mercoledì 26 febbraio 2014

LA CRESCENTE FEMMINILIZZAZIONE DELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA

Prima o poi doveva necessariamente avvenire, ed ormai la cosa non può più essere ignorata.
Nella società contemporanea, soprattutto a causa dei progressi tecnologici, le doti tipiche del maschio, quali la maggiore forza fisica, una certa dose di temerarietà, una maggiore indipendenza dai vincoli sociali, un certo carattere primitivo che lo lega ai bisogni essenziali, non sono più utili, se non addirittura dannosi...

Ciò che viene a prevalere è la capacità di stabilire rapporti interpersonali, sapersi adeguare velocemente ed efficacemente alla mentalità prevalente. Questa è appunto la strada che porta al successo sociale, in un ambito che non è mai stato così omologato come oggi.
Naturalmente, nella gestione dei rapporti interpersonali non c'è discussione, le femmine sono molto più brave dei maschi. Se la società, che ovviamente è sempre stata la sede di rapporti interpersonali, ma è stata anche la sede di organizzazione di lotta a una natura ostile, come anche di conflitti anche armati tra differenti società e popoli, espunge da sè ogni caratteristica ed attività differente dalla capacità di interpretare nella maniera più dotata di consenso la mentalità dominante, ciò che essa diventa è una società femminilizzata.
Del resto, nel mio libro sostenevo l'ipotesi che spontaneamente nell'organizzazione sociale dovrebbero essere le femmine a prevalere, come in effetti si osservava nelle società matriarcali quale quella micenea. Dicevo appunto senza suffragare la mia ipotesi con riscontri sperimentali, che la carta vincente dei popoli indoeuropei che avrebbero presto dominato in tanta parte del mondo, almeno quello euroasiatico, fosse la loro strutturazione patriarcale che avrebbe compiuto il miracolo di includere i maschi nell'organizzazione sociale, quando sappiamo come in molti primati il maschio che non riesce ad essere dominante, tenda a diventare asociale. La carta vincente potrebbe essere stata la istituzione della famiglia monogamica, che consentiva statisticamente a tutti i maschi di trovare una femmina.
Oggi, tuttavia, non siamo in una società matriarcale, ma in una società femminilizzata. La differenza consiste nel fatto che oggi i maschi hanno la possibilità di femminilizzarsi ed accedere al successo in competizione con le femmine. Come forma di adattamento ambientale, i maschi smettono di comportarsi come tali, e imitano il comportamento femminile.
Avviene insomma l'esatto contrario di quanto eravamo abituati ad osservare fino a pochi anni orsono, quando al contrario erano le femmine a doversi travestire da maschi per accedere a certi ruoli di successo. 
Il sesso di appartenenza non è oggi il fattore determinante nella definizione del ruolo sociale, ma l'attitudine femminile lo è, ed i maschi che tengono ad avere successo devono acquisirla, almeno a livello di apparenza.

Facevo queste riflessioni guardando al nuovo governo, così pieno di tutte queste ministre carinucce, che fanno di tutto del resto per non nascondere le loro doti fisiche (in sede di giuramento, spiccava la Boschi che sfoggiava un abbigliamento che le valorizzava il culo).
Ad un esame immediato, mi sembra che proprio la politica offra un esempio molto significativo di questo processo di crescente femminilizzazione nel senso che più sopra definivo. 
Trovo che si tratti di un processo del tutto negativo, molto peggiore rispetto al prevalere di una società matriarcale, che non implica la sparizione del ruolo maschile, ma piuttosto una sua marginalizzazione sociale. 
Il fatto che oggi soprattutto nelle nuove generazioni i maschi tendano ad omologarsi con le femmine, la trovo una cosa molto grave. Basti riflettere sul fatto che un maschio educato a comportarsi da femmina non può facilmente sfuggire a un condizionamento sociale di lunga data, e che quindi siamo di fronte a processi che dureranno ancora per un tempo molto esteso.

4 commenti:

  1. Le donne in politica sono più bbone degli uomini in politica.
    Ma chi chiedo: sapranno essere più ciniche e feroci?
    Forse questa quesito va posto a un simbolo femminile e democratico come Boldrini.
    Ciao.

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  2. nel link che segue si indica la lettura sull'argomento di un filosofo francese, riferimento della destra intellettuale, letto anche da intellettuali di sinistra diciamo non "istituzionali" come Micea. Non ci scandalizzi: Diego Fusaro partecipa a dibattiti a Casa Pound su Euro e Europa. Taluni marxisti purissimi definiscono questi ibridi "rossobrunismo". Ma questa è un'altra questione
    questo il link

    http://www.diorama.it/index.php?option=com_content&task=view&id=223&Itemid=1

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    1. Grazie del link. Conosco De Benoist che è un comunitarista vicino al compianto Costanzo Preve, e mi pare che abbiano anche scritto un libro assieme.
      ESempi di come i termini destra e sinistra in politica siano ormai inadeguati.

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  3. Femminilizzazione? Macché. Il fatto è che non siamo tendenzialmente dei bruti; tuttavia, basta un solo stronzo a rovinare un'intera categoria.

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