domenica 28 agosto 2011

GRANDE INFORMAZIONE INDECOROSA

Oggi, voglio occuparmi del settore della grande infromazione, notiziari TV e giornali a diffusione nazionale. Questa scelta deriva dallo spettacolo indecoroso che tale settore ha dato di sè in questi ultimi giorni.
Per giustificare il mio giudizio così drastico, non occorre neanche entrare nel merito dello modo in cui gli argomenti sono stati affrontati, ma basta una rapida scorsa ai titoli, rendendosi conto così delle priorità che la stampa si è data nel proporli ai propri lettori/ascoltatori.
Negli ultimissimi giorni, siamo stati letteralmente sommersi dalle notizie su Irene, l'ultimo degli uragani formatosi sulla costa orientale del continente americano. Non entro nel merito della sopravvalutazione dei suoi effetti, perchè non è questo il punto, rifletto come le inondazioni veramente bibliche, senza pre4cedenti a memoria d'uomo, avvenute l'anno passato in Pakisthan, hanno attirato molta meno attenzione. Ma si sa, tutto ciò che avviene al centro dell'impoero, trattasi pure di una calamità naturale, diventa di colpo esageratamente importante.
Anagolamente, la crisi finanziaria, così esplosiva nei suoi aspetti più recenti, nella stampa è stata declassata a gossip politico, con opposte fazioni schierate contro a favore delle pensioni, pro o contro l'aumento dell'IVA, pro o contro il contributo di solidarietà, pro o contro la patrimoniale, il tutto avvenendo in un chiasso che ha reso del tutto incomprensibile il merito delle discussione e naturalmente delle opposte argomentazioni.
La questione della crisi è certamente della massima importanza, ma rimuoverne l'aspetto internazionale, l'ignorare la sua dimensione globale e conseguentemente le sue cause, finisce col declassarla a un giochetto per politicanti che, attraverso la contrapposizione sulle singole misure economiche, regolano in realtà i loro conti interni, alla fine del tutto disinteressati e distaccati dal problema specifico chge questi scontri aveva suscitato.
Tutto ciò avviene, come motivo certamente aggravante, negli stessi giorni in cui la battaglia infuria più che mai in Libia e nella sua stessa capitale Tripoli, con un esito ancora non scontato e da cui dipoende certamente molto della storia stessa del nostro mondo globalizzato e del Mediterraneo in particolare.
La vwerità è che il provincialismo è la malattia cronica di questa nostra Italietta, divisa tra l'ammirazione per il potente (gli USA), e l'ingigantimento delle liti intestine, entrambi facce di quell'atteggiamento provinciale, da cittadina periferica, che evidentemente caraterizza oggi più che mai quegli stessi soggetti che dovrebbero svolgere, dal settore dell'informazione, un ruyolo dirigente sulla nostra nazione.

2 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo con questo tuo post che, evidentemente, è stato scritto di getto.

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  2. secondo me lo fanno per tenerci "buoni" per così dire, i meno attenti non hanno ancora capito a cosa andiamo incontro e tacciano i più attenti di facile allarmismo

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