sabato 19 giugno 2010

COME NON SCRIVERE UN ARTICOLO

Mi vedo costretto a riintervenire sulla politica interna, perché non si può davvero tacere a proposito di certa stampa e di certi giornalisti. Ieri è apparso su “La Stampa” a firma di Federico Geremicca, un articolo che a mio parere andrebbe utilizzato nelle scuole di giornalismo per spiegare ai discenti come non si scrive un articolo.

Ma come, egregio signor Geremicca, Bossi fa una dichiarazione e Lei gli crede sulla parola? Un cronista politico che dunque ignora che un politico dice raramente la verità? Ma scherziamo, dunque per Lei Bossi, un politico ultranavigato, ha scoperto improvvisamente che il Capo dello Stato avrebbe potuto non firmare? Ci si incammina lungo un certo percorso politico e parlamentare di enorme rilevanza, e ci si dimentica che le leggi approvate dal Parlamento devono essere promulgate dal Capo dello Stato? Ma allora siamo davvero in mano a un gruppo di rimbambiti che dimentica l’alfabeto dei meccanismi istituzionali!

Ma a lei non è passata per il cervello l’ipotesi che sia Bossi in prima persona a voler affossare questa legge? Che il richiamare un conflitto col Quirinale sia solo un escamotage per non dichiarare la propria scelta così apertamente in conflitto col premier? Qui, come ho già detto in un precedente post, è stato sottoscritto un patto scellerato di scambio tra decreto economico e DDL sulle intercettazioni, che è stato violato proprio da Bossi, non si sa se dopo aver cambiato opinione o se egli l’abbia sin dall’inizio sottoscritto con la segreta intenzione di violarlo. Oggi sentiamo che da parte sua Berlusconi intende riscrivere il decreto economico. Possibile che a un giornalista avveduto come Lei non venga il dubbio che questi provvedimenti siano diventati terreno di scontro all’interno della maggioranza, e scontro davvero sanguinoso? Io dubito che berlusconi ce la farà a modificare significativamente il decreto legge, ma in ogni caso la sua è evidentemente la reazione di una persona che si ritiene tradita, e che alla fine ha compreso di essere caduta vittima di un agguato. Lasciamo stare il Presidente Napolitano, di cui lei esalta il ruolo da protagonista ottenuto paradossalmente astenendosi dall’intervenire. Se proprio vogliamo attribuire un ruolo a Napolitano, è stato quello di stanare, involontariamente però, Bossi, costringendolo a dichiare l’abbandono del DDL a cui Berlusconi teneva tanto.

Infine, egregio Geremicca, Lei offende la propria intelligenza offrendo ai suoi lettori una lettura così superficiale, così incapace di leggere tra le righe, da determinare una loro opinione assolutamente fallace della realtà.

4 commenti:

  1. Direbbe Snoopy... con il tempo si impara l'articolo che si vende di più
    Non credo alla buona fede dei giornalisti...
    Salve rarissime eccezioni
    Cantava Bertoli
    un mio amico ha girato il mondo e ha visto tali cose...!!! che per non raccontarle a nessuno, fa il giornalista

    mirco

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  2. Hai, come sempre, perfettamente ragione!I giochini di palazzo sono così evidenti che si rimane allibiti, oltre che schifati, davanti al fatto che certi giornalisti politici ripetutamente dimostrano di voler offendere non solo la loro ma, soprattutto, la nostra intelligenza!

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  3. Una volta era una "buona penna", ma è stato nella notte dei tempi, ora si bada a cosa vuole leggere la gente comune e si scrive di conseguenza.

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  4. Forse comincio a perdere colpi, ma leggendo l'articolo di Geremicca ho avuto la costante sensazione di non riuscire a capire dove volesse andare a parare.

    E ho come il timore che volesse lasciare intendere che ora come ora il possibile (ricordiamolo, possibile presunto e ipotetico) rallentamento della lettura in Commissione Giustizia e in aula alla Camera del DDL intercettazioni sia dovuto ad un astutissimo gioco di Napolitano.
    Mi sembra che gli si affibbino ruoli da deus ex machina quando non mi sembra che abbia fatto nulla di diverso da quanto mostrato finora: tenersi ai margini della discussione politica, lanciare qualche appello alla conciliazione di tanto in tanto e mettere una firma quando serve (e quando non servirebbe).

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