare utili a qualcuno.

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