domenica 12 settembre 2010

AI MARGINI DEL CASO VESPA - AVALLONE

Avevo una sensazione non meglio specificata che il modo in cui stampa e blogsfera trattavano la questione Vespa-Avallone non mi convincesse, non potessi condividere quanto c’era scritto. Sì, è vero, l’atteggiamento di Vespa era sicuramente esecrabile, ma cosa esattamente non quadrava? Riflettendoci, man mano si faceva luce la mia opinione sull’accaduto. Non era il suo sguardo che si era posato sul decolletè che non andava, era il commento verbale che ne era seguito. Quel commento, come giustamente molti facevano osservare, tendeva inevitabilmente, persino al di là delle intenzioni soggettive del protagonista, a spostare l’attenzione dai meriti letterari dell’Avallone ai suoi meriti come donna capace di attrarre maschi.

Devo adesso spiegare perché mi trovo in dissenso sull’opinione sullo sguardo da tanti giudicato indiscreto, anzi addirittura voyeristico. Lo faccio soprattutto perché questi commenti mi sembrano molto significativi e sollevano tematiche ampie, che travalicano largamente l’episodio specifico.

Io credo dunque che dovremmo prima o poi superare i tabù che tuttora, malgrado la sbandierata pretesa liberazione sessuale, ci affliggono come retaggio di una lunga cultura che continua a fare una classificazione delle parti del nostro corpo. Secondo questa ovvia cultura che ci impregna, le parti del corpo femminile che suscitano eccitazione sono tette, chiappe, e naturalmente genitali. La cosa che dovrebbe fare riflettere è che questo nostro punto di vista di occidentali differisce clamorosamente dalla visione di gran parte degli africani e degli indios: per loro, le tette non provocano alcun particolare richiamo erotico. Ma non solo: è noto che nel mondo islamico esistono correnti che soprattutto negli ultimi decenni hanno visto crescere la loro influenza anche numerica, per cui la donna dovrebbe nascondere il volto ed in particolare i capelli. Cosa ci dice l’esistenza stessa di questa deprecabile norma? Che per i musulmani, il volto ed i capelli provocano un enorme richiamo erotico. Mi raccontava una mia amica che ha viaggiato in Iran, che all’improvviso un uomo in un ristorante è andato dritto verso di lei con atteggiamento severo. Si chiese subito cosa non andasse nel suo abbigliamento, e notò che la gonna si era un po’ sollevata, e quindi rapidamente la rimise a posto: errore, l’uomo prese una ciocca di capelli uscita dal chador, e la rimise al riparo da sguardi indiscreti.

Devo dire che anch’io trovo che la parte più erotica della donna sia il volto, come credo che questo valga in qualche misura anche reciprocamente per gli uomini. Uno sguardo, gli occhi, le labbra costituiscono per me il richiamo erotico più forte, e capisco, anche non condividendo naturalmente, come per chi fa coincidere eros e peccato, il volto non debba essere mostrato senza protezione alcuna. Per il resto, il corpo è erotico nella sua interezza, e non lo è solo per come è fatto, come può essere immortalato in una fotografia, ma perché il corpo vive. Non sono le labbra che sono erotiche, quanto principalmente il fatto che si aprano e si chiudano, che si allarghino e si restringano. In fondo, l’erotismo è l’inno alla vita, siamo vivi e amiamo la vita che sta in noi e quella che sta negli altri. Siamo potenzialmente eccitabili, e l’incontro con la femmina della nostra specie colta nel suo vivere ci eccita.

Cosa c’entra tutto questo sproloquio con l’argomento Vespa-Avallone? C’entra sì, perché qualcuno sembra ritenere che un maschio non dovrebbe puntare i propri occhi sul decolletè delle signore. Ora, è evidente che uno sguardo fisso è per sua stessa natura imbarazzante, ma questo dovrebbe valere sempre, qualunque sia la parte del corpo fissata. Mi chiedo allora se uno sguardo fisso di Vespa negli occhi della Avallone avrebbe causato un’uguale reazione. Vedo cioè dietro le opinioni espresse in proposito un antico pregiudizio sul fatto che le tette non si guardano: ma viva Dio, guardiamocele, guardiamocele pure, almeno se la donna ce ne offre la visione. Perché, e questa è la cosa più buffa, se una donna si mette in decolletè, non può poi pretendere che il nostro sguardo eviti accuratamente di volgersi lì dove si affaccia quell’oscuro oggetto del desiderio che nel mondo occidentale è ancora nel terzo millennio il seno femminile.

6 commenti:

  1. Questa volta, mio caro Vincenzo, non mi trovi d'accordo. Io credo, così come molti altri, che fosse sbagliato il contesto ed il momento in cui eloggiare il bel decolletè della Avallone. Lo avesse fatto successivamente, che ne so durante il party, sarebbe stato senz'altro molto più gradito. Ma da buon berlusconiano, Vespa non ha perso l'occasione di mettere in pratica le lezioni del maestro per antonomasia di gaffes sull'avvenenza femminile in contesti non adatti a simili esternazioni. Comunque colgo l'occasione per consigliarti la lettura del libro vincitore "Accabadora" della mia corregionale Michela Murgia. Io l'ho divorato in tre giorni e mi è piaciuto tantissimo, forse anche perchè ho ritrovato descritte usanze,espressioni, sapori, fragranze della mia terra da cui vivo lontana. Tratta con molta delicatezza il tema dell'eutanasia, tema che mi coinvolge moltissimo insieme a quello del testamento biologico. Perdonami la digressione. Ciao!

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  2. Questa volta, mia cara Ornella, hai letto il mio post distrattamente, mi sa tanto :-D
    In verità, mi pare che siamo d'accordo su quello che dici e dico anch'io: io parlavo se debba considerarsi da maniaco depravato guardare il decolletè delle donne...
    Sarebbe comunque interessante cosa ne avreste pensato se le avesse detto che bei occhi che hai :)

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  3. Hai ragione tu, ho letto tutto d'un fiato e mi aveva colpito la frase "Adesso devo spiegare perchè mi trovo in dissenso...", così ho frainteso. Sorry! Proprio dopo aver scritto il mio commento, m'è venuto in mente che avrei voluto aggiungere che la stessa cosa sarebbe valsa anche se avesse elogiato con stupore i suoi begli occhi o la sua favolosa capigliatura, invitando la telecamera ad inquadrarli. Ripeto non era quello né il momento né il contesto! Vespa voleva semplicemente fare il piacione alla Berlusconi e proprio come Berlusconi, invece di ammettere la gaffe, ha tacciato chi lo criticava di mancanza di umorismo, proprio come quando Berlusconi ha definito la Marcegaglia tanto bella da poter fare la velina o Obama "bello ed abbronzato". Tanto per parlare di complimenti riferiti agli uomini!
    Volevo aggiungere che io, che critico in modo netto Vespa, non per questo sono così ipocrita da dire che gli apprezzamenti degli uomini non facciano piacere. Sappi che chi ti scrive è vanitosa, gradisce eccome che nonostante i suoi 60 anni le si rivolgano complimenti sul suo aspetto ancora gradevole e giovanile, ma attenzione, devo essere fatti in modo garbato, elegante e tali da non metterla in imbarazzo. :)

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  4. io credo abbia fatto arrabbiare molte donne l'idea che la giovane scrittrice venisse considerata, come spesso in questa televisione, come donna da esporre, il pensiero che è passato è che venisse apprezzata in quanto giovane donna di bell'aspetto piuttosto che come giovane scrittrice promettente, chissà cosa avrebbe detto Vespa se la Avallone fosse stata "racchia"!

    io apprezzo sempre quando mi guardano negli occhi, anche se mi tocca sempre ricordare ai maschietti che stanno un po' più in alto rispetto a dove dirigono lo sguardo ;-)

    sarà mica colpa delle mie scollature????

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  5. Chi è sta Avallone?
    So che Vespa non è un giornalista
    Forse che sta Avallone non è una scrittrice?

    Boh

    mirco

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