domenica 18 agosto 2013

LE GRAVI SCELTE CHE ABBIAMO DI FRONTE A NOI

Qui di seguito, riporto un commento inserito in un altro blog che considero chiarisca alcuni aspetti del mio punto di vista sui problemi della crisi economica in atto. 

A mio parere, a questo dibattito, manca un elemento fondamentale, quello che dovrebbe essere costituito dall'analisi della profondità della crisi in atto.
Seppure sembra non esserci un disaccordo su dove e perchè sia scoppiata una crisi così virulenta, alla fine questa questione viene messa da parte e la discussione torna in ambito europeo. Su questo percorso, c'è accordo tra i due opposti fronti...

Chi è a favore della politica europea e quindi anche dell'euro, persevera  con la favola del debito pubblico come fonte della crisi, e a questo scopo ha tutti i vantaggi nell'occultare il fatto centrale che in realtà la causa della crisi è interamente dovuta al debito privato del sistema bancario.
Per il pensiero liberista pro-euro, il vantaggio corrisponde a un guadagno di tempo. Pur sapendo che l'imposizione di vincoli e sacrifici sempre più stringenti ai paesi del sud-europa non risolve nessuno dei problemi dell'economia mondiale va a soluzione, anzi i vincoli si risolvono in cappi al collo delle loro economie, tuttavia l'acquisizione di risorse finanziarie a scapito dei bilanci statali di questi paesi costituisce una dose di ossigeno per prolungare senza risolverlo lo stato comatoso del sistema bancario globalizzato.
Sull'altro fronte, il vantaggio in realtà non c'è, si tratta in realtà di una sottovalutazione della gravità della crisi. Si continua a ragionare nei termini tradizionali dell'imperialismo USA chiudendo gli occhi di fronte all'evidente declino di questo paese, in parte dovuto proprio al crescente ruolo egemone che ha voluto assumere la cupola del potere finanziario mondiale in questa fase. Tutto così si iscriverebbe negli interessi degli USA, anche quindi l'euro che si vuole ricondurre a un piano pilotato anche questo dagli USA.
La mia impressione è differente, la cupola finanziaria utilizza strumentalmente le nazioni ed i loro eserciti ma essa in sè non ha nazionalità. L'impossibilità di continuare a far crescere i propri profitti sul piano produttivo a causa di nuovi protagonisti che si sono inseriti sulla scena mondiale (la Cina in primo luogo), e della caduta della domanda dovuta alla saturazione dei mercati occidentali, ha fatto prendere la sciagurata decisione di ordinare a Clinton, presidente protempore degli USA, di abrogare la legislazione vincolante verso le banche adottata a seguito della crisi del '29. L'effeto sul piano dei profitti bancari si è visto immediatamente, ma ha lasciato tuttavia un gravissimo strascico. Si tratta come si sa del fatto che è stata creata una enorme liquidità tramite la emissione di titoli bancari, quindi privati. Il problema è costituito dalla grave asimmetria tra la quantità congiunta esistente di denaro e titoli e la quantità di merci esistenti. Così oggi, i grandi patrimoni che si riescono ad accumulare, non trovano il loro limite fisico nella quantità di merci esistenti, in quanto essi sono sbilanciati nella componente mobiliare.
Come dice Polanyi, tuttavia, il denaro non è merce, e non lo sono conseguentemente titoli che alla scadenza prevedano un pagamento in denaro (altra cosa sono ad esempio le obbligazioni che danno luogo a un pagamento in azioni). Insomma, i grossi capitalisti si sono comportati come dei bambini che giocando a monopoli, si redistribuiscano tra loro anche le banconote di una seconda confezione del gioco per vedersi circondati da tanto simbolo di ricchezza, simbolo appunto, ma in assenza di ricchezza reale.
Purtroppo, i governi che come i genitori dovrebbero andare da costoro e costringerli a giocare secondo le regole distruggendo questa falsa ricchezza, non ne sono capaci, essi pensano soltanto a galleggiare, apparentemente anch'essi nella passiva attesa del momento in cui questa enorme massa di liquidità smetterà di essere custodita nel circuito bancario per riversarsi nell'economia reale.
Non sono un economista, ma l'osservazione dello stato delle cose mi porta ad una analisi catastrofista, cioè non vedo vie d'uscita a questa situazione in quanto le banche non possono smettere (e quindi non possono essere indotte a smettere) di emettere titoli se vogliono evitare di fallire, come è evidente che non si può pompare continuamente liquidità nel sistema, pensando di poterla confinare all'infinito. Stavolta, non vedo come l'attuale sistema economico possa prolungare ancora la propria esistenza se non attraverso il fallimento clamoroso del sistema bancario privato globale che, a causa della concomitante ignavia dei governi, rischiano di portarsi dietro l'intero sistema finanziario con gravissimi danni allo stesso commercio mondiale almeno subito a seguito dello scoppio del big bang finanziario. In verità, tutto questo non sarebbe per me una fonte così forte di preoccupazione in sè, se non per i possibili esiti bellici che si potrebbero avere a seguito dell'insolvenza di grandi paesi verso altri grandi paesi.
Proprio perchè sono convinto di questa estrema gravità della crisi in corso, davvero epocale e molto maggiore della stessa crisi del '29, penso che essa costituisca anche una grande opportunità per uscire dalla società di mercato e realizzare società "sostenibili", cioè rispettose dell'ambiente e con al centro l'umanità e non il PIL.  
Tale sbocco tuttavia è tuttaltro che scontato, all'attuale fase potranno seguire differenti sbocchi, inclusi alcuni scenari davvero sconvolgenti. In un contesto in cui i governi sono deboli e il potere sta nelle mani di un gruppo di persone ormai in preda ai loro infantilistici desideri di arricchimento, si potrebbero riaprire scenari di utilizzo di ordigni nucleari che potrebbero distruggere l'intero sistema tecnologico e produttivo, lasciando l'umanità sopravvissuta in un mondo quasi inabitabile. 
Dove andrà il mondo, dipende anche dalla capacità di considerare tutte le opzioni possibili e di porsi obiettivi di lungo periodo. E' per questo che considero irresponsabile le logiche di corto respiro, come a mio parere è l'uscita dall'euro considerata come un  obiettivo in sè, piuttosdto che come un mezo per obiettivi più vasti, tipicamente quello di sfilarsi dal circolo della globalizzazione e per questa via dfi contrastarla. 
Naturalmente, ciò non esclude che si possano costituire alleanze anche eterogenee proprio sull'uscita dall'euro, purchè sia chiaro che si tratta di passaggi tattici in vista di obiettivi differenti.
Vedo che questa prospettiva non gode di grande popolarità, e non me ne sorprendo visto che viviamo in una cultura che rifugge da un pensiero complessivo, sempre presa dai problemi contingenti, o in cui i fatti vengono analizzati non per assumere decisioni conseguenti, ma piuttosto come una forma di conferma del proprio schema teorico di interpretazione della realtà.
Non me ne sorprendo, ma combatto entrambi questi atteggiamenti mentali, anche se non posso non vedere quanto sia arduo superarli.

3 commenti:

  1. Grazie del suggerimento, ma forse ti potrei dare un consiglio di lettura, mi pare che tu non abbia colto tutti gli aspetti che ho affrontato, dando una tua chiave di lettura, rispettabile, ma sostanzialmente mi pare consolatoria.

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  2. I meccanismi psicologici sono complessi. Di fronte ad evidenze che ci restituiscono una realtà che non ci piace, può risultare consolatorio anche darsi una chiave di lettura per quanto semplicistico esso sia, l'adattabilità dell'uomo lo porta anche a questo.
    La pseudoministra non è frutto di un complotto cosmico, ma molto più semplicemente un mezzuccio architettato da un premier che non potendo dare risposta alle questioni realmente importanti, si lancia su un terreno favorevole come quello dei diritti, e per questo aiuta il colore della pelle, le preferenze sessuali e perfino un tipo specifico di sesso. Letta come tutti i mediocri, si limita ad imitare Zapatero, ignorando pericolosamente (ma tanto deve solo guadagnare tempo) che fine questi abbia fatto.

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  3. Caro prof. Cucinotta, temo che Lei abbia ragione circa la catastrofe prossima ventura causato dal fallimento del sistema finanziario globalizzato. Gli altri sono solo epifenomeni.

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