sabato 15 ottobre 2011

TUTTO CIO' CHE NON VA NEGLI ODIERNI INCIDENTI DI ROMA

Le notizie che arrivano da Roma, le immagini che riportano ai nostri occhi gli scontri in tutta la loro rudezza mi suggeriscono una considerazione del tipo "qui c'è qualcosa che non va", anzi mi pare che tutto non vada.
Mi chiedo come sia possibile che alcune centinaia di facinorosi travestiti da manifestanti abbiano potuto creare tutto questo sconquasso.
Innanzitutto, mi pare di dovere registrare una forte carenza da parte delle forze dell'ordine, incapaci di contrastare e neanche di contenere questi facinorosi. Per ore hanno sequestrato migliaia di persone, pacifici manifestanti e perfino i turisti di passaggio senza riuscire comunque ad avere ragione degli aggressori. Erano pochi, erano impreparati? Spero che qualcuno voglia fare un bilancio sulle gravi mancanze, insufficienze nell'opera di ristabilimento dellì'ordine da parte della polizia.
Passiamo ora agli stessi facinorosi che con tutta evidenza compiono le loro azioni criminali con l'unico scopo di autotranquillizzarsi dimostrando a sè stessi che esistono: alttre finalità non se ne vedono nè se ne possono arguire.
Infine, il capitolo più delicato, quello degli stessi indignados che fanno della loro spontaneità il loro massimo titolo di merito. A me essa appare piuttosto come il loro limite più evidente come sembrerebbe indicare anche la loro chiara resa ai facinorosi, organizzazione che fa cappotto alla spontaneità.
Non mi convincono altresì i commenti della politica, anche quelli del buon Vendola che mostra anche lui di non cogliere il nodo della questione. Ancora una volta questa non violenza presa come criterio assoluto per giudicare le manifestazioni.
Vogliamo riflettere sullo stesso significato della manifestazione? Capisco che per taluni possa rappresentare perfino uno svago andare in piazza a manifestare, ma se vogliamo uscire da questa dimensione di soddisfazione strettamente personale, allora credo che interrogarsi sull'efficacia del manifestare sia più doveroso che lecito. Vendola apparentemente non coglie che il punto di discrimine non sta nella dose di violenza, quanto nella funzione della violenza, chi la esercita, perchè la esercita, in altre parole come queste condizioni la qualifichino. Il confronto ad esempio corre per me con la manifestazione studentesca del 14 dicembre, in cui era l'intera manifestazione ad esprimersi con una certa dose di violenza, in realtà manifestatasi verso gli oggetti. Quii invece, un gruppo organizzato ha scatenato una violenza chiaramente preorchestrata che di fatto si è rivelata prevaricatrice verso il complesso della manifestazione: per questo affermo che non può essere la non violenza il criterio discriminatorio.
C'è un altro elemento che mi preoccupa nella presa di posizione di Vendola, quello in sostanza di assumere come politici di professione il ruolo fondamentale di sfruttamento della manifestazione. Forse molti di voi sanno delle fabbriche di Nichi, luoghi di aggregazione che non so che fine abbiano fatto ma che sicuramente hanno svolto una loro attività negli ultimi anni. Questa scelta di operare su un doppio binario mi pare sbagliata ed anche pericolosa: lavoro di manovalanza lasciato a taluni, lavoro di sbocco politico affidato a un gruppo scelto.
Gli indignados rischiano in definitiva per apparire come degli utili idioti, con il loro sdegno aprono la strada ad altri per dare lo sbocco che essi desiderano. Non è forse un caso che perfino Draghi (da non credersi) ha tentato di metterci il cappello.
La natura, si deice, non tollera il vuoto e così senza una direzione politica prorpia, saranno altri ad assumersela, senza un servizio d'ordine organizzato appropriatamente, non sarà possibile dare alle manifestazioni lo sbocco desiderato.
Ma io sono un vecchio leninista con l'ulteriore svantaggio di non essere neanche marxista...

5 commenti:

  1. Ancora una volta condannata la violenza Giusto-
    Ma da dove arriva questa violenza chi sono i
    violenti-Mi fa pensare ad una farsa -
    Egill

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  2. Silenziare l'indignazione sacrosanta dei manifestanti con i soliti infiltrati-
    E' assurdo mettere gli uni contro gli altri
    dividi e impera ma lo si sa da secoli e ci si casca ancora non credo a questa cosa-
    Egill

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  3. Alemanno dice chi sono i violenti stranieri -
    Xenofobo- Per i violenti nessuna pietà lo spero-
    Egill

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  4. "... facinorosi che con tutta evidenza compiono le loro azioni criminali con l'unico scopo di autotranquillizzarsi..."
    spostando l'asse a destra (più repressione per tutti)!

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  5. Questa scelta di operare su un doppio binario mi pare sbagliata ed anche pericolosa: lavoro di manovalanza lasciato a taluni, lavoro di sbocco politico affidato a un gruppo scelto.

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