mercoledì 22 settembre 2010

L'AFFAIRE PROFUMO

L'affaire Profumo, la sua estromissione dal vertice dell’UNICREDIT, la più grossa banca italiana, procede nel mistero più profondo. Vorrei brevemente ricordare che fino a ieri Profumo era uno degli uomini più potenti d’Italia (anche uno dei più pagati in verità). Non solo come amministratore delegato era il vero capo della banca, ma lo era da ben quindici anni, ed anzi egli è stato lo stesso inventore di UNICREDIT. Egli è partito dal Credito Italiano, al momento della privatizzazione delle cosiddette banche di interesse nazionale una volta dell’IRI (le altre due erano la Banca Commerciale, ora finita in Intesa-San Paolo, l’altra la Banca di Roma, finita in Capitalitalia), e ne ha fatto una creatura completamente differente, espandendosi in tutto il mondo fino a renderla la più internazionale delle banche italiane, anche tramite acquisizioni successive.

Seppure quindi, il mistero è fitto, tuttavia alcune cose sembrano chiare. La prima è che la politica è stata presa di sorpresa da questi eventi. Anzi, il dato politico è proprio questo, non soltanto questi sono dei maneggioni senza limiti, ma sono anche incapaci, e qualcuno gliel'ha fatta alle spalle. Le dichiarazioni di Tremonti sembrano escludere nella maniera più netta un suo coinvolgimento. Il ruolo delle fondazioni bancarie è stato sopravvalutato. Qui mi pare, c'è essenzialmente una resa dei conti interna al mondo bancario. Due ipotetici nomi mi vengono alla mente, Geronzi e Draghi, gli unici abbastanza potenti da potere garantire il successo dell'operazione. Senza conoscere i retroscena, è impossibile ricostruire trama, responsabilità e finalità nella vicenda, ma attribuire alla Lega che tuona a destra e manca, un ruolo da protagonista, è un errore clamoroso. Chi ha condotto l'operazione, si è guardato bene dal pubblicizzarla: meno se ne sa, e meglio è per lui. Non solo il mondo politico e lo stesso governo ha saputo a cose fatte e non è stato minimamente consultato, ma la conseguenza in un certo senso paradossale è che alla fine ne risulta un’influenza significativa del mondo bancario sugli stessi equilibri politici. Da un punto di vista più generale, ne viene fuori ciò che io, come tanti altri, sosteniamo da tempo, che la malattia dell’Italia non può essere confinata al mondo politico-parlamentare, ma coinvolge i poteri più diversi, due soprattutto, quello dell’informazione, e quello finanziario. Ci si potrebbe chiedere cosa sarebbe Berlusconi senza Mediaset, come esempio significativo. In un momento di particolare debolezza del sistema dei partiti, sempre più paralizzato da veti di ogni tipo, questi poteri alternativi smebrano sollevare la testa, sbrigarsi le loro faccende interne senza alcun timore reverenziale verso il governo, e alla fine chissà come influenzare il quadro complessivo dei poteri nella nostra nazione.

Vorrei ricordare che parallelamente è avvenuta un’importante operazione sullo IOR, la banca vaticana, che adesso è in mano ai magistrati, ma sarebbe bene ricordare che l’iniziativa è partita dalla Banca d’Italia, che ha imposto una sospensione di cinque giorni a un’operazione, su cui il magistrato ha operato sequestrando l’ammontare del trasferimento oggetto della transazione. Se di Draghi si trattasse, ma è una pura ipotesi senza alcun riscontro obiettivo, allora potremmo concludere che il governatore si stia dando molto da fare, e non dico certo che ciò mi dispiacerebbe, vedremo cosa ne viene fuori. Se invece fosse Geronzi il protagonista, altra ipotesi senza altre evidenze, la cosa sarebbe ancora più preoccupante, perché affiderebbe sempre più alle sue mani, alle mani cioè di un pluri-inquisito, le sorti della finanza italiana.

Non sembra fuori contesto il massiccio ricollocamento di titoli di stato che sarà necessario nei prossimi mesi. Forse, tra qualche settimana, ci saranno elementi che potranno gettare luce sull'intera faccenda.

2 commenti:

  1. Io ho capito solo una cosa e cioè che sempre e comunque il cetriolo va a finire sul didietro all'ortolano! Chiaramente gli ortolani sono tutti coloro che hanno investito i loro risparmi su azioni dell'UNICREDIT, quando questa banca era in auge, ed ora si ritrovano ben poco tra le mani.

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  2. Sono pienamente daccordo con te; la politica quella dello spettacolo becero che a cui stiamo assistendo non era pronta a questo bella figura internazionale che abbiamno fatto, con la scalata preoccupante di soldi mussulmani in terra italiana ( e dimmi quello che vuoi ma a me questa cosa preoccupa più di tutti)e nessun commento e controllo in merito, tranne la Lega che fa la solita propaganda.
    Se gli intrecci sono politico-economico -internazionali, allora lavera Piovra sta mostrando i tentacoli ma spero che glieli trancino in tempo.
    Per lo IOR invece sono più schifata, ma riguarda il rapporto con la mia Fede.
    Spero che però entrambe le operazioni portino a qualcosa di buono, oltre i 40 dico 40 milioni di liquidaziona a Profumo, magari un pò più di trasparenza e magari etica economica, che c'è ma se la sono dimenticata.
    Quando succedono queste cose,io penso sempre che il vero Maligno e Corruttore non è l'angelo decaduto ma il vile Denaro, insomma il Vitello D'Oro che corrompe anime e cuori; forse è per questo che sono sempre al verde, magari èperchè mi aspettano in Paradiso!:-D
    Un grande abbraccio a te, che sei sempre fonte di riflessione e di conoscenza.

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