I pompieri sono in prima evidenza.
Tutti a precipitarsi a sostenere che Tsipras ha perso, ma a giustificarlo con le motivazioni più varie e a volte francamente strampalate.
Non solo, commentatori di ogni tipo si affannano a spiegare che sì, hanno prevalso nel tipo d'accordo raggiunto i più oltranzisti, ma che questa vittoria ha un vantaggio, che disvela la vera natura dell'unione europea...
La verità è che una delle tre ipotesi che erano in campo sull'Europa ha ceduto di schianto, è stata sconfitta, essa sì in modo irreversibile, quella dell'altra Europa che dimenticava i misfatti quotidiani causati dall'unione sulla base di un radioso avvenire di un'europa federale esistente solo nelle loro menti fantasiose.
Tsipras ha perso proprio come uno dei principali leaders di questa proposta politica, e parlare male di Tsipras non significa, ripeto non significa proprio parlare male della Grecia.
Io parlo contro un'ipotesi politica e poco mi importa di chi l'ha fattivamente portato avanti o sostenuto magari proprio mediante qualche intervento su fb.
Naturalmente, chiedere l'ammissione di avere politicamente sbagliato e di volere cambiare opinione è il minimo sindacale per potere continuare ad interloquire, perchè non imparare dall'esperienza è quella sì una colpa non emendabile, una condizione che osta a qualsiasi tipo di comunicazione.
Tuttavia, tutta la comprensione che possiamo avere di coloro che periodicamente cadono dal pero, non ci può portare a sostenere che solo adesso si è disvelata la vera natura dell'unione e che quindi questo passaggio è una falsa vittoria di quel fronte, mentre i veri vincitori saremmo noi perchè finalmente un colpo di vento c'ha fatto precipitare dal pero. Altri, tra cui ci sono anche io, l'avevano ben compreso cosa fosse l'unione e l'hanno anche sostenuto pubblicamente sperando che altri capissero e se ne convincessero. Questa è una duplice sconfitta perchè, oltre a perdere l'oggetto stesso della contesa, ha dimostrato ancora una volta quanto alta sia l'impreparazione politica della cosiddetta opinione pubblica.
Pietosamente taccio su coloro che invece ancora l'hanno capito e sostengono sempre la stessa trita e irrealistica ipotesi dell'altra Europa.
Ancora, noto che si fa un sacco di confusione sulle dinamiche della vicenda con le conseguenti vantaggi conseguiti o subiti dai vari stati.
Parliamoci chiaro, chi ha vinto sono in primis gli USA e con loro anche i paesi che hanno senza esitazione sposato questo obiettivo dell'accordo a qualsiasi costo, in primis Francia e Italia. Per la Francia di Hollande, ciò è risultato chiaramente, così come è stato evidente lo stretto accordo tra Hollande ed Obama. Nel caso dell'Italia, Renzi ha giocato un ruolo defilato, secondo me in modo deliberato. Perchè farsi ricordare come uno dei protagonisti di un accordo così infame che rimarrà nella storia dell'umanità come una macchia indelebile? Tuttavia, vi assicuro che senza che l'Italia più o meno passivamente sostenesse la Francia, col cavolo che l'accordo si strappava ad una germania che aveva già deciso di espellere la Grecia. Con il che, risulta chiaro che, malgrado il tentativo di Renzi di tirarsi fuori dalla vicenda, egli c'è dentro con tutte le scarpe, e del resto ciò è conseguenza inevitabile del fatto che egli debba la sua nomina a premier e il suo sostegno ad ambientini USA vicini al famigerato clan Clinton.
Oltre la Grecia, sconfitta esce anche la Germania verso cui noto una ferocia davvero fuori misura, comprensibile solo su una base ideologica. L'ideologia che la spiega è quella dell'Europa unica nazione, e quindi ciò che si addebita alla Germania è la sua concezione molto più limitata dell'unione europea.
Se liberate la vostra mente da tutte queste fumoserie fantasiose sull'europa federale, potrete vedere con altri occhi il modo d'agire e le ragioni della Germania. Per la germania l'unione è solo un'area su cui si applicano alcune regole fissate assieme e su cui insistono nazioni differenti e che differenti e concorrenti devono restare. Da questo punto di vista, vedrete quanto sia ragionevole non volere regalare soldi alla Grecia. Se gli altri stati non sono d'accordo su questa concezione dell'unione, perchè non propongono la sua rottura? Ai tedeschi, la situazione presente piace e la ritengono vantaggiosa per la propria nazione: cosa c'è che non va in tutto questo? Ah, non va perchè non si sentono europei. Ma che colpa è sentirsi tedeschi e non europei? Possiamo parlare di politica e non di opzioni ideali più o meno fantasiose?
Qualcuno potrebbe dire che se non si sentono europei, dovrebbero uscire dall'unione. Ma perchè mai dovrebbero, essi si attengono alle regole, talvolta le forzano a loro favore. La domanda è perchè gli altri non facciano lo stesso.
Se insomma questa unione fosse davvero come ci vogliono fare credere la libera associazione di nazioni differenti, non si spiegherebbe perchè una nazione debba lanciare accuse ad un'altra. Si fanno richieste in un determinato giorno ed alla risposta negativa, semplicemente ci si separa: cosa c'è che non va in tutto questo, perchè mai piuttosto che separarci, dobbiamo rimanere nella stessa stanza a lanciarci l'un l'altro piatti?
La verità è che la premessa della libera associazione non regge, ormai la UE è una camera chiusa a chiave e la cui chiave è stata lanciata lontano. Uscendo di metafora, gli USA costringono i paesi europei a rimanere assieme per i loro interessi geopolitici, ed è per questo, per questa natura forzosa dell'associazione che sorgono gli scontri e le risse.
Ma perchè prendersela con chi russa e non ti fa dormire e non con chi ti costringe a rimanere nella stessa stanza con chi ha questo problema nella respirazione durante il sonno?
Un'altra immagine ho utilizzato in un commento recente, prendersela con la germania piuttosto che con gli USA, è come prendersela con i galli piuttosto che non l'organizzatore dei combattimenti.
Invece, ciò che conta per tanti è il brutto muso di Schaulbe, come se la figura tranquillizzante di Obama, il suo bel sorriso, il suo muoversi dinoccolato, possano costituire una motivazione sensata per schierarsi con gli USA.
Vedo che ieri il parlamento greco ha ratificato l'accordo con una maggioranza del tutto differente da quella che aveva vinto le recenti elezioni. Logica vorrebbe che Tsipras ne tirasse le conclusioni, e non si trasformasse nel leader di una formazione la cui maggioranza è assicurata da formazioni politiche come "Nuova democrazia". Tuttavia, la logica in politica non è molto frequentata, soprattutto nel presente, e così non posso escludere che Tsipras rimanga al suo posto, sfruttando il comune interesse dei partiti di centrodestra a dettare la politica del governo pur avendo subito una netta sconfitta alle elezioni. Che la cosa si risolva con una semplice operazione di rimpasto, non si può così escludere, e sarebbe davvero la degna fine di un politicante come Tsipras.
Il resto del cicaleccio che ci tocca leggere qui su fb, così come nella blogsfera o perfino sulla grande stampa inclusa quella televisiva, sarebbe in sè irrilevante, ma purtroppo, quale manifestazione di un'opinione diffusasi almeno in certi ambienti, non può essere ignorata.
Prendiamo ad esempio la questione del referendum.
C'è dunque una parte della popolazione italiana che crede che con il referendum sarebbe finalmente riuscita ad irrompere la politica dentro la UE, smuovendo l'aria stantia delle decisioni prese nel chiuso delle stanze di Bruxelles, dove, come apprendiamo dalle parole di Varoufakis, non esiste neanche un verbale, neanche a quanto egli dice per uso interno, meno che mai una minima pubblicità degli atti.
Devo ammettere, sapendo così che tante delle persone che mi leggono non gradiranno le mie parole, che non ho rispetto delle persone che esprimono simili opinioni che violano quel requisito anche minimo di logica che dovrebbe costituire un ingrediente essenziale della discussione pubblica.
Il referendum in sè non è nulla, semmai un onere in più che viene richiesto a me, cittadino, quello di recarmi al seggio e deporre una scheda nell'urna.
La democrazia, che ricordo ai più distratti, significa potere al popolo, non si manifesta nel celebrare il referendum, ma soltanto quando il risultato così ottenuto definisce univocamente un percorso decisionale. In caso contrario, mettetevi il cuore in pace, quel referendum rappresenterà soltanto un dato statistico sulle opinioni prevalenti in una certa comunità. Come effetto simbolico, finirà inevitabilmente per prevalere una sensazione di frustrazione
Un'altra considerazione va fatta, a proposito della nuova luce che gli eventi recenti avrebbero gettato sulla situazione in Europa.
Come dicevo all'inizio, c'è chi crede che essa abbia disvelato il carattere antidemocratico ed al servizio della finanza internazionale della UE. Questo rappresenta un modo vigliacchetto di dichiarare di non averlo compreso prima. In un contesto di discussione logica, costoro dovrebbero semplicemente ammettere di essersi sbagliati, di non aver compreso la vera natura della UE, nè da sè, nè leggendo le opinioni in questa direzione che si trovavano inequivocabili ed in abbondanza soprattutto in rete. No, essi spostano la loro personale incapacità di analisi su un fattore oggettivo. Non erano loro ad essere ciechi su una realtà per altri chiarissima, ma era la realtà che era impossibile da scorgere. Tutto ciò non ha alcun senso, visto che altri sono stati ben in grado di scorgere ciò che essi non videro.
Ciò che si è invece chiarito sino in fondo, è la non esistenza dell'Europa. Non ho visto nè qui da noi in Italia, nè in nessun altro paese UE forme concrete di solidarietà col popolo greco. "Tutti rivoluzionari col paese degli altri" ha scritto un amico di fb secondo me con una traspozione molto brillante della corrispondente espressione volgare. Secondo me, tale frase coglie perfettamente questo spirito di cercare altrove e sulle spalle di altri il peso della lotta contro un ordine iniquo. Tuttavia, questa interpretazione, che pure considero corretta, che quindi chiede al popolo greco di reagire in modo che anche noi italiani ne possiamo usufruire, sottintende, da per scontato che l'Europa non esista e che quindi non sia possibile fare fronte comune.
E' ciò che in effetti è avvenuto, e non solo qui in Italia che dopo i sanguinosi fatti di genova 2001, non è riuscita ad esprimere un volto pubblico ed in prima fila di una reale opposizione, rifugiandosi magari come faccio io stesso nella rete, ma neanche nella Spagna delle manifestazioni oceaniche e del successo anche a livello elettorale di Podemos.
L'atteggiamento di Podemos di cui non si parla perchè evidentemente imbarazza, è in effetti vergognoso e chiarisce già da subito che una eventuale maggioranza che questa formazione ottenesse alle prossime elezioni non servirebbe a fare chiarezza.
Il punto cruciale rimane lo stesso, se cioè sia possibile cambiare la stessa natura dell'unione europea. Ed è proprio qui che non riesco proprio ad essere tollerante. Mi sembra a questo punto che chi parla di un'altra Europa lo faccia in un modo totalmente dogmatico, completamente staccato da ogni aspetto sperimentale e sperimentabile. Se fin'oggi si poteva parlare di eccessiva credulità, di scarse capacità deduttive, dopo l'esempio della grecia e del trattamento che ha dovuto subire, si tratta di totale cecità, come coloro che ammmazzano credendo di farlo in nome di Allah, non riesco a scorgervi differenze sostanziali.
Si continua a battere su questo tasto, e man mano che le evidenze dell'impossibilità di cambiare la UE si vanno accumulando, ciò non ne fa conseguire un cambiamento di opinione sulla permanenza nella UE, ma un crescendo di contumelie verso chi impone questo stile all'europa, e naturalmente cresce l'odio verso la Germania.
Insomma, si preferisce restare nello stesso appartamento con l'assassino forse pretendendo di redimerlo, piuttosto che aprire la porta e lasciarlo alle sue pratiche criminali. Nel frattempo, l'assassino svolge diligentemente il proprio compito senza incontrare alcuna significativa resistenza di fronte a questa giaculatoria pura e semplice di queste persone di buona volontà e di scarse capacità reattive.
Come dicevo, non tollero e ritengo che sia un preciso dovere di ogni persona che possegga capacità logiche anche limitate, non tollerare simili atteggiamenti perchè essi sono oggettivamente complici dei misfatti compiuti dalla UE, e l'unico risultato che potrebbero conseguire in breve tempo, sarebbe quello di far montare i varii nazionalismi facendo accrescere le possibilità di conflitti armati all'intenro della stessa UE, aggiungendo così ulteriori preoccupazioni rispetto ad un quadro che dopo i fatti ucraini sono già enormemente gravi.
Io di fronte a questo quadro, grido non ci sto, e chiamo a raccolta tutti coloro che non sono affetti da questo virus pernicioso dell'altra europa, il vero pericolo per la democrazia e per la pace europea.
Voglio che sia chiaro a chi magari crede di fare la cosa giusta che delle buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno, che ogni opinione che noi esprimiamo ha un effetto sulla comunità in cui si vive, e che a nessuno è lecito ignorare tale effetto, pensando che si tratti di un gioco, in cui ognuno esprime più o meno casualmente la propria opinione. Capire, ragionare , sforzarsi di passare ad un vaglio logico le proprie opinioni non costituisce una scelta opzionale tra tante, ma è invece un preciso dovere. Visto che stiamo in una enorme orchestra, dobbiamo contribuire nel modo giusto alla musica che si deve riprodurre, non pensando che qualsiasi opinione, qualsiasi suono sia egualmente lecito.
Sarebbe già qualcosa se almeno dopo questi eventi tragici che abbiamo visto fino a ieri sera verificarsi nella vicina Atene, si fosse coagulata una significativa percentuale di favorevoli all'uscita dalla UE.
La verità è che in Europa domina la paura, la paura la fa da padrona incontrastata nelle menti degli europei che a quanto pare preferiscono subire qualsiasi tipo di angherie pur di non doversi confrontare con l'ipotesi di tornare ad una moneta nazionale che i media dipingono come una catastrofe, e non escludo che qualcuno si spinga fino al punto di evocare le malattie che nel passato hanno sterminato le popolazioni, magari la peste bubbonica che arriverebbe lesta dietro al ritorno a una propria moneta, facendo morire tra mille dolori quel popolo che volesse adire ad una simile ipotesi.
Il colmo è che se le cose andassero avanti come i criminali che dominano il mondo stanno già facendo, ci ritroveremo presto senza che sia più possibile usare il denaro e quindi con la prospettiva di tornare almeno per un periodo provvisorio perfino al baratto.
Ciò ci porta però ad altre discussioni, ad altre scelte da compiere, argomenti che per motivi ovvii rinvio ad un altro articolo.
Io sono d'accordo su tutta la linea. Il problema è quello delle "scelte da compiere" di fronte al quale sono sinceramente in estrema difficoltà.
RispondiEliminaTre sono le strade principali da poter seguire. La prima è agire all'interno dei partiti esistenti, cosa evidentemente ridicola e quindi da scartare.
La seconda è costruire un soggetto alternativo antisistema. Per quel poco che ho potuto (fino a quando non ho capito che non era cosa per me) ho cercato di fare politica sia localmente che a livello più ampio. La situazione è sconfortante: mettere insieme un gruppo di persone a due cifre è un'impresa colossale, mantenerlo attivo per più di tre mesi non ne parliamo nemmeno. Questo a prescindere dall'importanza e dalla vicinanza degli obiettivi.
La terza è la violenza. Cosa che comunque presuppone un'organizzazione (vedi al secondo punto) e che di norma favorisce i peggiori (vedi al primo punto).
Se ormai nessuno di questi criminali si preoccupa di agire di nascosto e non ha paura di mostrare il proprio vero volto, è perché è ben consapevole di questo.
Finirà male...
Da tempo, vado sostenendo la necessità di costruire un partito, equando dico partito, intendo una organizzaizone di tipo leninista.
EliminaPurtroppo, manca la materia prima, perchè i nemici, il potere capitalista, ha seminato un'ideologia individualista che tende a rendere le persone allergiche all'impresa di fare colelttività ad impegnarsi in un progetto comune che richiede disciplina, impegno e talvolta sacrificio.
Li hanno convinti che ciò che conta è divertirsi e fare ciò che si vuole, senza che neanche ci si renda conto che il poter fare ciò che si vuole finisce col coindere col fare ciò che chi domina i media ordina.
Ci vuole uno sforzo volontaristico iniziale per intraprendere un percorso come quello che propongo, e so quanto purtroppo questo passaggio sia difficile almeno quanto imprescindibile.
I greci sono entrati nell'euro imbrogliando e pensando di fare i furbi, perché prendersela con la Germania che in fondo cerca di fare i suoi interessi cercando di non tradire innanzi tutto il proprio popolo? Nelle elezioni campane tutti sapevano. Lo stesso partito del vincente aveva messo in guardia gli elettori, con quale risultato? Il 50% degli aventi diritto se ne sono rimasti a casa, gli altri hanno votato consapevolmente per il malaffare, quindi perché prendersela con la camorra che fa i suoi interessi in pratica con il consenso del popolo? Perché prendersela con la corruzione quando,potendo fare giustizia, il popolo ha scelto l'ingiustizia?Al di là delle opinioni sugli strumenti a disposizione, sulla disinformazione sistematica ( ma la realtà è sotto gli occhi di tutti ), la democrazia è una illusione, un pregiudizio o è una strada percorribile? Questa è la domanda.
RispondiEliminaPaolo Federico
Paolo Federico, teniamo anche contoc he esistono differenti forme di democrazia. Ammetto però con te che la democrazia liberale in cui viviano abbia subito colpi terribili dagli eventi europei degli ultimi anni ( e certto non solo quelli avvenuti in Grecia).
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