C'hanno massacrato le parti intime con questo famoso piano di investimenti dell'unione europea che avrebbe dovuto costituire il primo atto importante della nuova commisssione presieduta dal tanto discusso Junker.
Ancora fino a qualche giorno fa, i membri del governo Renzi giuravano sul fatto che entravano in gioco più di trecento miliardi di euro di denaro fresco, reale, ed attribuivano a questo piano un ruolo salvifico, risolutivo della crisi che scuote ormai da troppo tempo l'intera unione.
Ebbene, l'elefante ha partorito un topolino, visto che ieri si è saputo che la UE mette solo 21 miliardi di euro effettivi, e conta su adesioni volontarie dei singoli stati che non verrà conteggiato nel deficit ai fini della nota regola del 3% massimo di disavanzo annuale rispetto al PIL...
Ancora ieri, il nostro ministro del tesoro Padoan, evidentemente preda di effetti allucinogeni di qualche sostanza assunta, ha dichiarato subito dopo la diffusione delle modalità di esecuzione di questo piano, con un entusiasmo del tutto incomprensibile che pretendeva di convincere qualche sprovveduto che questo piano già così ridimensionato, sarebbe servito a dare una svolta decisiva alla politica economica della UE.
L'unico commento che mi sento di fare è che è una tristezza verificare a quale livello di teatro dell'assurdo si è ridotta ormai la politica, con questa pretesa di far passar per vere cose così palesemente false.
C'è un'aria da fine regime, con una classe politica completamente screditata che, invece di prendere atto di questo atteggiamento popolare e sbaraccare o cambiare completamente registro, preferisce rinchiudersi nel proprio fortino a tentare di resistere il più a lungo possibile all'assedio, pur sapendo che può solo guadagnare un po' di tempo. Da quest'atteggiamento, non ne porrà venire nulla di buono, la pressione popolare, non trovando lo sbocco fisiologico di un cambiamento della propria rappresentanza, finirà con l'esplodere con gli annessi e connessi effeti deflagranti distruttivi.
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