giovedì 16 febbraio 2012

UN CONTRIBUTO DA CICALESE SULLA CRISI

Voglio oggi linkarvi un articolo di Pasquale Cicalese, apparso sul web proprio oggi, che riassume brevemente la storia della crisi, ed indica alcuni possibili scenari futuri. 
Da parte mia, penso che la sintesi lì realizzata sia davvero apprezzabile, e vorrei anche aggiungere che mi pare di dovere condividere totalmente ciò che dice l'articolo che cito, sul fatto che Europa ed USA stanno facendo tutto ciò che possono per rinviare il tracollo prossimo venturo, ma ciò che possono non è abbastanza, una volta che si debba rimanere nel solco già tracciato di una crescente ricchezza di coloro che ricchi lo sono già. 
Sono alquanto più perplesso invece rispetto all'articolo, sulla reale possibilità che i paesi BRICS, il Giappone e tutti coloro che stanno fuori dagli scranni più alti, riescano nel tentativo, in qualche modo anch'esso disperato, di trovare un loro equilibrio che prescinda da chi determina i mercati fiannziari globali. Secondo me, ci sarà un tale big bang che nessuno si potrà salvare, l'onda d'urto sarà potente e si propagherà sull'intero pianeta. Il giorno dopo certo, si dovrà ricominciare. In questo senso, non v'è dubbio che i paesi BRICS si troveranno in una situazione migliore della nostra. 
Credo anche che sarebbe saggio se anche il nostro paese pensasse a come non subire danni troppo profondi e troppo estesi nel tempo da questo default globale.

3 commenti:

  1. Se non si permette agli Stati membri di investire (indebitarsi) a favore della creazione di nuovi posti di lavoro, sarà una ecatombe, oggi è il momento di applicare le teorie di Keynes (10 scellini risparmiati lasciano un uomo privo di lavoro per una giornata).

    Non la vedo bene Vincenzo, se non si invertono le soluzioni (risanamento obbligatorio del bilancio) l'euro farà una implosione su se stesso.
    Non vorrei sbagliare, ma credo sia stato Kennedy a dire "il pil non può essere messo al di sopra della popolazione"...o qualcosa di simile.

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  2. Le cose con Keynes sono un po' più complicate, perchè oggi la liquidità è tutta sequestrata dal sistema bancario, dando luogo ad un niedito keynesiano monetarismo.
    Basta considerare il caso del recente maxiprestito da parte della BCE alle banche europee che preferiscono pagare tassi passivi su quelle somme piuttosto che impiegarle, perchè sanno di essere sull'orlo del fallimento, e questa constatazione le paralizza.
    Insomma, l'aumento di liquidità non basta, perchè le banche ne hanno un bisogno così estremo che non le usano per impieghi di investimento produttivo.
    Ci sarebbe poi la domanda fondamentale se ci possiamo permettere, a causa dei problemi ambientali, una nuova fase di crescita.
    Secondo me, questo rende attuale il superamento del capitalismo, ma la cosa sembra non essere molto generalizzata...

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  3. Più che una fase di crescita, oserei dire che serve una fase di "decrescita" partendo dalla decrescita demografica, ormai consumiamo più di quanto la terra e i mari producono.
    Senza tenere da parte una soluzione, il doppio binario delle monete e conservando l'euro per gli scambi commerciali ... Vincenzo, serve anche tagliare le unghie alle banca, forse è il caso di ripensare a una statalizzazione delle stesse...la crescita oggi è una parola senza senso, se si lasciano milioni di persone senza reddito...possono produrre anche l'elisir di lunga vita, resterà nei magazzini di stoccaggio.

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