martedì 2 agosto 2011

LA POLITICA DEL FOTTICOMPAGNO

Lo stesso Bisin ritorna a impartirci la sua solita lezione con un altro suo articolo, basata sempre sulle solite, stantie argomentazioni.
Sostanzialmente, ci dice che esiste una logica sua propria nei movimenti nei mercati finanziari di questi giorni. Su questo, sfonda certo una porta aperta, nessuno sostiene che gli operatori finaziari siano dei pazzi. Il punto tuttavia è un altro, ed è che si tratta di una logica perversa che a sua volta discende da regole che i mercati si sono dati da loro e la cui affermazione ci porterebbe a conseguenze del tutto sciagurate.
Chiunque capisce che il debito USA è la vera mina vagante dell'economia globale, visto che è quasi tutto piazzato all'estero, ma ciò non equivale a considerare le agenzie di rating e gli invesitori dei pazzi perchè classificano gli USA meglio di tanti ben più virtuosi paesi (e tra questi tocca anche all'Italia stare), ma soltanto che i giudizi tengono conto del quadro complessivo, non ignorando quindi il ruolo di potenza di gran lunga più potente del mondo. Questa però è una motivazione extrafinanziaria, ma del tutto sensata, su questo non c'è dissenso.
Il punto è che nessuno sa dire come uscire da questa situazione, come provare a riassorbire questo enorme debito, e, visto che gli USA per il loro stesso ruolo internazionale non possono fallire, toccherà ad altri rimetterci le penne, e qui in Europa abbiamo capito, dovremmo tutti aver capito che la riscossione del conto è già in corso.
Ora, se io sono un governante, devo capire come fare ad uscire da una tale situazione, mi dovrei porre questo problema, e dare una qualsiasi risposta, fosse anche non del tutto soddisfacente. Invece, che facciamo? Semplicmente lo ignoriamo, rimandiamo il momento del "redde rationem", m facciamo finta che il problema sia un altro, e pretendiamo di uscire da una situazione che è senza uscita globalmente, e che può soltanto trovare soluzioni nazionali. Certo, stringiamo la cinghia e riduciamo drasticamente il debito, si può fare, ma ciò equivale semplicemente a spostare su un paese concorrente la mira della speculazione, non a risolvere il problema insolubile del debito USA. Su questo speicfico problewma, saremo sempre coinvolti, o attraverso l'euro, o attraverso l'FMI, ne dovremo sempre pagare le conseguenze, a meno che decidiamo di uscire da questo mercato, ne riconosciamo il carattere inerentemente fittizio e nello stesso tempo vessatorio.
E infine, mi preoccupa questo monopensiero che pretenderebbe addirittura di essere di sinistra, anche nell'alveo di una certa tradizione marxista, per cui bisogna crescere. Sì, è vero, il capitalismo richiede la crescita sennò non può reggere, è una questione intrinseca al proprio stesso modo di funzionamento, ma crescere è impossibile in un mondo in cui il tasso di aumento dell'anidride carbonica continua a crescere a ritmi preoccupanti, in cui le scorte di combustibili fossili (ma anche nucleari in realtà) tendono a diminuire, in cui le miniere da cui traiamo tanti minerali così fonbdamentali per lo sviluppo tecnologico sono alla soglia dell'esaurimento, in cui la superficie coltivabile tende a contrarsi, e che quindi porterà presto a dimensioni spaventose la differenza tra produzione ed esigenze alimentari.
Ma per la gente come Bisin l'unico problema sembra essere come fottere magari il Belgio alo nostro posto senza neanche minimamente neanche tentarre di capire le dimensioni immani dei problemi che abbiamo di fronte, e che certo sarebbe ridicolo asddebitare ad un uiomo ridicolo copme l'attuale premier.

2 commenti:

  1. Come giustamente dici tu, nella situazione in cui stiamo in Europa, non può valere il motto "Mors tua vita mea". E per quel che riguarda Berlusconi, lui si intestardisce nel pensare " ha da passà a nuttata", visto che nel passato gli è andata sempre bene attuando questa sua stratetigia, ma adesso il problema è gigantesco, va ben oltre gli scandali nostrani e il nostro incantatore di sirene si è ridotto ad essere un uomo ridicolo e niente più!

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  2. lycopodium05/08/11, 17:19

    OT
    Le segnalo a questo link, un articolo di Piero Vassallo, dedicato alla delicata questione della figura di Gesù Cristo in Dostoewskij.
    http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_652_Times.pdf

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