martedì 14 febbraio 2012

DALLA GRECIA ALL'EUROPA: UN PANORAMA POLITICO DEVASTATO

Ieri, ho seguito la consueta puntata del lunedì del talk-show di Lerner, principalmente dedicata ai fatti della Grecia.
Lerner si è premurato di raccogliere molte e significative presenze in trasmissione, ma io mi chiedo a cosa servano tali presenze se poi le persone coinvolte non vengono adeguatamente incalzate a dare le risposte che tutti si aspettano da loro.
In particolare, consideriamo il caso della deputata greca del Pasok che ha votato le misure draconiane richieste dalla troika alla Grecia. Io credo che sarebbe stata un’occasione importante per capire cosa possa convincere un delegato del popolo in un’occasione così storica a votare in maniera opposta a quanto gli viene richiesto da una piazza gremita e molto coinvolta. Avrei voluto sapere da questa signora quale sia stato il percorso di pensiero e lo stato emotivo in cui sia maturata la convinzione di scegliere a quel modo, di assoggettarsi al diktat. Niente di tutto questo, poche parole che non spiegano nulla, del tipo che tra un fallimento certo ed immediato ed uno posticipato ed ancora forse evitabile, ha scelto quest’ultima opzione.
Il punto, cara deputata greca il cui nome non ricordo, è che non esiste una singola persona al mondo che abbia una minima competenza di economia che pensa che quel fallimento sia ormai ancora evitabile e che comunque proprio quelle misure votate dal parlamento greco domenica possano raggiungere questo scopo.
La troika ha detto che se la Grecia vuole quei 130 miliardi di euro, deve adottare certi provvedimenti e certe procedure, compreso l’impegno scritto da parte dei partiti che manterranno gli impegni domenica assunti anche dopo le elezioni che si terranno in primavera, un impegno che davvero va oltre ogni possibile concezione comunemente accettata di democrazia parlamentare. Bene, a quanto pare la deputata non si è resa ancora conto che se al suo paese si richiede di contrarre la domanda tramite i tagli ai salari e i tagli ai dipendenti statali, e nello stesso tempo il cosiddetto mercato impone il pagamento di interessi dell’ordine del 70% annuo sui titoli emessi a copertura del debito pubblico, i conti non poteranno che andare progressivamente peggiorando, determinando quindi un fallimento a scoppio ritardato...
In verità, questa stessa deputata non potrebbe ragionevolmente ignorare che la votazione della mozione che le è stata chiesta per domenica non serve minimamente a cambiare il destino della Grecia, ma serve soltanto a dare il tempo agli altri paesi dell’area euro ed in particolare alla Germania che sembra avere la forza per guidare le danze, per sistemare le cose in maniera da avere dal fallimento greco l’impatto minimo.
Io mi chiedo così, in un periodo in cui i mass media non smettono di bombardarci parlandoci del pericolo del rinfocolarsi in Europa di nazionalismi che credevamo di avere ormai alle nostre spalle, come si possa spiegare il comportamento non solo di Papadopulos che presumibilmente vede il proprio ruolo politico più in una cornice di establishment finanziario globale che all’interno del proprio paese, ma di ciascuno degli anonimi deputati che hanno concretamente sollevato la mano per dare il proprio assenso, come insomma si possa spiegare il chiaro ed inequivocabile tradimento del proprio paese fatto da quei deputati, ed in particolare della deputata intervenuta nella trasmissione di Lerner.
Più guardo a questi personaggi della politica europea, più ho l’evidenza di una mancanza totale di classe dirigente europea. In ognuno di loro, non si sa se sia più evidente la pochezza dei mezzi culturali ed intellettuali, o la pochezza dal punto di vista morale. Veramente, non possiamo più avere alcun dubbio che il berlusconismo di cui in Italia siamo stati affetti per decenni, non è altro che la punta dell’iceberg del vuoto politico e morale di un’intera popolazione europea, come ho più volte sostenuto su questo stesso blog. Berlusconi è stato solo l’effetto di un certo clima politico-culturale, quello stesso clima che oggi permette a uno come Monti o uno come Napolitano di considerarsi salvatori della patria perché obbediscono all’establishment finanziario globale.
Ancora una volta, l’Italia fa da battistrada all’Europa se non al mondo intero, proponendoci questo strano connubio tra finanza e politica, Monti che governa (e legifera, vorrei fare notare, visto che prosegue una prassi ormai consolidata dei governi come unici proponenti dei provvedimenti da votare in parlamento), con la benedizione di un Napolitano sempre più protagonista e sempre più impegnato ad occultare questo suo attivismo irritUale, e tre partiti così messi male da appoggiare un governo a loro estraneo.
Vorrei dire a Napolitano che se davvero i partiti avessero voluto farsi carico dell’interesse generale, avrebbero dovuto andare a nuove elezioni, avrebbero cioè dovuto, come dovrebbe essere ovvio, sostenere il proprio punto di vista. Caro Presidente, è proprio nella scelta di dare la fiducia al governo Monti, che i partiti guardano al proprio interesse particolare, perché si capisce come possa essere vantaggioso per chi abbia smesso da tempo di considerarsi rappresentante degli interessi generali, di starsene da parte facendo fare ad altri il lavoro sporco. Quando Lei a novembre ha chiesto ai partiti un gesto di massima responsabilità appoggiando il governo Monti, Lei, Presidente, ha praticamente massacrato la lingua italiana, perché quell’appoggio, quel consenso al governo tecnico di sua fattura, costituisce il più grave dei tradimenti dello stesso mandato parlamentare. Io spero tanto che quando finalmente andremo alle elezioni, se mai ci andremo, perché la realtà odierna ci mostra di potere subire sviluppi imprevedibili, gli elettori ricordino come l’opzione politica che essi avevano alle passate elezioni affidato ai rispettivi partiti di riferimento, sia stata platealmente violata, e rivolgano altrove il loro voto.
Ebbene, se appunto guardiamo fuori dai nostri confini, vediamo altrettanta pochezza in un Sarkozy che fa dipendere le scelte di politica economica dai tempi della sua campagna elettorale sperando in un appoggio della Merkel che faccia il miracolo di farlo rieleggere, la stessa Merkel che non ha mai smesso di arrabattarsi alla meno peggio tra consensi elettorali e consensi del suo establishment finanziario nazionale.
Un po’ tutto il dibattito nella citata trasmissione di ieri mostrava questa angustia di coloro che pure dovrebbero costituire i protagonisti della politica europea. La cosa sicuramente più vergognosa era rappresentata da questo balletto sull’Europa, un fantasma che viene evocato solo strumentalmente. L’Europa o è il criterio, o non esiste, non si può pensare di costruire una casa comune avendo presente il proprio pezzo di edificio e facendo il conto della spesa su quanto ci guadagna e ci perde il proprio paese. E’ proprio questa logica che elimina ogni possibilità di andare a una entità comune, dalle varie contabilità nazionali non viene fuori nessuna europa, ciò che può venire fuori è solo la sottrazione di spazi di democrazia sequestrati da entità impersonali e perciò chiaramente dai potenti di turno, dai potenti per censo. Invocare l’Europa rappresenta oggi, è inutile nascondersi dietro un dito, solo un modo truffaldino per concentrare il potere in poche mani e così attuare modalità decisionali antidemocratiche.
Non posso infine che ripetere ciò che già ebbi a dire in altre occasioni, che l’incapacità di avere un punto di vista dell’interesse generale, cosa che comunemente viene considerata furba ed anche inevitabile, affidando il punto di vista generale a pochi sognatori, sta portando l’umanità alla rovina, imboccando percorsi ignoti in mano a politici e potenti di ogni risma che si comportano da apprendisti stregoni, credendo che un dato comportamento vantaggioso per loro e per il loro gruppo di potere, possa essere amplificato e generalizzato, e senza quindi comprendere come questa stessa amplificazione possa condurci a disastri in scenari oggi non prevedibili.

1 commento:

  1. vincenzo, dovremmo smettere di credere che i deputati e pensatori vari ed assortiti "non si rendano conto". certo che si rendono conto. ma il loro mestiere non è di servire il popolo, bensí lo stato corporativo. sai bene anche tu che siamo in piena shock economy. come da manuale. piuttosto mi chiedo come sia possibile che le violenze non continuino ed esplodano con ancora maggior virulenza (ma credo che questo accadrà presto) e soprattutto come in certi paesi, dico italia, ci sia un tale rincoglionimento generale. ancora sento tante, troppe persone (e tante, troppe col pezzo di carta in mano, che evidentemente è buono gisuto da pulirsi il sedere) che mi parlano/scrivono dell'inevitabilità, della mancanza di alternative, del meglio nonno mario che l'orrido silvio, del chi prenderà più voti alle prossime elezioni, eccetera. siamo pienamente responsabili del nostro sfacelo.

    ps: i deputati greci non erano anonimi. sono stati chiamati uno per uno, voto palese.

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