giovedì 24 marzo 2016

IL TERRORISMO E LA SISTEMATICA CAMPAGNA DI DISINFORMAZIONE IN EUROPA

Fatemi capire.
Dunque, l'ISIS ha scelto Bruxelles per i suoi attacchi terroristici e come commentano i giornalisti?...

Dicono, udite udite, che lo fanno perchè Bruxelles è la capitale dell'Europa. A parte che mi sarò perso qualcosa, ma non mi risulta che esista una capitale dell'Europa, forse per il fatto da taluni ignorato, che l'Europa non è nè uno stato nè una nazione, ma che avere collocato la maggior parte delle strutture della UE, non ne fa in alcun modo il luogo più importante della UE (qualcun altro potrebbe attribuire questa importanza preminente a Strasburgo, sede del parlamento europeo).
Ricordo a questi stessi giornalisti che non hanno evidentemente alcuna remora ad apparire distratti o poco perspicaci che appena venerdì si è attuata la cattura del ricercato e così si è scoperto che per mesi era rimasto al sicuro all'interno della parte araba di Molenbeek, una città satellite di Bruxelles.

Non sarà che l'ISIS ha scelto Bruxelles perchè ha la percentuale più alta in tutta europa di residenti musulmani?

La campagna mediatica, sostenuta non solo dalla solida maggioranza che governa l'europa, fatta da popolari e socialdemocratici, ma dai soliti sinistri sempre più vittime dei loro pregiudizi ideologici (niente a che fare col marxismo, sia chiaro!), è partita alla grande.

Essa si pone due differenti obiettivi. 

Il primo, partendo dall'asserzione che l'attacco dell'ISIS non è rivolto al Belgio (anche se l'ISIS ha dichiarato che vuole proprio punire il Belgio per il suo contributo alla lotta contro lo stato islamico), ma è rivolto all'Europa intera, manda l'ennesimo messaggio di rilancio del processo di unificazione europea, sostenendo che per essere all'altezza della sfida portata dai terroristi, bisogna far fronte comune ed attivare pienamente e fortemente quelle strutture di intelligence europee che pure sulla carta esistono già.

Non vi pare di avere già sentito questa discussione della necessità dell'Europa unita? Più unirci distrugge i nostri stili di vita, più c'è sempre qualcuno che si alza e dice che unirsi è necessario. 

Chi va in TV o scrive sui giornali, pone la questione in termini che pretendono di essere ovvii: se non comunichiamo e ci scambiamo le informazioni, finiamo tutti sconfitti, perchè rinunciamo a una gran massa di informazioni preziose. 
Tuttavia, una persona onesta si dovrebbe almeno porre il problema del perchè le informazioni delle strutture di intelligence siano riservate. Sono riservate perchè rischiano di finire in mani ostili. Una informazione su terroristi, non può essere resa pubblica, pena l'essere inutile. 
Come in ogni altro ambito delle nostre vite, noi saremo disposti a confessare i nostri segreti solo a coloro a cui riconosciamo che mai ci vorranno danneggiare approfittando delle nostre confidenze, e che inoltre eviteranno di diffonderle a parti terze. 
Ora, vorrei chiedere a questi finti tonti che frequentano le scene mediatiche perchè mai un qualsiasi paese europeo dovrebbe fidarsi di un altro paese europeo. Ad esempio, se voi foste tedesco, vi fidereste della discrezione degli italiani rispetto ad esempio agli USA? Io di certo no, sarei certo che qualsiasi cosa io dico all'intelligence italiana, essa verrebbe messa in comune con CIA e NSA. E questo sarebbe il rischio minimo, stiamo tutti nella NATO e pazienza, ma sospetti ben più gravi potrebbero sorgere. 

Questo è un punto cruciale, la storia dell'unione europea dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che le nazioni che vi aderiscono utilizzano l'unione solo come campo di battaglia tra loro, come un'arena dove la competizione sia più libera di avvenire e più feroce nei modi, senza che sia possibile riscontrare anche debolissime tracce di solidarietà europea. 

Non solo, proprio strutturalmente l'unione non è fatta in vista della costruzione di una nazione più ampia in cui i singoli stati si dissolvano. Se così fosse, sin da ora dovrebbero esistere delle strutture elette dal popolo europeo (e quindi senza quote nazionali), ma ancora prima si sarebbe avviata la fase costituente, tramite l'elezione diretta di un'Assemblea costituente, che avesse appunto il compito di scrivere la costituzione europea. 

Come sappiamo, non abbiamo alcuna costituzione europea, ma abbiamo dei trattati, ed i trattati si fanno, come noto, tra stati differenti, non certo all'interno di una stessa struttura statale. Non solo, entrando nel merito dei trattati stipulati, scopriamo che l'unione europea non ha alcuna ambizione di rappresentare l'assieme del quadro delle nazioni europee esistenti, visto che dispone di una serie di strutture decisionali che di elettivo non hanno proprio nulla. 
Per capirci, citerò quanto risulta dalla personale esperienza di Varoufakis che ha affermato senza essere mai smentito da nessuno, che le riunioni dell'eurogruppo, cioè l'organismo costituito dai ministri delle finanze dei paesi dell'eurozona non vengono mai verbalizzate, e che tutto procede in modo informale, senza che si proceda se non eccezionalmente a votazioni, affidando in sostanza alla presidenza di stabilire quale sia stato l'esito della riunione. 

Quindi, l'unione europea è una struttura finalizzata a conculcare i poteri democratico-costituzionali dei paesi membri, lasciandoli in balia di strutture tecnocratiche per niente democratiche, dalla commissione alla BCE, tanto per citare quelle più importanti. 

La storia dimostra anche come le posizioni sostenute dai singoli paesi siano finalizzate agli interessi nazionali, e su questo abbiamo centinaia di esempi e spero che mi risparmiate l'onere di citarli esplicitamente.

Quindi, qui non si tratta di fidarsi o non fidarsi, ma di prendere atto di un fatto scontato, che l'unione non serve a mettere termine alla prevalenza degli interessi nazionali, e nessuno potrebbe sostenere il contrario senza rischiare di essere tacciato di demenza. Senza questa condizione che non può essere creata nerl corso del processo, ma che deve invece costituire la dote iniziale fondamentale per cui il processo possa partire. 

Metaforicamente, sarebbe lo stesso che i genitori di due ragazzi decidessero che i loro figli si sposino aeppure sappiano che i due non si amano o addirittura soffrano di antipatia reciproca, e dicessero ai figli di sposarsi perchè stando assieme si innamoreranno: no, se si sposassero due che a stento si sopportano, finirebbero per uccidersi perchè la convivenza amplifica ciò che si sente, non è che lo trasforma. E difatti, mai ho sentito in italia un tale sentimento antitedesco come in questi ultimi anni, e tale sentimento certamente rischioso nei confronti di una pacifica convivenza, cesserebbe o comunque diminuiirebbe drasticamente semplicemente separandosi.

Il secondo obiettivo che costoro si pongono, è quello di oscurare l'aspetto certo più delicato, quello del rapporto tra jihadismo e islam, perchè se la popolazione musulmana belga ritiene suo compito difendere gli jihadisti, evitando che la polizia li catturi, nasce un problema immane, quello che l'islam in quanto tale costituisca un pericolo mortale per l'occidente. 
I resoconti che ho ascoltato da bruxelles il giorno stesso della cattura di Salah, dicono non soltanto che la popolazione musulmana non ha aiutato la polizia nella sua cattura, non solo l'hanno tenuto nascosto nel loro quartiere per mesi malgrado fosse uno dei ricercati più importanti, ma che a seguito della cattura hanno manifestato esplicitamente un sentimento di insofferenza verso le forze dell'ordine dicendo (sic!) che volevano essere lasciati in pace. 

Non vi ricorda quanto successo più volte a Scampia, quartiere di Napoli in mano alla camorra?

A questo punto, sta ai musulmani non jihadisti dimostrare di essere altra cosa da costoro, sennò siamo obbligati ad assimilarli. 

Questo è un discorso che è indigesto ai governanti occidentali, come agli utili idioti del politically correct. 

Infatti, una delle più rilevanti conseguenze di una crescente diffidenza verso le popolazioni musulmane, sarebbe quella di rallentare il processo di immigrazione tempestosa che il capitale globale promuove, allo scopo di ringiovanire le popolazioni europee e per questa via assicurarsi lavoro a basso costo e alti profitti. 
Del resto, un capitale globale che sta sull'orlo del baratro di una bolla gigantesca tale da oscurare qualsiasi precedente storico, ha perso ogni capacità di prospettiva anche solo a medio termine, e quindi non considera criticamente gli effetti collaterali dell'invasione di questa immane onda migratoria, tutto teso al più agarantirsi anche fosse solo un'ora in più di continuazione di quest'ordine ingiusto ma per loro così conveniente. 
Se questi potenti avessero un minimo di saggezza, capirebbero quanto una vera religione monoteista sia, se perseguita coerentemente, sia incompatibile con una democrazia liberale come quelle che abbiamo nei paesi occidentali, e come possa rivelarsi più duro del previsto corromperli con il nostro benessere. 
La condizione delle periferie delle metropoli europee diventa ogni giorno peggiore, man mano che la crisi economica riduce le possibilità di accesso al lavoro, e questi giovani immigrati, magari di seconda ed anche terza generazione trascorrono il tempo consumando alcol e droga in attesa di avere qualche ora di lavoro precario e sottopagato. 

Abbiamo creato il deserto del lavoro e incitiamo persone a venire ad unirsi a noi in questo mondo di disoccupati senza prospettive e che però vedono attorno a sè persone benestanti apparentemnte felici: stiamo aprendo delle vere e proprie fabbriche delle persone che in un lasso di tempo breve distruggeranno il nostro stile di vita e poi fisicamente noi stessi.

1 commento:

  1. Temo che le Sue previsioni siano tragicamente esatte!

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