Il nuovo governo Renzi è già nato ed è pronto a ricevere lunedì la fiducia.
Tutta questa vicenda di questo governo è davvero paradossale. Le motivazioni che vengono date sono motivazioni circolari, che cioè utilizzano la conseguenza di una scelta come premessa di quella stessa scelta...
Oggi ho sentito Del Rio dalla Annunziata, e davvero mi chiedo dove diavolo sia finita la democrazia in questo paese, cosa è potuto succedere se un intero gruppo dirigente di prevalente provenienza comunista ha potuto finire con lo sposare posizoni clamorosamente e sfacciatamente antidemocratiche, e tuttavia un intero elettorato di quella stessa area non desiste dal seguirlo lungo questa china disastrosa.
Anche Del Rio dunque, considera il consenso popolare come un lusso che ci si può permettere solo in condizioni ordinarie, ma che nell'emergenza si debba mettere da parte.
Come spiegare a costoro, a questa classe politica, che è proprio nei momenti più critici e duri che la parola va data al corpo elettorale, è proprio quando il gioco si fa più duro che il vero depositario della sovranità deve pronunciarsi?
Ci sarebbe tutto ciò che serve per andare a nuove elezioni, c'è anche una legge elettorale nuova di zecca così determinata dai tagli di forbice della consulta. Si dice che questa legge elettorale ci consegnerebbe un parlamento ingovernabile. Eppure, sono mesi che ci martellano dicendo proprio che il presente parlamento è ingovernabile ed ha richiesto questa soluzione d'emergenza delle larghe intese. Ma se l'attuale composzione ne determina ingovernabilità, mi chiedo cosa si teme dall'applicazione di una legge proporzionale, visto che in ogni caso il peggio che potrebbe succedere non sarebbe comunque peggio di quanto ci propone l'attuale parlamento, con la differenza fondamentale che sarebbe un parlamento pienamente legittimato, e quindi nelle condizioni piene di procedere alle riforme elettorali ed eventualmente costituzionali.
Insomma, si giustifica il proseguimento della legislatura, malgrado la sentenza inequivocabile della consulta sui limiti di legittimità dell'attuale parlamento, dicendo che non si riesce a fare la riforma elettorale. Tuttavia, questa riforma non è così urgente, visto che abbiamo già delle regole perfettamente funzionanti per tornare alle urne, ma si dice che non si può perchè verrebbe fuori un parlamento analogamente ingovernabile a quello attuale: perchè mai allora preferire continuare con una composizione parlamentare sicuramente frutto di regole incostituzionali invece che un nuovo parlamento forse ingovernabile, ma sicuramente del tutto legittimo. Forse si intende dire che fa comodo che ci sia un PD sovradimensionato visto che mostra di subire passivamente ogni e qualsiasi iniziativa del presidente, dando ragione a chi ha diffuso nei media l'espressione "re Giorgio"?
La verità è che siamo già stati commissariati, e non possiamo neanche nasconderci dalle nostre responsabilità facendo finta di non saperlo. Lo confessava candidamente tale Rossi ad Omnibus, quando affermava che l'unione europea è pronta ad aiutarci man mano che cediamo sovranità, e con queste parole chiariva sino in fondo la natura della partita che si sta giocando. Qui, si gioca il destino stesso degli stati nazionali, e l'Italia sta oggi al centro di questa battaglia decisiva.
Del resto, le verifiche sperimentali non mancano certo, a partire da quella che ormai è diventata una costante dei numerosi governi che si sono succeduti dopo l'ultimo Berlusconi, e cioè il fatto che al ministero dell'economia viene invariabilmente piazzato un tecnico, qualcuno che non appartiene al mondo della politica praticata a livello parlamentare e partitico.
Paduan rappresenta il degno successore di Grilli e Saccomanni, sempre espressione di quel mondo bancario che invece di stare come dovrebbe sul banco degli accusati, si è appropriato indebitamente del ruolo di sovrano. Un altro ennesimo tassello che ci fa capire come Renzi non rappresenti una svolta da nessun punto di vista, solo un'ulteriore articolazione nel processo di continuità che deve portare alla sparizione delle sovranità nazionali.
Di fronte, ciò che ancora tiene tanto a definirsi sinistra sta a guardare inebetita, scambiando quanto avviene col tanto decantato internazionalismo proletario, proprio una assoluta cecità che colpisce ancora una volta questi ultimi sostenitori del marxismo, che si vanno barricando dietro la patetica lista Tsipras.
Fortuna che ci sta quello stupidotto del commissario Rehn che non sa resistere alla tentazione di confessare quanto accade dietro le quinte e che ci fa sapere che Padoan sa cosa deve fare, insomma quali siano le istruzioni da eseguire.
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