Oggi vorrei proporvi un articolo di Claudio Magris, che esprime magistralmente il disagio che questa classe dirigente della seconda repubblica genera in un osservatore minimante sensibile alle “buone maniere” (eccezionale la frase che egli cita da Camus: “a partire da una certa età, ognuno è responsabile della propria faccia”). Si potrebbe a partire dalle sue osservazioni discettare sull’origine di questo degrado evidente del costume. A costo di risultare impopolare, io penso che c’entri anche il ’68, con questa voglia di riappropriazione di noi stessi, anche attraverso un superamento delle ipocrisie, come altrove già dissi. Eppure dovremmo una volta per tutte decidere se vogliamo vivere in una collettività civile, che ci obbliga al rispetto della dignità degli altri, ma nel contempo ci regala il telefonino ed altri prodigi della tecnologia.
Confesso che un sentimento spontaneo di ripulsa mi si genera ogni qual volta vedo il premier Berlusconi, con la sua figura che trasuda questa volgarità di fondo che nessun maestro di buone maniere potrebbe più estirpargli. E’ così evidente il suo aspetto da “parvenu”, la sua volontà di piacere e compiacere, di dovere essere sempre il migliore, il più potente ed il più ricco, che chiunque dovrebbe subito accorgersi di come sia impossibile che un tizietto così possa in qualche misura contribuire al benessere collettivo. Lo stesso si potrebbe dire di tanti suoi politicanti che non si vergognano di apparire piuttosto come suoi scagnozzi, per non parlare dei dirigenti leghisti, così sofisticati nel loro frasario e nella loro gestualità.
Claudio Magris però si ferma qui, fino a confondere quasi il problema, la malattia della politica con l’abbandono delle “buone maniere”. Il problema, in questo Magris dice bene, è quello del rispetto, ma è evidente che le buone maniere sono solo uno degli aspetti del rispetto, che non si può certo esaurire in questo. Purtroppo, in questa visione più complessiva del rispetto, è tutta la classe politica a mostrare le proprie carenze. Come dice magistralmente il grande critico cinematografico Enrico Grezzi, la differenza maggiore tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, è di natura estetica. Per capirlo, basta confrontare Bersani e Berlusconi: magari sulla gestione degli acquedotti e sul referendum di Pomigliano la pensano alla stessa maniera, ma Bersani rimane comunque un signore, e Berlusconi un irrimediabile cafone, è scritto sulla loro faccia e come dice Camus nella frase già citata, ogni adulto è responsabile della propria faccia.
Naturalmente, ciò non può significare consegnare il proprio consenso a una faccia signorile, affidarla insomma a un criterio in definitiva estetico come dice Grezzi.
La tragedia è che tanti, troppi italiani sono tamarri, cafoni, rozzi come Berlusconi e Bossi, e Berlusconi sa bene che questo è il motivo principale del suo successo E' uno di loro e in lui si rispecchiano, ecco perchè non fa niente per nascondere la sua innata indole cafona, anzi se ne compiace perchè sostiene, e non a torto, che così i suoi elettori si identificano meglio con lui. Decenni fa i "bauscia" come Berlusconi, o i tamarri ignoranti come Bossi, venivano schifati anche dai loro corregionali e non avevano di certo grande seguito. Poi pian piano l'"avere" è diventato di gran lunga più importante dell' "essere", e quei due cafoni sono diventati le icone della nostra società!
RispondiEliminaConcordo in pieno col post, ovviamente.
RispondiEliminaC'è da dire - e so che ne sei consapevole - che il pagliaccio di Arcore ha coltivato i gusti degli italiani per anni attraverso le sue tv, "diseducandoli" in ogni senso. Non si può negare che abbiano influito parecchio su una certa parte della popolazione, stimolando il disimpegno idiota, la superficialità come regola di vita, l'incapacità di esercitare il senso critico, l'ignoranza e il disprezzo per la cultura.
La volgarità è ormai, in tanti, esteriore e interiore nello stesso tempo. Basti solo pensare all'appiattimento del linguaggio, che poi è segno di una generale incapacità di pensiero: si imitano gli slogan televisivi, le frasi dei tronisti defilippiani (decerebrati ed espressione d'una umanità degradata), gli atteggiamenti dei dementi dei vari reality e altre amenità sulle quali è meglio non soffermarsi.
Se ci fai caso, poi, i gusti dei più sono ormai omologati. Ascoltando i discorsi di tanti, si sente solo parlare di viaggi in Egitto col tour operator, partite di calcio, shopping vario. Se per disgrazia ti scappa di fare un ragionamento serio, ti guardano male e dicono che non sei "solare" (sai che odio questa parola, molto usata nelle trasmissioni defilippiane, ad esempio).
So di aver banalizzato l'argomento, che richiederebbe ben altre riflessioni, ma credo che il concetto sia chiaro. Un popolo ridotto in buona parte così è tutto grasso che cola per questi politucoli ignoranti e profittatori, alla perenne ricerca di bottino.
Saluti e buon fine settimana!
Avevo lasciato un commento... boh
RispondiEliminaAdesso non ho voglia di riscriverlo
un salutone!
mirco