La debacle della nazionale di calcio occupa il titolo principale della gran parte della stampa italiana. Una questione in grande evidenza è se tale fallimento clamoroso degli azzurri sia un episodio a sé, oppure non sia che un aspetto di un degrado complessivo del nostro paese. Io sposo questa seconda ipotesi senza tentennamenti. Ma vorrei aggiungere che la stessa scelta operata dai giornali su questi titoli così pesanti, e alla fine anche pressocchè uguali, è esso stesso sintomo di un degrado. Voglio dire, abbiamo un campionato che è stato condizionato dalla cricca Moggi, interessi economici enormi, stadi diventati la sede per lo sfogarsi del peggio del vandalismo nostrano, squadre inondate di giocatori stranieri, una nazionale costruita da Lippi con criteri che definire discutibili è usare un eufemismo, non una delle partite giocate in modo appena decente in Sudafrica, e però si aspetta la sanzione finale dell’esclusione per riempire le pagine dei quotidiani con insulti di tutti i tipi. Ecco, la stampa, nella sua maggioranza, è l’immagine abbastanza fedele del nostro paese, un paese non in grado di intervenire nei tempi atti a potere modificare gli eventi, non in grado di condurre una battaglia coerente contro qualcosa che si giudica negativamente, ma pronta a riempire ben 13 (dico tredici!) pagine a gettare la croce sui responsabili, come se tutti i problemi sorgessero da una partita che invece è soltanto l’ultima puntata di un andazzo che dura da anni. Dato lo stato comatoso del sistema paese, dato il governo che dobbiamo sopportarci, la cui finalità evidente è di evitare la galera ai suoi componenti, dato il rincretinimento generale indotto nella popolazione dal peggio della TV e dell’informazione, ma davvero dovevamo aspettare di essere buttati fuori dai campionati mondiali di calcio per accorgerci in che sorta di cloaca siamo finiti?
NonUnaDiMeno
38 minuti fa
ieri mentre aspettavo di andare al mio corso di filosofia, dato che ero in anticipo mi sono seduta su una panchina di piazza santa maria liberatrice a testaccio, uno dei quartieri ad alta densità di romanità, c'erano queste tipe vecchie signore romane de roma che commentaveno (romane quindi commentaveno) il risultato: "aho questi guadagneno troppo, so' viziati, a lavora' li devono da manda'" e l'immancabile "si stava meglio quanno se stava peggio, qui nun funziona più niente se so magnato tutto, sti politici de m... so tutti uguali!!!" "ma che ce frega der carcio quanno nun ci avevamo manco per arriva' a fine mese"
RispondiEliminaah la voce del popolino!!!! che però poi vota il berlusca, persino in un quartiere da sempre così rosso
Non ho ben capito il titolo, comunque direi che il calcio a ben guardarlo può diventare un efficace specchio di una nazione. In realtà c'è qualcuno (pochi in verità, Oliviero Beha su tutti) che denuncia da anni lo stato comatoso del calcio italiano e per parallelo quello dell'intero paese. Il fatto è che preferiamo vivere nel fantastico Mediamondo, puramente illusorio, in cui tutto va bene e tutto è fattibile piuttosto che guardare in faccia la realtà e cercare di porvi rimedio.
RispondiEliminaMa sono cose che ci diciamo da tempo, riferito ad altri aspetti della società italiana, e non mi pare che ci sia l'intenzione di svegliarsi.
Magari, anzi è probabile, succederà come nell'ultimo mondiale: un bel giorno dopo una bella batosta ci si accorgerà di essere un paese mediocre e fallimentare, si getterà la croce su chi fino al giorno prima veniva beatificato e si tenterà di cambiere strada.
Quando la maggior parte degli italiani si accorgerà finalmente di vivere in un paese mediocre e fallimentare, cioè in una cloaca, siete sicuri che si riuscirà a venirne fuori? Datemi questa speranza perchè credo che non ci sia, ormai, più niente da fare ed arrivo a pensare: "Meno male che non siamo esterni!" :-(
RispondiEliminaErrata corrige: volevo dire " eterni", essere "esterni" forse sarebbe decisamente meglio! :-)
RispondiEliminaSottoscrivo in pieno. Ma d'altra parte, è una specialità tutta italiana, piangere su fatti che "si potevano prevedere"...
RispondiEliminaIl sistema paese sta crollando e ne vediamo i sintomi ogni giorno. La nazionale che torna non fa altro che confermare lo stato di sofferenza in cui ci troviamo. Si salvi chi può.
RispondiEliminaVolevo rispondere a Rouge sul titolo. Il mio tentativo era di fare dell'ironia, e tenterò di spiegare in che senso, anche se mi rendo conto che è come spiegare una barzelletta, un modo per distruggerla. Simulavo insomma questa furia che la stampa ha scaricato tutto in un giorno, scoprendo l'acqua calda, e cioè che non c'era neanche un simulacro di squadra, vera metafora del nostro paese.
RispondiEliminaFino al giorno prima, tutti cauti, in attesa della vittoria così agognata, e il giorno dopo improvvisamente tutti a dare addosso a Lippi, giocatori e federazione: avevano improvvisamente scoperto che non c'era nulla che andava, ma nessuno il giorno prima si era spinto fino a prevedere l'eliminazione. Come quindi la stampa sembra incredula dire: ma siamo davvero una frana, così io dico, come se mi svegliassi improvvisamente come loro e dicessi "ma siamo davvero stati eliminati?"
Sono d'accordo: il fallimento della nostra squadra, inguardabile, è lo specchio del fallimento dell'intero paese.
RispondiEliminaDato lo stato comatoso del sistema paese, dato il governo che dobbiamo sopportarci, la cui finalità evidente è di evitare la galera ai suoi componenti...
Sì, la finalità del governo è questa. Ma a non pochi va bene così.
Buon fine settimana.
Credimi, non me ne può fregare di meno della nazionale di calcio, mi stupisce che tutti, ma proprio tutti i giornali e i TG ne abbiamo fatto un caso, come se da quel manipolo dipendesse il futuo del paese.
RispondiEliminaNon scrivo dove li ho mandati, ma credo di non essere stata la sola e con loro, quelli che si sono sbracciati a parlarne.
Vincenzo, stamattina speravo di trovare un tuo commento riguardo la vicenda Brancher. Ci terrei tantissimo ad una tua disamina perchè sai essere arguto nello sviscerare le questioni italiche. Secondo te si è trattata di una polpetta avvelenata propinata a Berlusconi da quelli che Napolitano ha definito, scherzando ma non troppo, i padrini di Brancher e cioè Tremonti e Calderoli, presenti alla cerimonia della firma, oppure è l'ennesimo atto di sfacciata prepotenza del nostro premier il cui unico scopo è salvare se stesso ed i suoi fedelissimi dalle mani della giustizia? Insomma, è Tremonti che vuol fare le scarpe a Berlusconi per poi potergli succedere o cos'altro? Tieni presente che Fini ha dichiarato che lui e Bossi non ne sapevano niente, da qui la reazione stizzita di Bossi a Pontida che dichiarava di essere lui l'unico ministro al federalismo. Attendo fiduciosa un tuo post a riguardo, ciao!
RispondiEliminaCome al solito, ma sono monotona, la tua disamina è perfetta, amaramente perfetta della mentalità italiana che spera sempre nel goal del 90° minuto dopo aver fatto schifo per gli altri 89 e non è ottimismo ma spesso opportunismo..
RispondiEliminaComunque mi associo alla richiesta di Ornella sulla vicenda Brancher:autogoal di un premier in delirio, sfacciataggine all'ennesima potenza o calcolo politico alle spella nostre per ricatti di alto livello?
Io ho 40 anni ma credimi Vincenzo mi sento una bambina imbecille delle volte davanti ad una politica che pensavo avesse un senso, anche brutto a volte, ma alemeno etica e direzione, adesso non vedo niente di tutto questo...
Un affettuosissimo saluto
@Ornella
RispondiEliminaSpero che un commento vada bene lo stesso. Brancher è uomo della Fininvest da lunghissima data, prima collaboratore di Confalonieri e poi direttamente di berlusconi. Con questi, egli ha diviso tutto, e io non avrei dubbi che l'operazione di sua nomina a ministro sia segno della riconoscenza del suo padrone che fa di tutto per toglierlo dagli impicci. Sono convinto che stavolta non si tratta di polpette avvelenate, ma è tutta una cosa fatta in prima persona dal premier, contando sulla lunga consuetudine di Brancher con Bossi e gli altri leghisti, che a suo parere doveva garantire il loro assnso all'operazione. Difatti, nessuna protesta si è manifestata, finchè la cosa è divenuta così sporca e sfacciata da risultare indigesta anche a tanti leghisti e perfino a tanti berlusconiani. A quel punto, con la sua solita furbizia, Bossi si è smarcato. Sarebbe forse più interessante commentare il comportamento di Napolitano, ma non so se sia il caso.
Hai ragione, i problemi dell'Italia sono ben altri. Ma a vedere la caparbieta' del Messico, che stasera ha perso (a testa alta) con l'Argentina, mi domando con che criterio e' stata organizzata l'accozzaglia di brocchi della nazionale.
RispondiElimina@Ornella e Luce
RispondiEliminaLe dichiarazioni di Calderoli apparse oggi sui giornali, in cui ammette candidamente che Bossi sapeva tutto ed aveva anche festeggiato la nomina a ministro di brancher, mi pare confermino la mia ipotesi.
caro Vincenzo, hai ragione, Calderoli conferma e tu sei veramente uno studioso della politica bravo
RispondiEliminaMa a te quando ti fanno ministro? Magari....
Un caro saluto