martedì 5 novembre 2013

CASO CANCELLIERI E CATTOLICESIMO

La vicenda Cancellieri è ormai divenuta una questione di posizionamenti politici, e di conseguenza ha in sè poco senso discuterne nel merito. Come sempre, in questo periodo il discrimine è costituito dal governo Letta, e così chi difende la Cancellieri, difende il governo Letta, chi la attacca, in definitiva attacca il governo Letta. 
Tuttavia, voglio brevemente occuparmene egualmente, per il tipo di motivazioni che vengono utilizzate a difesa e contro l'operato della Cancellieri, che a mio parere rivestono un interesse di carattere più generale...
Non so se qualcuno prima di me l'ha fatto, ma a me pare che il modo in cui ci si divide sin questa occasione può essere interpretato nella maniera più diretta sulla base del fatto che l'Italia è un paese profondamente cattolico. 
Cosa dice la Cancellieri per difendersi? Ella dice che anche un ministro deve essere umano. Intanto, noi siamo umani senza doverci sforzare di esserlo, siamo uomini e così indipendentemente dalla nostra volontà, siamo umani. 
Essere umani nella parole del ministro vorrebbe in realtà significare mostrare un sentimento di solidarietà umana.

Ricordate cosa dice il vangelo di Giovanni. Dice "ama il prossimo tuo come te stesso", e questo concetto del prossimo è centrale nel pensiero cattolico. In effetti, si tratta di un concetto geniale. Di fronte all'universalismo illuminista, che proclama tutti gli uomini eguali, rischiando tuttavia di renderli anche uniformi, e che impone un uguale trattamento della legge verso tutti, il cattolicesimo oppone due concetti molto pericolosi per la salvaguardia del principio di uguaglianza, da una parte il principio di equità effettiva che deve prevalere sulla giustizia formale, dall'altro appunto il concetto di prossimo. Prossimo è il complesso dei nostri simili con cui veniamo a contatto diretto, quelle persone che le circostanze della vita fanno uscire dall'anonimato dell'insieme dell'umanità, ponendoli alla nostra attenzione come individui singoli ed irripetibili. Questo rapporto interpersonale diretto è per un cattolico una responsabilità a cui non può sfuggire. Un non cattolico si può preoccupare di più per un remoto uomo che magari a decine di migliaiia di kilometri da noi sta morendo di fame che delle condizioni di vita precarie di chi costituisce il suo prossimo.  
Un cattolico invece non può ignorare lo specifico individuo che gli si è parato di fronte e che gli da' immediata evidenza del bisogno di essere aiutato. Un cattolico vede la cura del suo prossimo come suo dovere più urgente ed importante, è qualcosa che non ha il diritto di ignorare, mentre in fondo può ignorare cosa succede lontano dai suoi occhi. 

In fondo, se ci pensate, la difesa della Cancellieri si muove in questo alveo. Seppure consapevole che la situazione oggettiva delle carceri è tale che mette a rischio inevitabilmente, anche soltanto su base statistica, la sopravvivenza stessa di tanti detenuti, ella sente l'urgenza di soccorrere quella singola persona di cui sa con certezza (diamo qui per scontato che il pericolo fosse reale) il pericolo che corre, perchè quelle singole persone di cui sa, sono il suo prossimo, gli altri no, e pertanto possono in prima battuta essere ignorate. 
Lo stesso concetto di prossimo implica che si debba trattare con una procedura specifica chi conosciamo, e la eventuale violazione di qualche principio di legge viene inoltre giustificato con quell'equità sostanziale di cui dicevo prima. 
La segnalazione, o come si diceva una volta la raccomandazione è in fondo una procedura cattolica, se io conosco un caso grave, non mi devo curare di verificare a che posto è collocato in una certa scala di grado di gravità secondo procedure universali stabilite per legge, compio qualsiasi atto in difesa di quella persona, e pazienza per chi, pur essendo in una situazione oggettivamente più grave, non ha il privilegio di essere da me conosciuta. 

Ora, mi chiedo cosa vieti alla legge di essere umana. Non sarebbe necessario avere procedure eque e solidali con le persone che ne hanno bisogno, piuttosto che correggere procedure inumane con le solite sistematiche eccezioni?

7 commenti:

  1. è un bel dilemma, però secondo me basta essere coerenti ed applicare a tutti lo stesso trattamento "umano"

    RispondiElimina
  2. Allora, mi pare che non siamo così distanti, se consideri l'ultimo periodo che ho scritto. Ciao.

    RispondiElimina
  3. Al solito, usi quanto scrivo solo come trampolino verso affermazioni a cui tieni.
    Una legge equa e solidale è un'espressione chiara da sè, autoevidente direi. Ma tu, riesci a complicarla terribilmente: ti do' atto di avere un vero talento nel fare queste operazioni.

    RispondiElimina
  4. Che io sappia, illuminismo e cattolicesimo non si discostano se non nel fatto di credere o meno in un'entità ultraterrena.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, non direi, di norma nei tsti di filosofia vengono considerate come teorie alternative, anche se personalmente trovo il cristianesimo come uno dei genitori fondamentali dell'illuminismo.

      Elimina
    2. Bravo Lorenzo, hai letto il bignamino di filosofia, e non capisci che c'è qualcuno a cui non basta: pazienza!

      Elimina
  5. E io sono d'accordo: trovo che le due teorie abbiano più punti in comune che di contrasto.

    RispondiElimina