martedì 10 agosto 2010

COALIZIONI PER LE ELEZIONI

Mi pare che la Lega abbia sciolto il nodo, è disponibile ad andare ad elezioni anche senza avere incassato il federalismo fiscale, e quindi anche in tempi rapidissimi. Se questa la sua linea, allora tutti i penosi tentativi del PD e dei suoi accoliti di ritardare nel bere l’amaro calice delle elezioni sono destinati a un clamoroso insuccesso, e possono solo contribuire ad indebolire ulteriormente il fronte della sinistra che non avrebbe bisogno di questo contributo per essere già abbastanza debole di per sé.

Speriamo che Bersani, buon ultimo, voglia rendersi conto della situazione data, lo speriamo perché tocca proprio al PD fare le scelte fondamentali, quelle che potranno determinare in maniera decisiva l’esito stesso delle prossime elezioni.

La situazione a questo punto ha già degli aspetti molto chiari: la sfida portata dalla Lega e da Berlusconi è molto insidiosa, e toccherà a tutti gli altri aggregarsi tra loro. Pensare ad un’unica lista elettorale appare del tutto irrealistico e probabilmente anche non conveniente. Se si pensa a due distinte liste che dichiarano di volersi alleare in Parlamento, rimane ancora da decidere dove il PD voglia collocarsi. Se decide di presentarsi assieme al centro, alla sinistra toccherà presentarsi da sola, sperando che in quest’area avvenga una aggregazione che funzioni. Se invece decidesse di presentarsi con la sinistra, cosa comunque io credo più probabile, allora si porrà il problema di decidere a chi spetti guidare la coalizione. Sarebbe in sostanza il quadro delle primarie che evoca Vendola nello stesso momento in cui si candida a guidare lui la coalizione. Per il PD, le prospettive rimangono comunque difficili, ed è chiaro perché questo partito tenti di esorcizzare l’ipotesi di elezioni a breve termine. Queste difficoltà tuttavia non sono frutto di un destino cinico e baro, ma al contrario sono la conseguenza logica, direi perfino inevitabile, di una pessima politica, cosa che neanche gli stessi dirigenti del PD potrebbero ragionevolmente negare. Alla fine, io temo che prevarrà l’ipotesi di presentare ben tre distinte liste elettorali, una di sinistra, una di centro ed una del PD. Non mi sembra la prospettiva ideale, ma ciò permetterebbe al PD di depotenziare lo strumento delle primarie. Si farebbero primarie di partito, e poi si imporrebbe alla sinistra il vincitore di queste, facendo leva sull’appoggio del centro, ben felice di impedire a Vendola di ottenere la leadership della coalizione anti-Berlusconi. Una soluzione che appare in realtà pessima, perché molto rischiosa, rimanendo l’ipotesi del tutto plausibile che la sinistra da sola non riesca neanche a superare lo sbarramento del quorum. Vendola così rimarrebbe nelle pastoie di una farraginosa coalizione con le microformazioni di sinistra, ormai ridottesi a feudi personali di questo o quell’altro capetto insignificante. Se la sinistra non fosse in grado di accedere al Parlamento, ne conseguirebbe un quasi certo insuccesso del centro-sinistra: insomma, una situazione che per molti versi riprodurrebbe il presente.

Tocca oggi al PD la parola, speriamo che questa volta un minimo di saggezza si faccia strada tra i parrucconi di questo partito ormai in stato comatoso.

8 commenti:

  1. Ho letto tutto con attenzione ma non sono riuscita a capire bene in quale di tutte le soluzioni prospettate tu in realtà speri, e assumendo quale tipo di atteggiamento il PD darebbe dimostrazione di un minimo di saggezza.
    Vincenzo, in questi giorni mi sento una sorta di alunna che è rimasta sola in classe a seguire il suo amato professore, mentre tutti gli altri sono andati a far ricreazione. Ma aver un professore tutto per sè non è fortuna da poco!:)) Ciao!

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  2. Mi sembra uno scenario non molto positivo. Cmq vada sembra delinearsi un nuovo governo con poca voglia di essere davvero vicino ai problemi reali del Paese. Ed anche Vendola non sembra avere in mano numeri ma soprattutto forse gli uomini per riuscire davvero a fare qualcosa di nuovo sempre che sappia realmente far arrivare un'aria nuova in politica.

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  3. Temo che i parrucconi del Pd non riusciranno a recuperare un po' di saggezza, perché la situazione è troppo compromessa da tempo.
    Temo anche che, se si andrà alle urne, il pagliaccio lombardo vincerà di nuovo.:((

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  4. Con questa legge elettorale e con una simile asimmetria nel controllo dei mezzi di comunicazione, il risultato delle elezioni mi sembra di fatto già scritto.

    Luposelvatico.

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  5. @Ornella
    Mi pare di averlo scritto da qualche parte: l'unica cosa davvero positiva che il PD potrebbe fare è sciogliersi, cosa che non farà, temo. L'esistenza stessa del PD rende l'ipotesi di una seria opposizione al centrodestra pressochè impossibile. Pare che Vendola accetterebbe la sfida di guidare una coalizine di sinistra che comprendesse anche il PD. Si potrebbe provare anche questa, ma mentirei se ti dicessi che la ritengo una prospettiva entusiasmante. da una parte Vendola si guarda bene dal definire un possibile programma, dall'altra il PD tenta di smontare quest'ipotesi. Cosa ne verrebbe fuori con queste premesse, non so dire, ma certo questa confusione fa temere il peggio.

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  6. @Daniele
    Già, la difficoltà è formidabile: chi ha avuto i voti, non da' segni di volere lanciare alcuna reale alternativa, chi invece, come Vendola, si mette in questa prodpettiva, lo fa da una posizione contrattualmente molto debole.

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  7. @LS
    Però non è possibile vincere le elezioni senza credere di poterlo fare. Il vero ostacolo non è nè òa legge elettorale, per quanto essa sia vergognosa, e neanche il controllo mediatico, il vero problema sta nella dirigenza del PD.

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