sabato 11 settembre 2010

MAFIE SEMPRE PIU' FORTI

Due episodi recenti dicono la verità sullo stato del potere effettivo delle grandi organizzazioni criminali ai nostri giorni. Si tratta della bomba che è stata fatta scoppiare nell’ingresso della palazzina in cui abita il procuratore generale di Reggio Calabria, e dell’attentato mortale a Vassallo, sindaco di un comune del Cilento, nella parte meridionale del salernitano. Su Vassallo, si sa ben poco, speriamo che gli inquirenti riescano presto a stabilire le responsabilità. La cosa che però lascia davvero interdetti è l’attentato di Reggio Calabria. Come si sa, il procuratore generale non ha competenze inquirenti, non presiede alle indagini, né istruisce i processi, il PG ha piuttosto una funzione di garanzia sul funzionamento della Procura, potendo in determinate condizioni avocare a sé le indagini e la funzione di accusatore nei processi. Il PG insomma non si trova in prima linea, la sua funzione si svolge fondamentalmente nei confronti della Procura, un meccanismo come dicevo di garanzia interno al potere giudiziario. Risulta così incomprensibile questo avvertimento al PG, e ritengo molto grave che il potere politico e il settore dell’informazione abbiano prestato un’attenzione prossima a zero a questo evento. La ‘ndrangheta non fa scoppiare una bomba senza che esista un motivo specifico e ben fondato per farlo. Non sarebbe doveroso tentare di stabilire quale sia tale motivazione?

Maroni può affermare, autoglorificandosi, quello che vuole sui successi della lotta alle mafie, la verità è il loro potere non è stato mai così forte come adesso. Eppure, il ministro supporta le sue analisi con dati statistici di indubbia validità, almeno in termini di sequestri di proprietà dei mafiosi e di cattura di latitanti. Ci si dovrebbe porre la domanda di come possa convivere questo sempre più forte potere mafioso con i colpi che sono stati loro inferti da magistratura e forze dell’ordine. La risposta mi pare stia nella mancanza di credibilità in chi conduce questa battaglia, nel governo stesso di questa nazione, nella sua classe politica, coinvolgendo anche fasce dell’opposizione.

Ci si potrebbe chiedere se i meccanismi attraverso cui opera questa classe politica, il modo in cui assume certe decisioni, il modo in cui ritiene di selezionare la propria stessa composizione, non somiglino pericolosamente a quelli che vigono all’interno delle grandi organizzazioni criminali. Ci si potrebbe chiedere come i frequenti episodi accertati di collusione tra queste due sfere non comportino poi necessariamente la certezza per le mafie di potere continuare ad operare con una certa tranquillità, visto che il potere politico non può essere interessato a sconfiggerle, senza con questo determinare un ridimensionamento del proprio stesso potere.

Io credo quindi che la risposta al quesito che ponevo all’inizio sia in definitiva abbastanza semplice, troppe commistioni, troppe somiglianze, perché lo stato possa lanciare una sfida decisiva e finale alle mafie, piuttosto una convivenza data per scontata anche se certo non priva di contraddizioni, visto che, fortunatamente esso non coincide del tutto col potere politico, che questo non è comunque omogeneo al suo interno, e che l’istituzione stato ha, malgrado tutto, tanti fedeli servitori, disposti anche a sacrificare la loro stessa vita a questa fondamentale battaglia.

5 commenti:

  1. E quindi, è lo Stato che si adegua alla mafia o è la mafia che si adegua allo Stato o si adeguano entrambi tra di loro strada facendo?

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  2. Significa che lo stato italiano si deve ancora fare, che abbiamo bisogno di costituire i cittadini, mentre Berlusconi invoca il popolo perchè lo incoroni sovrano, significa che dobbiamo ancora formare una classe dirigente che non pretenda di dettar legge per ottenere potere per sè i i propri accoliti, ma creda nella neutralità di una istituzione, lo stato appunto, un'entità impersonale e al di sopra di tutti.

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  3. A proposito di mafia e Stato, ma non era stato Bossi, a suo tempo, ad aver definito Berlusconi " il mafioso di Arcore"?

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  4. @Ornella
    Eh, a volte si cambia idea... :-D

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  5. Si cambia idea o ci si adegua? Va' a sape'!!!

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