Il ragionamento che il neopotentato italiano vuole convincerci a seguire è di questo tipo.
Le scelte di politica economica non derivano da considerazioni di opportunità intrinseca, ma derivano invece da vincoli dettati dai mercati, e quindi il parlamento deve piegarsi e la manifestazione del senso di responsabilità è votare quanto gli viene proposto senza discuterne i contenuti.
La seconda parte di questo stesso ragionamento è stabilire la natura di questi vincoli, cosa insomma vogliono i mercati da noi. Ebbene, in questi giorni è una litania continua, bisogna mostrarsi affidabili, gli stessi mercati che ci inguaiano facendo crescere gli interessi sui nostri titoli, si mostrano assai più benevoli verso gli analoghi titoli della Spagna: perchè, forse perchè la Spagna ha i fondamentali della propria economia obiettivamente migliori dell'Italia? No, questo non è certamente vero, la ragione sta nella maggiore affidabilità di quella nazione rispetto alla nostra.
Ora, questa linea di ragionamento ha un'immediata conseguenza, ed è quella di non potere valutare in modo verificabile la bontà dei provvedimenti adottati. Qui infatti non si tratta di stabilire quanto sia il nostro deficit, quale sia l'anadamento del nostro debito, o ancora la nostra inflazione, o ancora l'aumento del PIL, tutti parametri sulla cui significatività si può discutere, ma tutti sicuramente calcolabili in maniera univoca.
No, qui dobbiamo apparire affidabili, e davvero è impossibile definire un parametro che possa quantificare l'affidabilità. Ciò ha come conseguenza inevitabile un altissimo margine di arbitrarietà nella natura stessa dei provvedimenti adottati che possono comunque essere giustificati in base a questo sfuggente requisito dell'affidabilità.
Se però noi smentiamo la stassa fondatezza del criterio dell'affidabilità, allora tutta questa linea di ragionamento crolla miseramente.
Ebbene, se io fossi uno speculatore, me ne fregherei allegramente dell'affidabilità. E' vero, io non punterei un singolo centesimo di euro sui titoli di stato proprio a causa di problemi di affidabilità, ma la mancanza di affidabilità non riguarda i titoli in sè, ma al contrario proprio il comportamento dei mercati. Poichè a qualsiasi individuo razionale è chiaro che i mercati si muoivono in maniera opaca, non giustificabile secondo criteri minimamente prevedibili, tale individuo si guarderà dall'affidare a questi stessi mercati il destino dei propri averi.
Credo che si possa concordare che siamo in una fase di speculazione particolarmente intensa, e il fine di tali speculatori non è ovviamente di essere tranquillizzato, ma di guadagnare: alle grandi corporations, non importa nulla dell'affidabilità, la propria sarebbe comunque inferiore a qualsiasi Grecia in giro per il mondo, ma solo e soltanto di guadagnare.
Pertanto, presentare i mercati come se fossero dei compassati giudici dei nostri comportamenti più che falso risulta assolutamente ridicolo, i mercati sono semplicemente i nostri nemici, nè più nè meno che questo. L'unica cosa che un patriota dovrebbe fare è difendere il proprio paese dagli attacchi da parte del mercato, e questo ci aspetteremmo da Napolitano e Monti, ma direi anche da Draghi per altri versi.
Invece, assistiamo a una recita in cui si sottopone il paese a dei provvedimenti che in altri momenti nessuno accetterebbe contando sulla giustificazione del vincolo estero.
Concludendo, credo che tutti noi dovremmo pretendere di giudicare le scelte di politica economica in base al loro merito, se fanno vivere meglio le persone o se le fanno vivere peggio. I problemi gravissimi che riguardano gli interessi da pagare sul nostro debito sovrano stratosferico non possono in alcun modo trovare alcuna soluzione che si basi su vincoli di bilancio che in definitiva agiscono soltanto sul bilancio primario (al netto cioè degli interessi), che è già in attivo, e quindi virtuoso.
Io mi aspetterei da una parte una patrimoniale straordinaria che riduca di una percentuale robusta l'ammontare del debito, dall'altra che la BCE assuma il ruolo di compratore di ultima istanza dei titoli di tutti i paesi dell'area euro, o in alternativa regolamentare in maniera così ferrea i mercati da impedire questi giochetti che ci costano manovre senza fine e che ci porteranno soltanto in miseria. Che Monti e Napolitano facciano la voce grossa lì dove devono, visto che si sentono parte di questo club esclusivo europeo che determina le scelte dell'unione.
Insomma, i due capitoli, mettere ordine nell'economia interna, e difendere i nostri titoli sono intrinsecamente separati e mescolarli serve solo a confondere il popolo bue, ed è quindi una violazione del contratto sociale e di conseguenza non giustifica più il monopolio della violenbza che lo stato si riserva.
martedì 3 gennaio 2012
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Io posso solo dirti che proprio a fine dicembre ho comprato un bot semestrale di 15.000 euro sperando che il rendimento NON fosse troppo alto, ed infatti è del 3,40. Pensa quanto sono patriota! Tu mi dirai che faccio parte del popolo bue, e con tutta probabilità è così, ma io ho solo voluto nel mio piccolo cercare di dare una mano al mio Paese ed il fatto che sperassi di guadagnarci poco ti fa capire quanto sono spaventata!
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