Alcune settimane fa (qui), mi sono occupato di Bersani, del Bersani post- caduta, stigmatizzandone la persistente elusività nel riferirsi agli avvenimenti che l'hanno visto protagonista come premier in pectore.
Ieri, ho sentito la Bindi che partecipava a "Omnibus estate" su LA7, e ancora una volta non posso che rimanere sgradevolmente sorpreso dal tono elusivo con cui anch'ella si esprimeva...
Ricordo che la Bindi rappresenta dopo Bersani ed assieme alla Finocchiaro, la grande sconfitta dell'attuale fase del PD che ha portato Letta a dirigere il governo delle larghe intese ed Epifani a fare il segretario in attesa del congresso.
Ciò che ha brillato nelle sue parole è l'assenza di qualsiasi riferimento a Napolitano (sarà forse che Grasso censura i parlamentari anche fuori da Palazzo Madama...), come pure ai problemi interni al suo partito: furbescamente, la Bindi continuava a polemizzare col PDL, tentando evidentemente con tutte le proprie forze di distinguere il PD dal PDL, un'impresa, come facilmente si comprende, assolutamente improba.
L?unico riferimento al proprio aprtito l'ha fatto pronunciando una frase che non esito a definire vergognosa, quando diceva a proposito di Renzi che egli non si poteva presentare all'unico scopo di far cadere il governo. Badate, non è che dicesse che la cosa non le garbava, che ella intendeva combattere politicamente questo tentativo, no, diceva una cosa del tutto scorretta, che questo non si può fare, il che sottintende che in presenza di un atale disegno, si possono anche violare le norme statutarie. Scambiava insomma la propria posizione politica del tutto legittima, come l'unica posizione accettabile, e questo dimostra a che punto siamo in quel partito.
Complessivamente, ne ho ricavato la stessa sgradevolissima sensazione avuta già a proposito di quanto detto tempo fa da Bersani, l'attaccamento tenace anche a vaghi frammenti di potere, a costo di vendere ogni residua traccia di dignità. Se perfino le vittime delle iniziative di Napolitano occultano la reale dinamica dell'operazione, evidentemente nella speranza di non essere del tutto scaricati, mi chiedo che speranze abbiamo a proposito non dico del PD che chiaramente è solo il fantasma di un partito, ma del suo stesso personale politico: che vadano davvero a casa e ci vadano di corsa (se magari, correndo via, si caricano sulle spalle anche Berlusconi, diremo qualche prece sulle lapidi che ricordano la loro carriera politica).
Infine, possibile che nessuno dica niente sulle vergognose parole di Grasso? Dove arriveremo se l'omertà sistematica diventa la regola di questa nazione?
Il presidente del senato ha un potere enorme, nel contempo non può essere dimissionato, con il che non risponde dei propri errori. E' almeno la secvonda volta che utilizza norme che non essitono.
La prima volta fu a proposito dell'insediamento delel commissioni parlamentari che non potrebbero essere insedfiate in assemza di un governo fiduciato da quello stesso parlamento (capite la cultura della separazione dei poteri che costui possiede?), la seconda volta è stata nel sostenere che un parlamentare nelle aule dove è chiamato a rappresnetare il porprio popolo, non può parlare del capo dello stato. Il potere di chi presiede un così importante consesso non può essere arbitrario, se egli intende proibire alcunchè a un rappresnetnate dle popolo, deve citare esplicitamente le norme coinvolte. Quelle norme semplicemente non esistono, pare quasi che Grasso voglia fare di Napolitano uan specie di vice-Dio cristiano, il cui nome non può essere pronunciato in omaggio al secondo comandamento.
La cosa apapre francamente ridicola, il che non dovrebeb eprò nasconderne la concomitante gravità. Grasso deve smetetrla di comportarsi così e se proprio non intende dimettersi (figuriamoci, quello è attaccato alla poltrona col Bostik...), che venga adeguatamente sputtanato, che sia chiamato a rispondere pubblicamente del suo gesto: ma davvero non esiste più neanche una vaga parvenza di stampa libera?
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