martedì 19 agosto 2014

PER AMMISSIONE DELLO STESSO RENZI: NON SANNO CHE CAZZO FARE.

Bene, vediamo di riassumere un po'. 
Il nostro presidente del consiglio ha fatto due dichiarazioni non equivocabili. 
La prima è che egli non intende chiedere all'Europa nessuna variazione nelle regole fin qui utilizzate. 
La seconda è che, riguardo la situazione economica, egli non ha alcun piano segreto. 
Come si suol dire, le parole sono pietre, e queste di Renzi sono dei macigni che ci indicano con chiarezza che questo suo governo non potrà che aggravare la situazione economica, già schifosa di suo, come tenterò di argomentare nel seguito...

A questo scopo, analizzerò separatamente ciascuna delle due affermazioni. 
Iniziamo con la prima. Qui, dobbiamo intenderci, e lo dirò esplicitamente con chi di voi non abbia dimestichezza con le scienze sperimentali. Nelle cose, esiste un aspetto quantitativo. Non basta che io abbia da parte un chilo di pane per pensare che io possa far fronte al problema dell'alimentazione anche solo del quartiere in cui vivo. In altre parole, se anche il concetto che la disponibilità di pane può contribuire decisamente a risolvere il problema della fame, questo non può portare a concludere che ciò sia valido indipendentemente dal rapporto tra quantità di pane disponibile e numero di persone da sfamare.
Allo stesso modo, quando si ipotizza una via d'uscita dalla crisi, ci si dovrebbe concretamente confrontare con la dimensione della disoccupazione nella UE. Visto che stiamo parlando di svariate decine di milioni di disoccupati, la soluzione dovrebbe essere adeguata al problema anche su un piano quantitativo. Non basta cioè dire che se riparte il PIL, ciò comporta automaticamente una caduta della disoccupazione, purtroppo non è così. La verità è che non solo il PIL continua a rimanere stazionario ed in alcuni paesi tra cui l'Italia in contrazione, ma pensare che l'inversione di tendenza nell'andamento del PIl porterebbe automaticamente la soluzione per ridare dignità e mezzi di sostentamento ai cittadini europei è sbagliato, è un'ennesima pietosa bugia che si sussurra senza avere il coraggio di pronunciarla chiaramente. L'aumento del PIL porterà di certo un certo aumento del tasso di occupazione, ma in un sistema che privilegia fino al parossismo la competitività, punterà piuttosto su una crescente produttività per addetto, vanificando il proprio effetto sull'occupazione, riducendolo quantomeno a un livello marginale, lasciando quindi intere generazioni alla disperazione di non avere un ruolo attivo nella società e neanche un proprio reddito che non derivi da forme varie di solidarietà sociale. La verità è che all'interno delle regole europee è certo che la disoccupazione rimarrà a livelli altissimi. 
Passiamo ora alla seconda dichiarazione. Partiamo dalla constatazione abbastanza ovvia che la situazione del bilancio statale per l'anno in corso è messa male, nel senso che il rapporto deficit/PIL tende a superare e forse neanche di poco la fatidica soglia del 3%. Nel frattempo, si va innestando su una situazione già così preoccupante il problema del "fiscal compact" che richiede un ulteriore appesantimento del bilancio statale a causa dell'obbligo ridurre anno per anno il rapporto debito/PIL, un problema particolarmente grave per l'Italia a causa di un debito statale storico molto elevato. 
In questa situazione, dire come fa Renzi che il governo non ha un piano, nè palese perchè non abbiamo notizie pubbliche in proposito, nè segreto, significa soltanto che questo governo non sa proprio che fare. Siamo cioè in mano a gente che con una più o meno abile campagna mediatica tenta di spostare in avanti il momento della resa dei conti pubblici, visto che non trova alcuna soluzione ai problemi di bilancio adeguata alla gravità della situazione. 

Direi in conclusione che per bocca dello stesso premier e quindi con un suo valore ufficiale, si dichiara che si tira a campare facendo finta di credere che misure del tutto marginali come gli 80 euro in tasca ad alcuni cittadini, risultino risolutive di problemi enormi che si riflettono negli scandalosi tassi di disoccupazione, ignorando quindi la dimensione quantitativa dei problemi: davvero il popolo italiano è così imbambolato dalla propaganda di regime da sopportarsi tutto questo senza reagire?

9 commenti:

  1. L'ultimo tuo interrogativo è nel dna della gente che "tira a campare", ma sulla propaganda stampa, radio e tv incidono almeno per il 50% sull'imbambolamento di massa.

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  2. Ma la soluzione non era il rovesciamento del Capitalismo?

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    1. Beh, questo lo pensano soltanto i marxisti-leninisti più ortodossi, quelli per cui basta rovesciare il capitalismo per accedere al paradiso del potere al proletariato.
      A me pare che il problema non stia tanto nel rovesciare il capitalismo, ma nell'avere un'idea precisa di come e con che cosa sostituirlo, quello che nel mio piccolo tento di fare.

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    2. Questo nella idea che esistano marxisti non-ortodossi, che sappiamo bene essere una finzione come i fantomatici musulmani moderati.
      Tolte le falle teoriche del pensiero economico marxista (per es. nella definizione del "valore") alla fine o sposi la tesi che la collettivizzazione (di tutto) conduce ad una società dove ognuno ottiene secondo i suoi bisogni oppure no. Non c'è tanto da menare il torrone.

      La necessità di rovesciare il Capitalismo deriva dal fatto che è l'unico modello esistente. Non ce ne sono altri. Qualsiasi alternativa uno si proponga, la premessa necessaria è comunque quella di sbarazzarsi del Capitalismo. Non solo ma un corollario consueto è che, essendo il Capitalismo onnipresente, qualsiasi alternativa deve allo stesso modo diventare universale, non si può accontentare di ricavarsi una nicchia in un mare di Capitalismo. E ovviamente questo rende l'idea sia apocalittica che un attimo irrealistica.

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    3. Per quanto riguarda il marxismo, io non sono marxista, nè ortodosso nè altro, non lo sono e basta.
      Concordo con te, esistono soltanto i marxisti ortodossi, come esistono soltanto i cattolici ortodossi, non ho mai amato i distinguo, a meno che siano realmente fondati, cioè che abbiano una loro organicità, un dosaggio di una determinata teoria deve avere una sua logica, non può essere arbitrario.
      Tuttavia, devo prendere atto che ci sono non-marxisti che da ex-marxisti per le ragioni più varie non sono in grado di fare il grande balzo. A volte, il definirsi marxista viene giustificato sulla base del consenso ad aspetti del tutto marginali del pensiero di Marx. Per quanto io non concorda con questa loro volontà di permanenza del legame con Marx, ed anzi li abbia anche invitato esplicitamente ad ammettere di non esserlo più, non posso comunque ignorare il loro modo di concepire il loro pensiero. Ebbene, costoro, non pensano affatto che la caduta del capitalismo dia automaticamente luogo ad alcunchè di prevedibile e tanto meno di augurabile.

      Dall'altra parte però, alcuni, ed io tra questi, pensano che l'uso stesso del termine capitalismo sia inopportuno perchè mette assieme cose troppo disomogenee tra loro. Polanyi ad esempio parla di "società di mercato" come stadio terminale del capitalismo. In questa prospettiva, la caduta non dell'intero capitalismo, ma della sua parte più estrema può apparire meno irrealistico.

      A mio parere, comunque, le cose stanno all'opposto, la società di mercato non regge più, ma manca una teoria adeguata a sostituirla, o meglio, manca una nuova classe dirigente che la condivida. Quindi, individuo lo stadio difficile non nella caduta del capitalismo, ma proprio nell'affermarsi di modelli di società alternativi.

      In ogni caso, io non penso che si debba passare a una società che garantisca i bisogni, trovo la cosa del tutto strampalata, il bisogno non è un disturbo, è la molla stessa dell'esistenza individuale. Credo che si debba passare ad una società che ridimensioni l'economia e quindi chiuda con il feticismo degli oggetti, tanto per citare un singolo significativo elemento di come immagino la società che vorrei.

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  3. Mi pare che siamo tutti d'accordo, l'imbambolamento di massa c'è, il punto è capire il suo grado quantitativo: se scende sotto un certo livello, le cose potrebbero cambaire celermente.

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  4. Personalmente penso che non sia alto ma altissimo. Tuttavia, è una specie di imbambolimento da convenienza. Del tipo "ci penserà qualcuno a risolvere" e appena arriva "qualcuno" si aspetta. Poi arriva un altro "qualcuno" e così via (sorvolo su quello che fanno questi qualcuno). Lo dico perchè basta parlare per rendersi conto che la gente non è stupida, SA che la televisione MENTE, sanno dove stanno le balle. Ma come gli dici di fare qualcosa, ti accorgi subito che ti scansano. E' sul fare che cascano. L'abbiamo verificato in diverse occasioni coinvolgendo decine di persone su internet (a volte centinaia)ma quando abbiamo deciso di incontrarci, di vederci, le scuse sono piovute come quando arrivano le bombe d'acqua.

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  5. Anche se ho risposto anche a loro, non amo i commenti anonimi. Può in effetti bastare l'uso di un nick qualsiasi.

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