sabato 7 maggio 2016

ELITE FINANZIARIE GLOBALI E MIGRAZIONI

Non riesco proprio a capire come, ma vedo che in certi ambienti si è diffusa la convinzione che il potere liberista che ci governa sarebbe contro l'ingresso dei migranti in europa, quindi chi predica l'accoglienza a tutti i costi sarebbe secondo costoro contro il neoliberismo.

Ciò appare davvero paradossale. 

In verità, le migrazioni neanche ci sarebbero se non fossero espressamente promosse dal potere liberista...
Intanto, sono le guerre e le distruzioni portate in giro per il mondo dai potenti a costringere la gente a migrare. Senza questo interventismo sul piano economico, culturale e bellico dell'occidente, i siriani, gli iraqeni, gli afghani e così via dicendo, se ne starebbero lieti nei loro luoghi di nascita. 
Si potrebbe obiettare, che sì, le cause sono quelle, ma le migrazioni sarebbero un effetto collaterale non voluto. 
Su un piano strettamente logico, questo potrebbe essere vero, ma intanto rimane il fatto che le migrazioni sono l'effetto di scelte espansionistiche dei nostri stessi governi che non ci piacciono (a quelli a cui piacessero, non ho nulla da dire, stiamo su fronti opposti).

Ci sono tuttavia una serie di atti politici molto concreti che hanno una data e firme ben identificabili e che dovrebbero suggerirci qualcosa su chi fa cosa. 

Lasciamo per ora stare l'Africa che è un caso a sè stante, anche perchè è il caso emblematico ed ha un carattere cronico, perchè aggiungerei lo sfruttamento dell'Africa è cronico e sistematico. 
Se guardiamo alla Siria ed all'Afgahnistan, ci accorgiamo che le migrazioni nelle dimensioni quantitative in cui le abbiamo da un paio d'anni, non avvenivano negli anni precedenti. Eppure, i conflitti in questi luoghi datano da ben prima, da quindici a quattro anni. 

L'incremento è stato improvviso e sembra ragionevole ritenere che un cambiamento così netto non possa essere spontaneo, che ci sia un elemento organizzativo che d'altra parte spiegherebbe come i percorsi di migrazione siano ben definiti e scelti con una certa cura. 

Ma anche volendo tralasciare gli indizi che come tali richiedono una rielaborazione per definire delle cause, abbiamo a disposizione ben chiare prove, che sono davanti a noi e e che chi vorrebbe analizzare il fenomeno migrazione, non è possibile ammettere ignoranza.
Prendiamo gli atti pubblici dell'unione europea, prendiamo le dichiarazioni di Juncker, prendiamo quelle della Merkel, o di Renzi, prendiamo quelle di Hollande. Certo, dall'altra parte abbiamo quelle di Orbach, il premier ungherese, e di altri leader soprattutto dell'europa dell'est, ma ha senso considerare le dichiarazioni di stati di limitata importanza geopolitica rispetto a quelle della stessa organizzazione europea, dei capi degli stati più importanti? 

E, last but not least, cosa ci dice Obama, il presidente della potenza imperiale, quella che comanda nel mondo? Non passa settimana senza che egli solleciti all'accoglienza da parte dell'Europa. 

Ecco, il fatto che le migrazioni debbano riguardare l'Europa è una costante di tutte queste dichiarazioni dei potenti del mondo. Negli USA, il confine col Messico è presidiato da un esercito di guardie armate, pronte anche a sparare per impedire l'ingresso di migranti, cosa tra l'altro ripetutamente avvenuta. Tuttavia, abbiamo un presidente che ci invita caldamente e quasi in maniera soffocante a fare noi ciò che gli USA, la cui densità di popolazione è molto più bassa di quella presente in Europa, non fa, accogliere liberamente: un vero paradosso se non ci fosse una spiegazione meno lineare. 
Ancora, l'Afgahmistan è molto prossimo alla Russia, e così pure l'intera area del vicino oriente. Non stiamo più a parlare della migrazione dei tunisini, è evidente che questi avevano l'Italia come meta privilegiata per motivi geografici, ma gli afgahni, chi ce li porta da noi quando esistono paesi ben più vicini a loro che sarebbero poi, dato il territorio sconfinato, ben più in grado di accoglierli? 

No, vengono tutti in Europa, le migrazioni in questa fase storica, qualunque sia la sede di provenienza, finiscono sempre per convergere in Europa. 
L'Europa ha un territorio molto modesto, costitusice dopo l'Australia il continente più piccolo, ha un'orografia che rende difficile l'abitarvi, per l'estensione notevole dei territori montuosi, ed ha infine una densità di popolazione attuale già altissima.

C'è quindi una scelta deliberata delle elite finanziarie mondiali di favorire questo flusso dei migranti verso l'Europa, e naturalmente ci sarebbe da scrivere almeno un cospicuo capitolo di libro sui motivi. 

Io mi fermo per il momento qui, i liberisti che governano il mondo, sono favorevoli alle migrazioni, e perfino il papa li asseconda, evidentemente essendo anche lui della partita, sennò dovremmo considerarlo un mezzo deficiente, il che palesemente non è. 
Che un papa sia per suo ruolo, costretto a predicare l'accoglienza, è a mio parere un fatto inevitabile, ma egli avrebbe potuto limitarsi ad una solidarietà di facciata. 
No, egli ha deciso, come mostrano due recenti eventi clamorosi come il discorso di ieri ed il suo viaggio nel campo profughi greco, a guidare il plotone dell'accoglienza senza limite, e questa scelta così netta implica la normalizzazione totale della chiesa cattolica, il che la renderà sempre più insignificante, un processo per altro già in corso da molto tempo. 

Possiamo noi accettare queste immani migrazioni? Io non lo credo. 
Innanzitutto, se siamo d'accordo sulle cause delle migrazioni, dovrebbe essere a tutti evidente che accettare l'effetto corrisponde a condividerne le cause, porta cioè ad una forma di connivenza con chi organizza questi sommovimenti mondiali. Io non posso essere complice dei criminali che portano guerra e distruzione in Siria, solo perchè per i loro interessi geopolitici, Assad va eliminato. 
Ho scelto una attività politica anche se finora soltanto sul versante dell'analisi, e quindi non intendo darmi a un'attività di rammendo, i potenti ed il mio governo causano distruzione in Siria ed io li dovrei assecondare perchè non posso vedere la disperazione delle persone? 

Purtroppo, fare politica comporta un occhio asciutto pure quando il cuore si spezza di fronte alla disperazione, capire come perfino l'attività più caritatevole costituisca a volte un'arma decisiva in più del tuo avversario politico. 

Non ha senso disquisire su quanto i numeri dei migranti siano compatibili con l'accoglienza, il fenomeno va visto su una scala più ampia, individuando un bacino potenziale di migranti. Se come dice il papa e ripetono in tanti, migrare è un diritto, stabilirti dove preferisci è un diritto, allora il calcolo corretto richiede di considerare tra i potenziali migranti tutte le persone che hanno motivo per considerare preferibile stare in europa piuttosto che nel loro paese. 

Credo che parlare di due miliardi di potenziali migranti verso l'Europa sia una stima perfino modesta. Ci troveremmo così a quintuplicare l'attuale popolazione: pensate che sia ancora una scelta accettabile quella di un'accoglienza indiscriminata?

Vorrei quindi alla fine di questo articolo chiedere se ancora ci sia chi possa ragionevolmente credere che ci sia opposizione da parte delle elite finaziarie che governano il mondo alla migrazione epocale che sta riguardando così specificamente il nostro continente, quando dovrebbe essere evidente che esse sono le promotrici da tutti i punti di vista di questo evento. 

Non fatevi ingannare dal fatto che queste stesse elite possano ritenere eccessivo almeno di tanto in tanto l'entità del flusso, esse fanno sempre così, è una loro prassi costante di non preoccuparsi di regolare finemente i processi che vogliono promuovere, come dovrebbe del resto essere evidente su un piano anche finanziario. 

Per arricchirsi non hanno esitato e non esitano a creare bolle finanziarie che costituiscono, esse lo sanno benissimo, delle bombe pronte a scoppiare da un istante all'altro: è per questo che si tratta di classi dominanti e non di classi dirigenti.

4 commenti:

  1. "Che un papa sia per suo ruolo, costretto a predicare l'accoglienza, è a mio parere un fatto inevitabile, ma egli avrebbe potuto limitarsi ad una solidarietà di facciata."
    Ma la sua è una solidarietà di facciata, ed è quindi una posizione fortemente ipocrita; diversamente farebbe qualcosa di concreto, non limitandosi a portare in Italia dodici persone. Cosa che, a parte la questione del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, lascia aperte domande come: Perché solo dodici? Che fine hanno fatto? Dove e di che vivono? eccetera...
    Da un capo religioso che non sia complice mi aspetto ben altro: mi aspetto come minimo una denuncia delle cause e dei responsabili. Solo allora sarebbe coerente e accettabile il suo invito all'accoglienza. Ma lui questo ha scelto di non farlo.
    E per quanto io sia estraneo a questo mondo mi piace ricordare le parole di un altro papa, la cui storia a questo punto potrebbe aprire qualche domanda: "Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato Giovanni Paolo II che «diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione» (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998). Oggi, infatti, vediamo che molte migrazioni sono conseguenza di precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali."
    https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/migration/documents/hf_ben-xvi_mes_20121012_world-migrants-day.html

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  2. Peppe, grazie innanzitutto per le citazioni da Woityla che confesso ignoravo e che mi paiono molto appropriate e significative in questo contesto, mostrando come la chiesa abbia cambiato radicalmente opinione in materia.
    Non credo tuttavia di potere convenire con te sul valore puramente di facciata delel dichiarazioni di Bergoglio, ma forse si tratta soltanto di un uso alquanto differente dei termini tra te e me.
    Quando dico di facciata, dico rituale, che non intende avere effetti concreti oltre una specie di petizione di principio.
    Invece, andare fino in Grecia, parlarne nei termini in cui ne ha parlato in un consesso europeo, ha grandi effetti politici, e quindi io non direi che è di facciata, mi pare un'alleanza politica esplicita con l'establishment europeo, e presumibilmente coi suoi obiettivi.

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    1. Sono d'accordo. La posizione di Bergoglio non è di facciata nel senso che è sostanzialmente allineata con i poteri internazionali. E' il suo invito alla solidarietà (a questo mi riferivo) ad essere di facciata, ipocrita.
      La citazione è di Ratzinger, che a sua volta cita Woityla.

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  3. Premio Carlo Magno 2016 assegnato a Bergoglio.
    A guardare la lista dei vincitori ci si dovrebbe chiedere "che c'entra?". Eppure conferma in pieno quello che si diceva sopra.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Carlo_Magno

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