venerdì 6 gennaio 2012

INDEGNE RESISTENZE DEI PARLAMENTARI ALLA RIDUZIONE DEI LORO PRIVILEGI

Chi mi legge con costanza, sa che rifuggo da facili polemiche, come quella classica contro le caste parlamentari.
Oggi però, non si può più tollerare lo spettacolo che costoro danno di sè.
Riassumiamo. Alcuni mesi fa, si decide di costituire una commissione che serva a confrontare gli emolumenti dei parlamentari italiani con quelli europei, al fine di definire un emolumenbto che corrisponda alla media europea.
Posso dire che tale progetto era una solenne stronzata? Vorrei proprio sapere a chi è venuto in testa, e che di stronzata si tratti, può essere evidenziato dal fatto che gli italiani quasi sempre sono pagati meno dei loro colleghi europei: se i nostri salari sono tra i più bassi d'Europa, dove sta la ratio di calcolare un'ipotetica media?
Insomma, un minimo di serietà avrebbe dovuto portare tali nominati dalle segreterie dei loro partiti a ridurre di un importo discrezionale, ma comunque significativo una o più voci dei loro emolumenti.
Invece, qui è iniziato l'ignobile balletto delle cifre, tutto centrato apparentemente solo sulla voce dei rimborsi delle spese che in qualche nazione, come la Germania, possono arrivare a cifre importanti. Tali rimborsi, andrebbe specificato, sono effettivi, cioè richiedono adeguata documentazione per essere liquidati, mentre in Italia sono forfettari. Analogamente forfettarie sono le altre voci di spesa, come quella pert le spese di viaggio, quelle di soggiorno nella capitale (ma date anche incomprensibilmentew a chi lì risiede stabilmente) e perfino, questa è davvero geniale, i gettoni di presenza: capite, i gettoni di presenza possono nella normativa che i parlamentari si sono dati, diventare gettoni di assenza, in quan to ne hanno diritto tutti forfettariamente.
Allora, tecnicamente emolumenti che vengono concessi forfettariamente, sono in tutto e per tutto stipendio, con il vantaggio decisivo che le voci che hanno veste di rimborso, non sono sottoposte a tassazione.
Così, i nostri parlamentari per avidità, hanno reso facilissimo non il loro confronto coi loro colleghi europei, di cui in fondo non ce ne può fregare di meno, ma la valutazione del totale degli emolumenti che, essendo forfettari, non possono essere imputati ad esigenze aggiuntive a loro carico, proprio a causa della loro natura forfettaria che li rende del tutto indistinguibili dallo stipendio vero e proprio.
Il lordo mi pare stia attorno ai 25ooo euro, che non mi pare uno stipendio da fame, e lasciamo perdere il netto, che sta sempre attorno i venti mila euro o poco meno: che stiano contenti, perchè gli stipendi non possono che essere valutati nel loro importo lordo, in quanto il netto è determinato dalle scelte fiscali del parlamento, come contributo doveroso al funzionamento dello stato.
Ma i nostri parlamentari sono di tale elevata qualità umana da non sentire neanche il dovere di sostenere il bilancio statale!
Ho in passato sostenuto che ciò che non va in Italia è il costo complessivo della politica, rimborsi ai partiti, emolumenti a qualsiasi istanza elettiva, fino anche ai consiglieri di quartiere,ed anche gli scandalosi stipendi al personale del parlamento.
Però oggi, questo balletto indegno va sanzionato, ed adesso anch'io pretendo che a questi cialtroni inetti, parassiti indegni, venga ridotto in maniera significativa lo stipendio: è una punizione per questa resistenza assurda che ne mette in risalto il basso livello umano.

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