martedì 15 giugno 2010

DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE

Torno ad occuparmi qui di politica interna, e lo faccio in giorni che, io penso, gli storici ricorderanno a lungo. In questi mesi, vanno infuriando in Italia una serie di battaglie sanguinosissime sulla redistribuzione del potere in questa nazione. I fronti principali di questo scontro che io non esito a definire storico, sono da una parte il modo di uscire dalla crisi finanziaria, poi divenuta economica in senso lato, e l’altro quelli che sono gli argomenti del provvedimento sulle intercettazioni.

Ho già dedicato una serie di post alla situazione economica. Per me non vi è alcun dubbio che esiste una lobby affaristico-mafiosa internazionale che, ormai a distanza di decenni dalla caduta del muro di Berlino e poi dell’Unione Sovietica, ha deciso di sferrare un attacco senza precedenti alle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni del mondo occidentale con lo scopo evidente di tornare a un capitalismo come quello che Dickens descrive per l’Inghilterra di secoli fa. Con buona pace di Marx o forse dei suoi epigoni, qui il capitale lancia un’offensiva tutta centrata sulla sovrastruttura, cioè su un terreno culturale. Nulla più della vicenda di Pomigliano mostra quanto l’attacco avvenga su un terreno ideologico. In sostanza, il sindacato, anche la FIOM, ha concesso sull’organizzazione del lavoro proprio tutto ciò che Marchionne chiedeva, ma questa accondiscendenza non può essere sufficiente, perché il vero risultato che si vuole ottenere è semplicemente l’idea che i lavoratori godano di diritti. Ciò che Marchionne chiede in verità è di potere utilizzare gli operai come fossero masserizie, oggetti di cui potere fare ciò che si vuole. Sentivo stamane su Radiotre la rubrica “prima pagina”, ed è evidente che Marchionne ha dalla sua non soltanto il governo, non soltanto la Confindustria, ma anche tanta parte della stampa. Il giornalista de “Il messaggero”, di cui non ricordo il nome, si arrampicava letteralmente sugli specchi per sostenere l’insostenibile, e che cioè una situazione economica considerata eccezionale, potesse prevedere la sospensione di forme di garanzia offerte già dal dettato costituzionale. Ora, che diavolo di norma è una norma che può essere sospesa a piacere dal potere costituito, perfino se questo potere è addirittura detenuto da un soggetto privato, dichiaratamente ormai una multinazionale? Su questo fronte insomma, sembra proprio che la resistenza sia offerta ormai da pochi, che le truppe a disposizione del nemico i circondano con forze preponderanti, nel silenzio beota della popolazione. Qui, non vediamo Repubblica a difendere gli operai, e quel che più conta la nostra stessa costituzione, Napolitano, che c’ha massacrato con l’insistenza della necessità delle riforme condivise, egli a cui la costituzione affida la propria difesa, tace, su Pomigliano preferisce tacere, sorvolare. I distinguo tra Tremonti e la Marcegaglia, tra Fini e Berlusconi qui non si vedono, tutti concordi ad affossare ogni forma di organizzazione economica che differisca dalla pura e semplice esaltazione della libertà d’impresa. In verità, non ho sentito neanche dichiarazioni da parte di Bersani. Poiché escludo che si possa essere così idioti da non riconoscere il carattere fondamentale dello scontro in atto (ma si tratta comunque dell’ultimo atto in una sequenza forsennata di attacchi a ciò che rimane dei diritti dei lavoratori), sono costretto a credere che il mondo politico nella sua stragrande maggioranza sia schierata col capitale, La crisi economica poteva essere un’occasione storico per sottolineare i guasti di un capitalismo non contemperato dal rispetto per chi lavora: ebbene, la cupola mafioso-affaristica ha le idee chiarissime, è il momento di abbattere le residue resistenze, evviva ilo ritorno alle condizioni di pura sussistenza dei lavoratori!

L’altro fronte è quello delle intercettazioni, che però appare come un fronte tutto interno alla nostra nazione. Berlusconi ed i suoi scagnozzi, generalmente chiamati ministri, ha preso l’iniziativa su questo fronte. Anche qui, non è che sia chiarissimo perché ci sia tanto accanimento. Il punto, e su questo concordo con la De Gregorio, è che l’interesse principale è quello di danneggiare le indagini prima ancora che l’informazione. Basta riflettere sul fatto che la norma sull’informazione può comunque essere aggirata, ma non così l’effettuazione stessa delle intercettazioni. Immaginare che le grandi organizzazioni criminali l’abbiano richiesta prepotentemente mi pare più di un’ipotesi. Ciò che si percepisce è che su questi due fronti si stanno costituendo degli equilibri di potere inediti. Berlusconi agirebbe da ariete contro ogni forma di controllo di tipo giudiziario, mentre Tremonti garantirebbe col decreto economico ad eseguire gli ordini della cupola finanziaria internazionale. Si potrebbe anzi ipotizzare un fenomeno di scambio di interessi, per cui berlusconi ha infine ceduto sul decreto economico ottenendone in cambio l’approvazione del DDL sulle intercettazioni. Questo è tutto ciò che a mio parere si capisce, ma rimane fuori la comprensione di come si collochino gli altri protagonisti dlele vicende politiche, a partire da Fini e dallo stesso PD.

Io credo che la situazione sia davvero allarmante, che questo giugno ci stia consegnando delle vicende che influenzeranno forse i decenni futuri, sicuramente i prossimi anni, e che per opporsi su entrambi questi fronti non sia strettamente necessario conoscere tutto ciò che avviene nelle segrete stanze del potere. In fondo, entrambi i fronti hanno uno specifico obiettivo, l’attacco alla nostra costituzione, e che dovremmo davvero mobilitarci e mobilitare tutti per la sua difesa, per la difesa di quei principi per cui i nostri padri hanno perso anche la vita. L’offensiva di mafie nazionali ed internazionali chiede oggi questo prezzo, buttare nella pattumiera la nostra amata costituzione, e dopo vedrete che non ci sarà più alcun argine per portare a compimento il disegno dello smantellamento di ogni forma di democrazia. Tempi molto bui, bisogna tenere gli occhi ben aperti!

18 commenti:

  1. Gia',è vero quello che dici,la tua è una percezione di molti(almeno fra quelli che non si occupano solo dei mondiali di calcio), ma noi cittadini (o forse meglio sudditi) più che parlare, che altro possiamo fare?

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  2. Purtroppo mi trovo a condividere la tua profonda osservazione delle dinamiche politiche recenti al 100%. Il baratto compiuto all'interno della maggioranza parlamentare è il più classico dei giochi al ribasso. Ognuno si rende disponibile ad approvare una terribile porcata in cambio dell'approvazione della propria.

    Credo che dovremo prepararci a sfidare la Camera dei Deputati, nei giorni della discussione parlamentare, con una mobilitazione massiccia di protesta, con la presenza stravolgende di centinaia di migliaia di cittadini pronti ad impedire, con la forza della propria ragione, della difesa dei principi costituzionali e della propria forza numerica, l'approvazione di un disegno di legge che rischia di rappresentare un gigantesco spartiacque tra la politica di oggi e la ben peggiore politica di domani...

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  3. D'accordo...
    d'altronde non è un caso che il ricatto Pomigliano (rinuncia ai diritti o tilascio senza lavoro) va di pari passo con l'offensiva sulla modifica dell'art. 41 della costituzione che pone il bene comune come limite della libertà d'impresa...

    18 ore al giorno e senza assitenza saniraria e pensionistica... marchionne ha le idee chiare...

    mirco

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  4. Disamina ineccepibile. Siamo davvero a ridosso di un regime con le caratteristiche da te riportate e con le forze in campo in questo post lucidamente elencate. Occhi aperti ma anche, a questo punto, azione.

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  5. A me però risulta che la Fiom non ha firmato l'accordo.

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  6. Se è per quello, io gli occhi ce li ho "sbarrati" ma nonostante ciò mi sento impotente perchè troppi italiani hanno gli occhi foderati di prosciutto! Più che disperarmi, che altro posso fare, me tapina?

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  7. Anzi mi risulta anche che, proprio perchè la Fiom-Cgil non ha firmato mentre gli altri sindacati si,il 22 giugno ci sarà un referendum tra i lavoratori i quali, come si prevede dai sondaggi effettuati, voteranno a favore del contratto che li schiavizza, pur di non perdere il posto di lavoro.
    Questo ha potuto la crisi( almeno il modo in cui ce l'hanno presentata): mettere al primo posto la "paura" di perdere il posto di lavoro!!

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  8. Le multinazionali ed il potere economico in genere sono ormai talmente potenti da essere incontrollabili.
    Se poi aggiungiamo un potere politico particolarmente debole come quello che c'è in Italia, unitamente alla presenza sul territorio nazionale di multinazionali del crimine (si chiamino, mafia, camorra, n'drangheta cambia poco) ci troviamo in una situazione limite nel mondo occidentale.
    Qui se la mettiamo sulla forza, su un confronto di forza, perdiamo.
    Credo abbia ragione Vendola quando dice che c'è bisogno di un nuovo immaginario, la politica e le persone hanno bisogno di un nuovo immaginario.
    Una rivoluzione culturale ci vorrebbe, ma è difficile costruirla perchè la vittoria di questa economia è stata prima di tutto una vittoria culturale. Il capitalismo ha saputo costruire un immaginario annichilente, una mordacchia che altro non ci fa percepire se non un eterno presente in cui non vi è spazio per nulla. Se ci pensi non sappiamo più immaginare nulla: nessuna prospettiva, solo un futuro con una realtà ineluttabile - quella quotidiana sempre uguale a sè stessa e sempre decisa da altri secondo regole necessariamente immutabili.

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  9. Purtroppo temo che quanto hai scritto sia vero. Mi sento impotente e inebetita, svuotata. Mi guardo intorno, ascolto i discorsi di tanti e mi viene voglia di scappare.

    Ieri sera un mio parente, piccolo imprenditore e ammiratore di Berlusconi, ha detto che in Italia tutto va male per colpa degli insegnanti perché sono una casta piena di privilegi, e in più pretendono il posto fisso. Colpa loro, dunque, se tutto va a rotoli. Del ddl sulle intercettazioni non gliene importava niente.

    Il giornalista de “Il messaggero”, di cui non ricordo il nome, si arrampicava letteralmente sugli specchi per sostenere l’insostenibile, e che cioè una situazione economica considerata eccezionale, potesse prevedere la sospensione di forme di garanzia offerte già dal dettato costituzionale.

    Abbiamo anche gli scribacchini ben foraggiati dal Potere. Costoro non hanno certo i problemi degli operai di Pomigliano.
    Vengono i brividi a pensare che i lavoratori sono nuovamente ridotti al rango di schiavi.

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  10. d'accordo in tutto...purtroppo...!

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  11. @Paola
    Sì, grazie di avere specificato l'attegiamento contrario della FIOM. Erroneamente, lo avevo dato per noto e scontato, togliendo chiarezza al post.

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  12. @Alessandro
    L'attualità politica già ci propone scenari differenti. Non sarei così ingenuo da rivendicare una vittoria: piuttosto direi che è Berlusconi ad avere perso, per l'ennesima volta direi in questi ultimi tempi.

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  13. @Mirco
    Siamo d'accordo, ma c'è un regolamento di conti all'interno della maggioranza che complica la situazione in maniera poco chiara.

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  14. @Daniele
    Sai, penso che oggi avere gli occhi ben aperti è più importante dell'agire, perchè le manovre si sono ulteriormente complicate. Apparentemente, saremmo già nel post-Berlusconi, ma c'è ben poco da cantare vittoria, purtroppo...

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  15. @Ornella
    L'ultim cosa da fare è disperarsi, e poi giusto tu, una donna che tutti noi ammiriamo per il tuo coraggio...

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  16. @Silvano
    Io, nel mio piccolo, la rivoluzione culturale la predico da tempo, e ne propongo appunto una versione in chiave ecologica (il titolo del mio libro insomma). Mi fa piacere che Vendola e tu stesso conveniate su questo, ma immodestamente credo di proporre un nuovo modo di concepire sè stessi e la realtà attorno a noi che potrebbe essere di qualche utilità.

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  17. @Romina
    Ciò che è più triste è che stiamo caricando troppe responsabilità sulle deboli spalle di questi operai. Alla fine, parlare male dell'accettazione delle condizioni capestro della FIAT finisce per apparire come un parlar male degli stessi operai, anche se si tratta di due aspetti ben distinti.

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  18. @Fabio
    D'accordo senza purtroppo meglio :)

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