martedì 24 agosto 2010

L'ULTIMA DA MARCHIONNE

L’ultima puntata riguardante la FIAT si sta svolgendo in questi giorni a Melfi. Marchionne continua imperterrito la sua battaglia ideologica, e stavolta ciò che vuole sia riconosciuto è che la FIAT è al di sopra della legge. E’ chiaro: il messaggio che egli manda ai suoi dipendenti è che non basta la sentenza di un giudice a piegare la FIAT, l’azienda riconosce le proprie fabbriche come spazi extra-territoriali, i lavoratori sono entrati, ma, una volta entrati, essi sono sottoposti alla giurisdizione FIAT, che non prevede il reintegro al lavoro, inteso evidentemente come parte dell’organizzazione del lavoro. C’è a mio parere anche un limite caratteriale del personaggio, che non accetta, come i bambini, di accettare la propria sconfitta. In questo, il mondo politico è simile, da Berlusconi, a Bossi, passando per Tremonti, ad analizzarli dal punto di vista psicologico, hanno forti elementi infantili. Il guaio è che questa società sembra premiare questa ostinazione infantile, e così stavolta è il turno di Marchionne di battere i piedi per terra e strepitare per ottenere ciò che vuole. Nel contempo, il ministro Sacconi, che pure ieri aveva un’opportunità preziosa per intervenire con grande amplificazione, in occasione del consueto appuntamento a Rimini di CL, ha preferito astenersi. Qui siamo davvero alla farsa tragica, Sacconi rinuncia consapevolmente a svolgere il ruolo che la legge gli affida, di autorevole orientamento da parte del governo su questioni della massima rilevanza. Se insomma Sacconi evita di esporre un chiaro orientamento del governo su una questione di tale rilevanza, che ci sta a fare, perché noi contribuenti dobbiamo pagare simili personaggi privi di attributi? Capisco l’imbarazzo di doversi schierare o contro una sentenza o contro Marchionne, ma nessuno l’ha obbligato a fare il ministro. Avesse voluto avere vita facile, avrebbe fatto l’impiegato delle poste o qualcosa di equivalente, ma sedere su quella poltrona e tacere sugli snodi fondamentali del mondo del lavoro, è un atto che corrisponde nei fatti alle proprie dimissioni. Egli rinuncia alle proprie prerogative perché non sa che pesci pigliare, che vergogna!

Purtroppo, siamo nelle mani di una classe dominante sostanzialmente infantile, in cui chi grida più forte vince e chi dovrebbe fare il giudice o comunque governare evita accuratamente i passaggi più spinosi: per me, Sacconi è già un ministro dimissionario.

9 commenti:

  1. Io non l'ho mai considerato un ministro.
    A prescindere?
    A prescindere!

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  2. Sono d'accordo con quel che dici ma per" ministro dimissionario"intendi che sta per dimettersi,cosa assolutamente da escludere,o che data la situazione ritiene inutile svolgere il suo ruolo,tanto a breve si va alle elezioni?
    Certo se pensa alle elezioni ha fatto bene a stare zitto, così da non farsi nemici ne gli operai ne la potente Fiat

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  3. Concordo sul fatto che la FIAT, con Marchionne, sta facendo una figura pessima. La sensazione è proprio quella che hai descritto: c'è la volontà a puntare i piedi come a voler dimostrare che loro hanno il coltello dalla parte del manico. E Sacconi, da parte sua, preferisce lavarsene le mani come Pilato.Non si sa mai come vada questa crisi: meglio non rischiare di perdere voti.

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  4. Questa presa di posizione della Fiat è di una gravità unica. A quello che mi ricordo, ma corregetemi se sbaglio, non esistono precedenti a riguardo. Se questo comportamento della fiat passerà senza conseguenze, la vedo ancor più nera di quello che sto paese già è

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  5. @Stefania
    No, intendevo dire che per me il silenzio su questa vicenda corrisponde del tutto a dimissioni sostanziali, e che non lo considero pertanto il mio ministro.

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  6. @Angelo azzurro
    l governo il lavoro più sporco lo lascia fare a Marchionne che si presta perfettamente a questo ruolo.

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  7. @Giudaballerino
    E' una battaglia ideologica quella che Marchionne porta avanti, bisogna convincere gli operai che essi non contano nulla, ma finora mi pare che abbia sottovalutato la loro capacità di resistenza.

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  8. Credo anch'io che Marchionne sbagli. Per quanto riguarda il rifiuto di reintegrare gli operai, ma soprattutto per pagarli anche se restano a casa. E' un colpo durissimo e inaccettabile per la dignità di ogni essere umano!
    Francesco

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